Mese: Maggio 2011

«Tornare in Italia? Mai dire mai», di Paolo Fallai

Raggiungere l’ufficio di Paola Antonelli, al Moma di New York, è facile. Basta seguire una pattuglia di bambini di sei anni e una brigata di liceali nel Cullman Education Building sulla 54 ª strada. L’ingresso principale del Moma, assediato ogni anno da 2 milioni e mezzo di visitatori, per fortuna è dall’altra parte dell’edificio, sulla 53 ª . Bambini e liceali si disperdono verso i laboratori, tra la grande parete a vetri sul «Giardino delle sculture» e una Ferrari da Formula uno appesa a muso in giù. Arrivare agli uffici, al terzo piano, significa conquistare una merce rara: il silenzio. Paola Antonelli è la curatrice del dipartimento architettura e design del Moma: è un intero piano di questo straordinario museo della creatività dedicato a definire, rappresentare e difendere il concetto di modernità. È quasi superfluo citare la rivista «Art Review» , che l’ha inserita tra le cento persone più potenti nel mondo dell’arte. Basta ricordare che un altro italiano con un incarico di tale prestigio, nel mondo culturale, non c’è. E che lei, nata a …

"Silvio invade la tv e fa flop a rete unificate" di Simone Collini

In attesa di altri cambiamenti, gli italiani intanto cambiano canale quando vedono Berlusconi. Lo dicono i dati Auditel. Tutti i tg che venerdì hanno trasmesso le interviste-comizio hanno perso telespettatori. A beneficio degli altri (Tg3 e TgLa7) che hanno aumentato gli ascolti. Non solo. Il monitoraggio minuto per minuto dei telegiornali che hanno violato la par condicio dimostra che proprio quando è comparso il premier, in molti hanno messo mano al telecomando. Il Tg1 e il Tg5 hanno perso mezzo punto percentuale mentre Berlusconi cominciava a parlare di bandiere con falce e martello e del Duomo presto invaso da zingari e islamici. Un calo non da poco, visto che già quando i telespettatori hanno appreso delle interviste a Berlusconi durante i titoli di testa, hanno cercato qualcosa di meglio. Il Tg1 ha perso oltre due punti percentuali e 584mila telespettatori, rispetto al giorno prima. Il Tg2 188mila. Non è andata meglio ai canali Mediaset. Il Tg5 ha perso 20mila telespettatori rispetto al giorno prima, il fedelissimo Tg4 75mila, passando dal 6,1% di share di giovedì …

"Roma, settimana di fuoco per i tagli al tempo pieno", di Alessandra Migliozzi

Si moltiplicano i ricorsi al Tar. Meno 111 classi nella primaria. Da domani proteste negli istituti. Comincia l’orario-spezzatino con più maestri. Genitori sul piede di guerra. Nelle scuole romane sale la protesta per i tagli decisi dal ministero dell’Istruzione che in questi giorni si stanno concretizzando: ai presidi sono arrivate le disponibilità di docenti per il prossimo settembre e le richieste di tempo pieno, alla primaria, non sono state completamente soddisfatte. Mentre l’inglese perde di qualità con gli specialisti che passano da 445 a 98: insegneranno la lingua i maestri di matematica e italiano. Alle superiori, come spiegano dal liceo Croce «c’è persino il rischio che le classi del primo anno del triennio vengano accorpate senza tenere conto dell’indirizzo che il ragazzo frequenta». Ovvero, potrebbe scattare il cambio in corsa. Per questo da domani il coordinamento delle scuole romane in mobilitazione organizzerà proteste in tutti gli istituti. Il 30 e 31 maggio scatterà la contestazione sotto al ministero dell’Istruzione con due sit-in. Alcune scuole stanno facendo ricorso al Tar contro i tagli. Negli scorsi giorni …

