Mese: Maggio 2011

"Sull'unità sindacale ascoltiamo Napolitano", di Valeria Fedeli*

Il monito e il richiamo alla responsabilità di ricostruire un clima di coesione e di unità del sindacato, che il Presidente della Repubblica ha pronunciato in occasione del 1 maggio, è stato differente da altre volte. Per questo, mi ha colpito e fatto riflettere. C’erano nelle sue parole, l’urgenza dei tempi di superamento dello stato di animosità e delle diffidenze esistenti, per non permettere che il crescente e lungo periodo di contrasti e divisioni sindacali diventi irriducibile ostilità e raggiunga un punto di non ritorno. Le sue parole sono state forti, esplicite, nette. Costringono tutti, secondo me, a superare la condivisione “ipocrita” e solo formale, come il Presidente stesso la definisce e porsi ciascuna organizzazione, la responsabilità di riflettere e rispondere. «La divisione sindacale è il punto di partenza per l’indebolimento generale dei lavoratori. Bisogna capire che la divisione è debolezza, che così avremo torto anche se abbiamo ragione…» diceva Giuseppe Di Vittorio al giovane LucianoLamaall’indomani della scissione sindacale. Questa frase antica ritorna alla mente non solo come monito, ma per la sua straordinaria attualità: …

"La guerra del cavaliere contro il presidente", di Eugenio Scalfari

Appena 48 ore fa i giornali berlusconiani erano moderatamente favorevoli ad alcune frasi del Presidente Napolitano pronunciate nel corso d´un convegno dedicato ad Antonio Giolitti nella ricorrenza della sua scomparsa. Quelle frasi erano rivolte alla sinistra italiana e contenevano un incitamento critico a far meglio il suo mestiere di opposizione che si propone di prendere il posto dell´attuale maggioranza di destra. Ma ieri il tono di quei giornali era completamente cambiato, suonando all´unisono con gli umori del Presidente del Consiglio. È bastato che Napolitano segnalasse la necessità costituzionale di un dibattito parlamentare che prenda atto della nomina di nove sottosegretari provenienti da gruppi parlamentari diversi da quelli che vinsero le elezioni del 2008, per scatenarli in un rabbioso attacco alla più alta istituzione repubblicana, accusata di porsi come la sola vera opposizione al “buongoverno” del Cavaliere di Arcore. Questi continui capovolgimenti della destra berlusconiana e la sua costante aggressione contro i “magistrati eversivi” che pretendono di giudicare l´uomo votato dal popolo sono la prova provata che i tanti problemi che interessano la vita dei lavoratori, …

"Lo scempio del demanio per decreto", di Vittorio Emiliani

È da estremisti affermare che questo decreto per ridare vita all’economia, sancisce la morte di quanto resta dell’antica, ammirata (e già redditizia, o cretini) bellezza del nostro Paese? Oche esso concentra tutte le nefandezze e gli scardinamenti di regole? Macché estremisti. Siamo alla soluzione finale per il demanio costiero, per i beni culturali e paesaggistici. Il meccanismo è arcinoto: consumare altri beni pubblici strategici per consentire a certi privati ogni possibile profitto. Profitto che verrà ancor meno tassato perché il decreto Tremonti raccomanda energicamente al fisco di essere meno persecutorio. Con chi? Il decreto privatizza, in pratica, gli arenili col diritto di superficie per 90 anni, rendendo trasferibili gli immobili costruiti su beni demaniali. Misure siffatte sono così necessarie e urgenti da giustificare un decreto? Penso proprio di no. Modificano in peggio, in molti punti, le norme urbanistiche ed edilizie. Vengono devitalizzate le sovrintendenze, ridotti i tempi istruttori e le responsabilità per false dichiarazioni, gonfiate le cubature (salvando, bontà loro, i centri storici), e via devastando. Alle immediate critiche della Ue – in nome di …

"Scuola, l'Inganno delle assunzioni. Bastava il piano del 2007", di Francesca Puglisi e Giovanni Bachelet

