Berlino sarà la prima potenza industriale a rinunciare completamente all’atomo, che attualmente copre il 22% del suo fabbisogno energetico. Dei 17 impianti chiusi dopo il disastro di Fukushima, 8 non saranno più riattivati. L’annuncio del ministro dell’ambiente: “Non torneremo indietro”. È ufficiale: dal 2022 la Germania non utilizzerà più l’energia nucleare. L’annuncio arriva dal ministro dell’Ambiente di Berlino: “E’ una decisione irreversibile”, ha detto Norbert Rottgen dopo una riunione tra i leader della coalizione e la cancelliera Angela Merkel. “Dopo una lunga consultazione – ha detto ancora Rottgen – c’è un’intesa, una scelta decisiva e chiara”.
La decisione arriva al termine di una riunione fiume di 12 ore – che ha visto partecipare i tre partiti della coalizione (Cdu, Csu e Fdp), ma durante la quale sono stati coinvolti anche Socialdemocratici e Verdi – e a tre mesi dal disastro nucleare di Fukushima.
L’addio al nucleare comporterà scelte importanti dal punto di vista delle politiche energetiche del paese: attualmente, il 22 per cento del fabbisogno d’energia arriva proprio dal nucleo e il piano prevede che gran parte dei reattori venga disattivato entro la fine di quest’anno. Inoltre una prima parte – i reattori costruiti prima del 1980 – erano stati spenti subito dopo il disastro giapponese. Ne rimarranno attivi quindi solo tre che funzioneranno per altri 11 anni al massimo. Il ministro ha spiegato che gli otto reattori dei 17 che non sono collegati alla rete di produzione di energia elettrica non saranno più riattivati.
L’annuncio segue la tempistica anticipata da un articolo pubblicato sulla Bild: entro inizio giugno, scriveva il giornale, lo coalizione liberal democristiana avrebbe iniziato a lavorare all’alternativa energetica al nucleare. Uno dei pilastri del nuovo piano è l’eolico, con nuove aree designate per ospitare gli impianti e turbine eoliche ancora più efficienti.
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