Mese: Maggio 2011

Scuola, il Pd: “Per il governo ci sono figli e figliastri”

L’on. Ghizzoni: “Il prossimo anno ci saranno in Emilia-Romagna 881 docenti in meno mentre un apposito provvedimento assegna ben 400 docenti in più alla Lombardia”. Mentre in Emilia-Romagna si tagliano 881 docenti, alla Lombardia ne vengono assegnati 400 in più. La denuncia arriva dall’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura della Camera, che annuncia un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Gelmini. Ecco, in proposito, la sua dichiarazione. «Il prossimo anno ci saranno in Emilia Romagna 881 docenti in meno a fronte di un aumento di 7500 studenti. Invece per la Regione Lombardia è stato disposto un apposito provvedimento che ha assegnato 400 docenti in più. Purtroppo a Roma ci sono figli e figliastri e la Regione Emilia Romagna, che ha sempre avuto una scuola di qualità, è fortemente penalizzata dalle politiche del Governo. Chiederò con un’interrogazione di trovare una soluzione anche per i pesanti tagli della Regione Emilia Romagna, ma so già che anche questa volta non avremo al nostro fianco i deputati del centrodestra che a Bologna parlano tanto di federalismo e territorio, …

"L’irresistibile caduta dei fondi alla cultura", di Nicola Tranfaglia

Ogni anno meno soldi: l’Italia taglia dove ci sarebbe da investire Il rapporto di Federculture. Roberto Grossi, presidente di Federculture, presentando alla Camera dei Deputati (alla presenza dell’onorevole Gianfranco Fini) il Settimo Rapporto Annuale della sua Organizzazione che raggruppa le fondazioni pubbliche e gli enti locali che attendono al settore culturale, ha ricordato la drammatica situazione del nostro paese: «Il crollo della domus di Pompei, la chiusura di biblioteche e archivi storici straordinari, l’incapacità di ricostruire monumenti e palazzi il cuore di una città come l’Aquila tutto ciò denota un allontanamento dell’Italia da sé stessa, dai valori che l’hanno resa unica e grande. Ma soprattutto disegna il distacco una distanza sempre più grave tra i cittadini, le istituzioni e la politica. Si assottigliano l’orgoglio, il senso di appartenenza a una comunità e la legalità, si frustra la voglia di conoscenza della gente, la produzione libera e creativa, si appiattiscono l’eccellenza e il merito». E il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha affermato di recente: «L’arte della politica, la presa di conoscenza e l’assunzione di responsabilità …

"Imprese e politica economica in stand by", di Francesco Silva

Osservatori, operatori economici e policy maker concordano, a parole, su un punto: l’incremento della crescita economica è la condizione necessaria per poter affrontare con qualche probabilità di successo i maggiori problemi dell’economia e della società italiana: la bassa occupazione, il divario Nord-Sud, l’impoverimento della popolazione, l’indebitamento pubblico, la competitività. Questa convergenza per ora non si traduce né in azioni coerenti, né tanto meno in risultati concreti: il tasso di crescita permane assai depresso, e le previsioni di breve periodo non inducono a grande ottimismo. Uno dei motivi di questo stallo va ricercato nel fatto che il problema è visto e affrontato in modo piuttosto semplicistico. Non esiste infatti una sola mossa capace stimolare un’ accelerazione dello sviluppo, né tanto meno basta affermare che è necessaria più ricerca e innovazione, o modificare le regole del mercato del lavoro, o semplificare la Pubblica Amministrazione per ottenere il risultato auspicato: un conto è desiderare e un altro realizzare. Di questi problemi si parla da decenni, ma poco è cambiato: i freni allo sviluppo sono il frutto di resistenze …

"Il bluff di Berlusconi sulle leggi per le grandi città", di Marco Causi

Berlusconi ormai non stupisce più, è un disco rotto che recita sempre gli stessi versi, incurante della caduta di credibilità che gli deriva dalla mancata realizzazione delle promesse elettorali. È così con le leggi speciali, promesse a varie città nei diversi turni elettorali, mai arrivate in porto, oggi brandite per illudere i cittadini di Napoli. Si comincia con Roma, campagne elettorali del 2001 e del 2006, quando Berlusconi promise il rifinanziamento della legge speciale per Roma Capitale a condizione, naturalmente, che gli elettori della Capitale avessero scelto il candidato sindaco del centrodestra. Ma si sa: il buongusto istituzionale non è proprio ciò in cui Berlusconi eccelle. Paradossalmente, la legge per Roma Capitale verrà definanziata dal 2010 dall’attuale governo a un sindaco “amico” come Alemanno. Tanto amico da farsi prendere in giro, accettando l’azzeramento della vecchia legge in cambio di un decreto su Roma Capitale nell’ambito del federalismo fiscale, decreto di cui non c’è alcuna traccia. Si continua con Firenze, con promessa di legge speciale durante le elezioni del 2009, puntualmente smentita dai fatti. Il sindaco …

