Il vento del nord, dopo vent’anni d’indiscusso potere del centro-destra, ha cambiato direzione.
E lo ha fatto inaspettatamente, sorprendentemente oltre ogni previsione, proprio a Milano nella capitale del nord e del berlusconismo, nel cuore della fantapadania tanto cara alla Lega.
Il voto milanese alle amministrative del 15 e 16 maggio a Milano ha dato un responso netto e inequivocabile: 48% allo sfidante Pisapia contro il 41% al sindaco uscente Moratti.
Entrambi andranno tra due settimane al ballottaggio.
A ben guardare i programmi dell’uno e dell’altro,sono molte le affinità nei titoli e sui temi specifici.
Quello della Moratti si riassume in 100 nuovi progetti per Milano. Ebbene sui 100 progetti, si fa per dire che sono tanti, compreso quello (meritorio) sulla tutela degli amici a quattro zampe (cani e gatti), dalla cuccia al cimitero, poche righe distratte, d’ordinaria amministrazione dedicate alla scuola dell’infanzia con qualche bugia perchè le liste d’attesa ci sono eccome. Impegno a migliorare la refezione scolastica (perché fortemente criticata dai genitori), a mettere in sicurezza gli edifici (e sono ancora tanti non a norma), niente a difesa del tempo pieno poco o niente sull’integrazione degli stranieri.
Tutti temi di profondo imbarazzo, di profonde contraddizioni e qualche insuccesso per un sindaco uscente come la Moratti, a suo tempo paracadutata a Milano da Berlusconi proprio dal Ministero dell’Istruzione . Ministro d’una Istruzione volutamente non più pubblica.
Dall’altra parte, nel programma di Pisapia, troviamo un capitolo intero dedicato alla scuola che va sotto il titolo “Scuola e senso civico”.
Scuola e senso civico perché è nella scuola pubblica che si formano le coscienze dei futuri cittadini di domani.
Impegno in difesa della scuola pubblica, della qualità della scuola pubblica, del ruolo sociale e della dignità degli insegnanti, della qualità e della sicurezza delle strutture scolastiche. E ancora, integrazione civile , culturale e buone pratiche scolastiche, riapertura delle scuole civiche serali paritarie (dai licei ai tecnici e professionali) e rientro degli adulti nel sistema dell’istruzione. Questi i due programmi a confronto sulla scuola. E non poteva essere diversamente se nel programma Moratti c’è poco impegno e sostegno alla scuola pubblica.
Dopo i tagli e l’abbandono della scuola statale da parte del governo Berlusconi, non ci si poteva aspettare altro che la stessa coerenza nel programma del sindaco uscente ed ex Ministro dell’Istruzione, volutamente non pubblica.
E’ a partire dall’operato dell’ex ministro dell’istruzione Moratti che ha inizio lo smantellamento e il decadimento della scuola pubblica.
Tutto ciò spiega il silenzio sulle difficoltà in cui versa la scuola pubblica e l’appiattimento della Moratti sui tagli decisi dal governo Berlusconi, l’indebolimento delle politiche sull’integrazione degli stranieri per tener buona la Lega, il silenzio sul tempo pieno che a Milano raccoglie le adesioni più alte d’Italia con oltre il 93% delle classi.
Credo che gli elettori milanesi si siano già fatti da tempo un’idea ben precisa sulla scuola pubblica e su chi la difende veramente ben al di là dei programmi e dei proclami, vivendo sulla propria pelle e su quella dei loro figli le pesanti politiche dei tagli e del malfunzionamento dei servizi di questi ultimi anni. Per non parlare degli ostacoli posti all’integrazione degli alunni stranieri e di quelli diversamente abili.
Un’idea , quella sulla scuola che affiancata ai tanti problemi che affliggono la città, peserà e peserà parecchio al momento del ballottaggio, perché è soprattutto dalla scuola e nella scuola che passa il futuro di Milano e dei giovani milanesi.
da Scuola Oggi 19.05.11