Da oggi i genitori manifestano a staffetta davanti all’Ufficio di via Castagnoli. Hanno aderito una sessantina di mamme e papà: fra questi, l’attore Ivano Marescotti, che parteciperà pure al programma di animazioni. Avranno tutti il cartello al collo: “La scuola ha fame, io solidarizzo con la mia scuola”. E da oggi pomeriggio, per sette giorni, con turni di sei ore, giorno e notte, rinunceranno a cibo e acqua. Davanti all’ufficio scolastico, in via Castagnoli. Uno sciopero della fame a staffetta contro i tagli alla scuola pubblica statale. Simbolico, forse. Ma potente, molto. Una sessantina di mamme e papà hanno già aderito. Tra loro anche l’attore Ivano Marescotti, i neo eletti in consiglio comunale (tutti della coalizione di centrosinistra) Francesco Errani e Mirco Pieralisi, i neo consiglieri di quartiere Marta Nicotra e Sergio Zappoli.
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Ogni giorno, verso le 18, sono previste animazioni con artisti solidali: oggi alle 16 Francesca Ballico legge Tognolini, poi il teatro con Giuliano Bugani, Marescotti alle 17,30 e Davide Lora. “La scuola pubblica è già alla fame e dopo due anni di tagli, dichiarati illegittimi dal Tar, continua il massacro, con un terzo e micidiale taglio”, contestano i genitori.
Per questo l’Assemblea delle scuole, che riunisce genitori e insegnanti, e il Coordinamento dei presidenti dei consigli di circolo e di istituto hanno promosso la mobilitazione. E un appello al nuovo sindaco Virginio Merola, inviato ieri a tutti i sindaci e assessori della provincia, a partecipare alla delegazione che, il 26 maggio, a chiusura dello sciopero della fame, incontrerà il “provveditore” Vincenzo Aiello.
“Chiediamo alle forze della politica e della cultura di non essere lasciati soli in questa battaglia fondamentale per la democrazia, per il futuro dei figli e del paese”, dice il portavoce Giancarlo Ambrogio Vitali. L’ultimo giorno ci sarà una manifestazione a microfono aperto per far salire ai piani alti dell’ufficio scolastico il dissenso contro i tagli. “Ormai la scuola è allo sfacelo”, dice Giorgia Telloli, mamma di tre figli, uno in arrivo. “Alle Longhena, come in altre scuole, è stato tagliato un insegnante e questo comporta lo smantellamento del tempo pieno, un modello pedagogico che funziona, che cresce bambini interessati, belle persone”. Giorgia allarga le braccia: “Abbiamo protestato tanto, ma i tagli non si sono fermati. A questo punto non sappiamo più come attirare l’attenzione. Basteranno i nostri corpi?”.
da www.repubblica.it