"La tentazione dei leghisti", di Gad Lerner

Ma siamo proprio sicuri che i leghisti milanesi, turandosi il naso, si recheranno compatti alle urne per votare Letizia Moratti? Lo sapremo fra quarantotto ore. Nel frattempo il dubbio serpeggia fra i clan rivali di un Pdl trascinato a forza su posizioni estremiste da Berlusconi, non appena intuito il rischio di rompersi l´osso del collo proprio nella sua capitale; a presidio della quale s´è ritrovato una sindachessa più fragile e impopolare del previsto Le perplessità di Umberto Bossi sulla ricandidatura della Moratti furono sempre dichiarate in pubblico. E nei giorni scorsi sono state ribadite con un duplice avvertimento al partner di governo: sia ben chiaro che, presentandosi capolista a Palazzo Marino, Berlusconi ha scelto di legarsi mani e piedi alla sorte di lady Mestizia; dunque il mancato conseguimento di quota 50% al primo turno, determinerebbe una “situazione difficile”. La Lega, con ragione, descrive il ballottaggio a Milano come una grave incognita; non solo per l´incertezza del suo esito, ma anche per il deterioramento nei rapporti interni alla coalizione che ne conseguirebbe. Nel frattempo, il candidato …

"La schedina di Bersani", di Mario Lavia

Dunque, in tasca Bersani ha questa schedina: 1-1-X-X. Sarebbe quella vincente. Un’asticella bassa, un ombrello in grado di evitare i goccioloni. Un risultato che verrebbe definito buono, a protezione del tranquillo corso bersaniano che ieri David Sassoli ha definito da «forza tranquilla» a cospetto del quale nessuno, nel Pd, potrebbe porre la questione dell’insufficienza del segretario. 1-1 significa la vittoria al primo turno di Fassino a Torino e Merola a Bologna, X-X vuol dire Pisapia e Morcone al ballottaggio. Facile? Non è detto. Anche se vanno dette due cose: che Fassino è preoccupato per l’enorme numero di liste e il conseguente rischio di dispersione del voto che gli impedirebbe di vincere al primo turno anche dando per scontata una percentuale abbastanza inevitabilmente inferiore a quella del suo predecessore. La seconda cosa è che Merola – a detta degli osservatori ma anche di qualche compagno di partito – ha via via denunciato limiti d’immagine e di proposta che a fronte del competitor leghista “dal volto umano”, Manes Bernardini, gli potrebbero precludere la vittoria già lunedì. «L’epoca …

"Prepotenza mediatica", di Giancarlo Bosetti

Si può accettare quel che sta accadendo in questa campagna elettorale come un normale surriscaldamento dei toni? La maggioranza e il suo premier beneficiano di una «sovraesposizione» tale da richiedere un «immediato riequilibrio» – ha detto l´AgCom multando il direttore del Tg1 – ma tutto quel che sa di equilibrio diventa un pensiero alieno, un´attitudine esotica, un´utopia, nel clima di ordinaria prepotenza che domina in casa nostra. Il Cavaliere straripa nelle radio locali e nazionali. Oggi avrà la festa scudetto in diretta, lunedì trasformerà, grazie a tutti o suoi media, le dichiarazioni spontanee al processo Mills in uno show e in un memento (ancora sulle «metastasi» dei palazzi di giustizia?) per mobilitare gli elettori ritardatari e distratti. Alle sproporzioni si aggiunge l´insulto ordinario (quelli che votano per gli altri sono stati promossi quest´anno a «sprovveduti») o quello infamante, magari basato su una bugia (la Moratti con Pisapia), ma nel dubbio l´errore viene promosso a strategia, a «spin» aggressivo, pur privo questa volta di «doctors» a tenere la regia; dunque non deve essere corretto, guai, ma …