Gli annunci del Governo sulle migliaia di assunzioni nella scuola sono solo propaganda elettorale: nel decreto sviluppo non è indicata alcuna cifra, e comunque i 30mila docenti in tre anni annunciati a voce dal ministro coprirebbero a malapena i 29mila pensionamenti del primo anno! L’unica certezza per il prossimo anno scolastico è la terza tranche di taglidell’impietosa mannaia della legge 133/08 (19.700 insegnanti e 14.500 Ata in meno) e il calo di investimenti nell’istruzione fino al magrissimo 3,2% del Pil stabilito dal Def di Tremonti che ci metterà fuori dall’Europa. Assorbire i precari e non crearne mai più era il programma del governo di centrosinistra: un piano di emergenza per sistemare l’eredità della Moratti (ultimo concorso: Berlinguer 1999) in vista diun nuovo e più razionale reclutamento futuro. Quando nel 2008 il centrosinistra è caduto, solo metà dei 150mila docenti e 30mila Ata previsti erano stati assunti; poi il duo Tremonti-Gelmini ha bloccato il piano. Lega e PdL hannocancellato più di 80mila insegnanti dall’organico senza bandire concorsi né varare nuove modalità di reclutamento. Tre anni di …

"Italia ai vertici della disuguaglianza redditi alti cresciuti sei volte più dei bassi", di Luisa Grion

I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri: la diseguaglianza invece di diminuire aumenta e non solo nei paesi in via di sviluppo, anche in Europa. In Italia più che altrove. Una tendenza che crea ingiustizie, blocca la crescita e frena l´ascensore sociale: quel meccanismo che fa sperare ai padri di potere dare ai figli una vita migliore. Lo denuncia l´Ocse con una ricerca che mette a nudo le disparità nei paesi dove il benessere dovrebbe essere sempre più diffuso. Così non è: nei 34 stati che fanno parte dell´organizzazione, il 10 per cento della popolazione più ricca ha in media redditi superiore nove volte rispetto al dieci per cento della popolazione più povera. Un divario che cresce sia dove il «gap» era già evidente, come in Israele e Usa, che nei paesi dove la diseguaglianza sociale è sempre stata bassa, come la Svezia o la Germania. In questo quadro, restando all´Europa, l´Italia è uno dei paesi che fa peggio: le fasce che stanno ai vertici della ricchezza hanno redditi sei volte …

Una Circolare che assomiglia tanto al «gioco delle tre carte», da superando.it

Avevamo denunciato, qualche tempo fa, la discriminazione nei confronti delle alunne e degli alunni con disabilità, cui era stato impedito di partecipare alla Finale Nazionale di Corsa Campestre dei Giochi Sportivi Studenteschi. Successivamente avevamo accolto con soddisfazione la mozione votata all’unanimità dalla VII Commissione alla Camera, che riconoscendo la discriminazione, aveva chiesto al Ministero di «ripristinare subito le norme relative all’integrazione delle alunne e degli alunni con disabilità». Ma ora una Circolare Ministeriale rischia di far rientrare tranquillamente “dalla finestra” quella discriminazione che la Camera aveva “messo alla porta”. Vediamo perché In primo piano dito puntato. Sullo sfondo volto sfuocato di uomo Circa un mese e mezzo fa, anche il nostro sito (se ne legga cliccando qui ) aveva denunciato la discriminazione nei confronti delle alunne e degli alunni con disabilità , cui era stato impedito di partecipare alla Finale Nazionale di Corsa Campestre dei Giochi Sportivi Studenteschi, svoltasi il 20 marzo a Nove (Vicenza), per la quale, appunto, non erano stati previsti i moduli di partecipazione per gli studenti con disabilità. Avevamo dunque chiesto …

"Un istituto democratico da salvare", di Michele Ainis

Tra poche settimane voteremo quattro referendum. O no? Sta di fatto che per raggiungere il seggio elettorale ci costringono alle montagne russe. Prima scegliendo una data balneare (e almeno in questo caso la perfidia costa: 300 milioni, 5 euro a ogni italiano, per il rifiuto d’accorpare i referendum alle amministrative). Poi sommergendo i quesiti con una coltre di silenzio nelle televisioni (da qui il richiamo sacrosanto di Napolitano). Infine sfogliando la margherita, strappandone un petalo alla volta. Dopo gli emendamenti introdotti nel decreto omnibus, il referendum sul nucleare attende solo che la Cassazione ne celebri i funerali. I due sull’acqua stanno per essere azzoppati attraverso la creazione di un’authority. Resterà in piedi il referendum sul legittimo impedimento, che a quel punto avrebbe bisogno di un paio d’ali per superare il quorum. D’altronde già da adesso il suo valore è per lo più simbolico, dato che la Consulta ha tagliato le unghie alla disciplina originaria. Sicché finirà per trasformarsi in un plebiscito pro o contro Berlusconi. Ai quesiti referendari capita sovente: nascono cavalli, lungo la strada …