Decreto Omnibus con fiducia per aggirare il voto con un semplice rinvio del ritorno all’atomo. Stella Bianchi denuncia lo scippo del governo. Cancellare il referendum sull’atomo? Il governo ci prova e pone la fiducia in Aula alla Camera sul decreto legge omnibus, con il testo approvato dalle Commissioni parlamentari identico a quello del Senato, dove ci sono le norme ammazza-referendum. L’annuncio è stato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, appena iniziata la seduta. Il provvedimento va convertito in legge entro il 30 maggio prossimo. Il voto di fiducia si terrà domani pomeriggio. Quella dei tempi suona però come una banale scusa, arriva la fiducia sprint perché la maggioranza teme di incassare altre sconfitte in aula dopo quelle della settimana scorsa.
Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Partito Democratico, sulla fiducia posta dalla maggioranza è netta: «Con la decisione di mettere la fiducia sul decreto omnibus, il governo le prova tutte per sfuggire al voto degli italiani nel referendum indetto per il 12 e 13 giugno. Nelle norme che l’esecutivo vuole imporre non c’è nessun abbandono del piano nucleare ma solo un rinvio per evitare il giudizio dei cittadini che, come già dimostrato dal voto in Sardegna, è nettamente contrario al ritorno delle centrali nucleare in Italia».
Un decreto omnibus nella peggiore tradizione di Berlusconi e Tremonti, pieno di trovate elettorali per provare ad arginare l’emorragia di voti del primo turno delle amministrative. Si spazia dai fondi alla cultura al divieto d’incrocio tv-quotidiani fino alla partecipazione della Cassa depositi e prestiti in società strategiche nazionali. Per questo Pierpaolo Baretta, capogruppo Pd della commissione Bilancio della Camera, parla di “una fiducia inutile e sbagliata che serve a nascondere, in vista dei prossimi ballottaggi, i contenuti miserevoli di questo decreto. Si utilizza la scusa che non c’è tempo per nascondere la realtà e cioè che questo provvedimento non affronta alcun problema e non dà risposte adeguate alla grande questione dell’economia e dello sviluppo del nostro paese. C’è voluto il terremoto in Giappone perché il governo si rendesse conto che sul nucleare non si può andare avanti e intervenisse con l’intento di vanificare l’efficacia del referendum. Infine siamo al paradosso – conclude Baretta – per cui si aumentano le accise sulla benzina per recuperare i tagli alla cultura e si promette l’abolizione delle multe per vincere le amministrative a Milano”.
COME CANCELLARE IL REFERENDUM SENZA UN DIBATTITO, SOLO CON LA FIDUCIA
Presentato dall’esecutivo dopo il disastro di Fukushima e motivato dalla necessità di acquisire nuovi dati sulla sicurezza delle attuali tecnologie, l’emendamento sul nucleare contenuto nel decreto Omnibus riguarda la rinuncia, limitatamente ad un anno, all’energia atomica da parte dell’Italia. Con il sì della Camera vi sarebbe dunque solo una moratoria temporanea e non sarebbero abrogate tutte le disposizioni relative alla localizzazione e alla realizzazione di nuove centrali nucleari. Le ragioni del referendum verrebbero perciò aggirate, mentre il programma per il riavvio in Italia degli impianti subirebbe solo una battuta d’arresto e non uno stop definitivo.
“Con la questione di fiducia posta oggi questa maggioranza proclama l’ennesima giornata della vergogna – attacca Ermete Realacci, responsabile green economy del PD – ancora una volta con la fiducia si espropria il Parlamento delle sue prerogative e si da uno schiaffo al sacrosanto diritto dei cittadini di sapere con chiarezza, senza trucchi o giochetti, quali sono le reali intenzioni del Governo sul futuro del nucleare in Italia. Un motivo in più per andare in massa il 12 giugno a votare per i referendum, una ragione in più per scegliere ai ballottaggi i candidati contrari al nucleare. Il plebiscito contro il nucleare che c’è stato la scorsa settimana in Sardegna la dice lunga su come la pensano gli italiani su questo tema tanto importante per il loro futuro. Berlusconi lo sa bene e per questo vuole togliere la possibilità di esprimersi. Ma i cittadini di Milano, Napoli o Vercelli devono sapere c’è anche questo che differenzia il centro sinistra dal centro destra: noi non vogliamo il nucleare, loro sì”.
Il Pd si opporrà a questo tentativo: il governo vuole solo rinviare le scelte per poi riproporre il piano faraonico delle colate di cemento per centrali che sono già vecchie prima di cominciare a funzionare. Tra l’altro vi sono solo due centrali del tipo previsto anche per l’Italia in costruzione nel mondo: una in Francia, l’altra in Finlandia. E sia la Francia che la Finlandia stanno svenandosi per completarle e sono in estremo ritardo con i tempi previsti. La Germania invece sta già ragionando su come uscire dal nucleare.
Insomma c’è tempo per un voto che rimanda il piano del nucleare e cancella il referendum, ma non ce n’è per soddisfare la richiesta fatta dal capo dello Stato al Governo di ufficializzare la mutata composizione della sua maggioranza dopo l’ingresso dei “responsabili” perché lo decideranno i capigruppo tra una decina di giorni a urne chiuse. Ne c’è tempo per eleggere il giudice che manca alla Corte costituzionale, proprio in vista di alcune sentenze sui temi più cari al Cavaliere.
Ma.Lau.
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