Mese: Maggio 2011

"I trucchi dei tg", di Roberto Zaccaria

È da tempo che Berlusconi sa come si usa la televisione, in particolare i telegiornali, durante la campagna elettorale. Il premier conosce perfettamente il dato del Censis del 2009 che sostiene che le convinzioni politiche degli elettori si formano, nella stragrande maggioranza dei casi, attraverso i tg (seguono a distanza talk-show politici, quotidiani, radio e internet). La spiegazione è semplice: la maggior parte dell’elettorato ha un certo candore, ignora i trucchi di alcuni telegiornali, considera più semplice sentire un tg che leggere un giornale e così il gioco è fatto. L’Authority che dovrebbe garantire genuinità o almeno equilibrio dei telegiornali è molto prudente, interviene con il bilancino e, quel che è più grave, non fornisce neanche dati tempestivi e facilmente leggibili delle clamorose sproporzioni che è facile rilevare a colpo d’occhio. Man mano che si avvicina la scadenza del voto Berlusconi invade i tg, con tutti i pretesti possibili e, dato che accomuna in sé, come è noto, più ruoli contemporaneamente, il suo vantaggio si moltiplica. In queste elezioni amministrative egli è contemporaneamente presidente del …

"Il prezzo che paghiamo", di Stefano Fassina

Ieri, oggi, domani. Ieri: il Consiglio dei ministri si è riunito per varare l`ennesimo, sedicente, “Decreto sviluppo” e nominare una decina di sottosegretari ed un consigliere del principe per tentare di arginare l`emorragia elettorale in vista del 15 e 16 maggio e pagare la cambiale firmata il 14 dicembre scorso ai cosiddetti “responsabili”. Oggi: lo sciopero generale promosso dalla Cgil contro la politica economica classista ed inefficace del Governo e per affermare un programma per l`equità, la crescita ed il lavoro. Domani: le assise degli imprenditori di Confindustria a Bergamo, per la prima volta senza Ministri e Presidente del Consiglio, per rimarcare la disillusione oramai diffusa anche tra quanti avevano creduto all` “imprenditore prestato alla politica” e chiedere alle forze politiche, non al Governo Berlusconi, una svolta. Le tre giornate “accidentalmente” in fila descrivono meglio di qualunque raffinata analisi politologica il segno dei tempi tristi e sempre più difficili nei quali si trascina l`Italia nel crepuscolo di Berlusconi. Il nesso di causalità tra ieri e oggi e domani non potrebbe essere più chiaro. Da una …

"Il solletico di Giulio", di Pier Paolo Baretta

Troppo o niente? È il paradossale quesito proposto dal decreto per lo sviluppo approvato dal consiglio dei ministri. In attesa della vera manovra di almeno 7 miliardi, che non tarderà a essere varata, il governo scodella un testo di dieci articoli e 50 pagine segnato da titoli altisonanti: credito di imposta per la ricerca e il Sud, turismo, opere pubbliche, costruzioni private, semplificazione burocratica e fiscale, impresa e credito, scuola e merito, servizi ai cittadini. Ci si aspetterebbe la famosa scossa, ma, invece, sembra, al più, un solletico, destinato, più che altro, ad alleviare il prurito di interessi particolari, senza una idea generale di sviluppo e di crescita. Peraltro, non c’è da stupirsi: solo pochi giorni fa la maggioranza ha approvato un piano nazionale di riforma del tutto inadatto allo scopo che l’Europa ci ha richiesto ed era difficile pensare che, all’improvviso, il neo candidato ufficiale alla successione tirasse fuori dalla manica assi che non ha. Continua dunque, la linea del bluff accentuata dal momento pre-elettorale e dalla esigenza di fare propaganda. Ed ecco che …

"Scuola, per le assunzioni non si sa nè quanto nè quando", di G.V. da L'Unità

Decreto più elettorale che mai. Non si scrivono cifre, paletti ai trasferimenti. A parole si parla di 67mila stabilizzazioni tra prof e Ata. Ma servirà un altro decreto. Il piano assunzioni dei precari della scuola annunciato dal governo è predisposto dall’articolo9 del decreto sviluppo. Il piano, si legge, dovrà «garantire continuità nell’erogazione del servizio scolastico» e «conferire il maggiore possibile grado di certezza nella pianificazione degli organici della scuola» e dovrà essere compatibile «con la stabilità dei conti pubblici».Maper vararlo definitivamente servirà un «decreto del ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze e con il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione ». Insomma, ieri è stato fatto solo un annuncio fumosissimo perché non è chiaro il quando né il quanto delle eventuali stabilizzazioni, così come spiegato ieri sull’Unità, anche se il segretario della Cisl esulta. Il governo Berlusconi non si sbilancia sulle cifre. A voce si parla di 67mila posti tra prof e personale Ata. Nel decreto si legge che il piano coprirà «gli anni 2011-2013» …