"Produttività e debito le due sfide perse", di Luigi Spaventa

L´agenzia di rating Standard & Poor, pur non abbassando il voto assegnato all´Italia, ha espresso una valutazione negativa sulle prospettive economiche del nostro paese. Nella crisi la caduta dell´Italia è stata maggiore, dopo la crisi la ripresa è stata minore. L´agenzia di rating non è un´associazione etero-diretta dai magistrati comunisti nella prassi, una valutazione siffatta segnala una probabilità elevata, pari a un terzo, che il voto possa essere abbassato in un futuro non lontano. In premessa, si vorrà concordare che Standard & Poor non è un´associazione con finalità di eversione del governo in carica, o etero-diretta da un nucleo di magistrati comunisti: le sue non sempre infallibili valutazioni possono essere certo discusse, ma nel merito e considerandone le implicazioni di politica economica. Un giudizio di prospettive negative fu espresso di recente anche nei riguardi degli Stati Uniti. Pur se l´analisi riguarda sempre la finanza pubblica, le motivazioni sono diverse nel caso americano e in quello italiano. Nel primo, si punta il dito contro l´incapacità di controllare un disavanzo elevato e destinato a crescere nel più …

"Gli indignati, un «contagio» che unisce l'Africa all'Europa", di Loretta Napoleoni

Nouriel Roubini, il celeberrimo economista che ha predetto la crisi del credito, sostiene che il debito privato, e cioè quello accumulato dalle banche perseguendo una politica del credito scellerata, si è trasformato in debito pubblico. Fin qui siamo tutti d’accordo. Roubini però aggiunge che le politiche perseguite dal Fondo Monetario e dall’Europa Unita per arginare la crisi del debito sovrano stanno trascinando l’Europa lungo una spirale recessiva pericolosissima. La formula dell’austerità – riduzione della spesa pubblica e dei salari per contenere il debito – in realtà lo ingigantisce poiché riduce il reddito e quindi il gettito fiscale, il consumo e l’occupazione. E dato che le economie europee sono legate a doppio filo dalla globalizzazione, questa contrazione potrebbe a lungo andare contaminare anche quelle più floride, come la Germania e la Francia. Invece di tirare la cinghia, l’Europa dovrebbe inventarsi un piano di salvataggio dell’economia alla Keynes, un’iniezione massiccia di denaro da far confluire nell’economia reale non in quella virtuale degli hedge funds. Mancano però in questo nostro mondo futurista, dove la tecnologia viaggia costantemente sulle …

"Omofobia, la legge che fa paura", di Irene Tinagli

In Italia un’aggressione motivata da questioni razziali o religiose è punita, come in tutti i Paesi occidentali, con un’aggravante specifica. Ma un’aggressione motivata da odio contro un diverso orientamento sessuale no. Aggravanti per questo tipo di violenza esistono in Germania, Francia, Spagna, Inghilterra o Svezia, ma non da noi. La legge che verrà discussa domani in Parlamento vorrebbe allineare l’Italia a questi Paesi, aggiungendo alle possibili cause di aggravante non solo l’orientamento sessuale ma anche l’età. Cosa significa? Non significa, come alcuni credono, che qualsiasi aggressione a gay sarà soggetta a una pena più grave, ma solo quelle motivate dall’odio verso il loro essere gay in quanto tali. Né significa che non si potranno esprimere idee contrarie all’omosessualità, perché il testo non istituisce il reato di incitamento all’odio omofobico (così come esiste per chi incita all’odio razziale o all’antisemitismo). Si tratta quindi di una legge più «blanda» rispetto, per esempio, a quella tedesca, che prevede anche il reato di incitamento all’omofobia. Ciò nonostante è un provvedimento oggetto di grande discussione e di un iter molto …

"L'estremista Golia e il David moderato", di Eugenio Scalfari

L’invasione televisiva di Berlusconi è un fatto vergognoso che si ripresenta ad ogni campagna elettorale, alla faccia della “par condicio” dietro la quale si riparano i berluschini. La novità di questa volta consiste – per quanto possiamo cogliere dalle prime reazioni del pubblico – nell´inefficacia del messaggio berlusconiano: è passato come acqua sul vetro. Se quello è lo strumento per rimontare la sconfitta subita dal centrodestra nel primo turno elettorale, tutto porta a ritenere che il risultato dei ballottaggi confermerà che il “tappo è saltato” e la fascinazione mediatica del Cavaliere di Arcore è ormai diventata una logora liturgia che non riesce più a sedurre i fedeli ormai in libera uscita. La domanda che a questo punto si pone riguarda la Lega, poiché la sconfitta del Pdl al primo turno elettorale ha scompaginato il leghismo altrettanto se non addirittura di più. Come si spiega questo fenomeno del tutto inatteso? Dipende da un parziale disimpegno di Bossi e dei suoi colonnelli? Da errori commessi soprattutto nella politica dell´immigrazione? Oppure anche nella Lega come nel Pdl, da …