"Acqua, un´Authority contro il referendum", di Silvio Buzzanca

Nuova mossa del governo per “isolare” il quesito sul legittimo impedimento. L´esecutivo spiega la sua iniziativa: “Un regolatore indipendente sulla gestione ai privati”. Il governo, dopo quello sul nucleare, tenta di “depotenziare” anche i due referendum sull´acqua e rendere inoffensivo quello sul legittimo impedimento. La mossa di Palazzo Chigi passa attraverso una norma inserita nel “decreto sviluppo economico”, approvato ieri, che crea l´Autorità per l´acqua. Una novità che i comitati promotori dei quesiti hanno subito denunciato come «una farsa ideata al solo scopo di delegittimare il voto popolare». Con Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, sicuro che «i referendum si faranno lo stesso nonostante i ladri di democrazia siano tornati in azione». La nascita dell´Autorità per l´acqua è stata annunciata da Giulio Tremonti, ma è toccato a Stefania Prestigiacomo chiarire gli scopi del nuovo organismo. «Era necessario completare la riforma creando un organismo di controllo forte. Ci saranno più garanzie per cittadini e per l´ambiente, più poteri regolatori sulle tariffe e sanzionatori per perseguire ogni possibile abuso», ha spiegato il ministro dell´Ambiente. Il senso vero dell´operazione …

"Quale sviluppo? Tremonti regala le spiaggie ai privati", di Bianca Di Giovanni

In 10 articoli scatta la deregulation che Tremonti ha promesso a imprese e commercianti. Diritti di occupazione delle coste, più facile noleggiare yacht e costruire posti barca. Parte il saccheggio italiano. Non costa nulla alle casse pubbliche e libera tutti da vincoli e controlli. Un Bengodi che «aiuta le imprese» (lo dice Giampaolo Galli), le banche, i costruttori, ristoratori, albergatori, baristi delle zone costiere finalmente liberi di ampliare le attività su spiagge ed arenili. Di più: potranno anche allestire senza troppi permessi pontili galleggianti, posti barca, parcheggi per gli yacht, una vera priorità per l’Italia dopo la crisi. Altrimenti chi ci pensa ai più ricchi durante la crisi? Comunque «la spiaggia resta pubblica e accessibile a tutti» assicura Giulio Tremonti. È specifica: «Non vendo le coste». Meno male che lo specifica. Il ministro non fa neanche quello che gli operatori turistici chiedono, cioè abbassare l’Iva, come osserva Enrico Gasbarra (Pd). Ma questo costerebbe. Questa in estrema sintesi la presentazione a Palazzo Chigi dell’ultima trovata pre-elettorale del governo: il decreto cosiddetto per lo sviluppo. Incastonato tra …

"Avanti c'è posto", di Massimo Giannini

È nato il “governo dei disponibili”. Pronti a tutto, pur di lucrare una poltrona ministeriale. L´infornata dei nove sottosegretari promossi dal gruppo di Iniziativa Responsabile dà la misura dell´abiezione etica della maggioranza, costretta a pagare la cambiale in bianco firmata a un drappello di scissionisti-opportunisti fuoriusciti da Futuro e Libertà. Ma dà anche la misura della disperazione politica del presidente del Consiglio, costretto a imbarcare chiunque, a prescindere dal curriculum personale e persino della fedina penale, pur di sopravvivere al suo declino. «Su queste nomine ci saranno delle ironie», dice Silvio Berlusconi con il consueto sprezzo del ridicolo. Si sbaglia.L´ironia si può usare di fronte a un episodio che stona, infastidisce, ma in fondo fa sorridere. Qui non c´è niente da sorridere. Anche se lo spettacolo indecente a cui stiamo assistendo è sospeso a metà tra “Aggiungi un posto a tavola” e “Ok il prezzo è giusto”. La cooptazione dei “disponibili” è un altro passo verso una “democrazia dei miserabili” dove tutto si può negoziare, tutto si può vendere e tutto si può comprare. Ben …