"Ora, presto, l’alternativa", di Stefano Menichini
Non ce l’aspettavamo così. Nessuno se l’aspettava così. Neanche Giuliano Pisapia e i suoi bravi ragazzi, oggi ebbri di gioia, meritatamente elevati a eroi nazionali dopo anni trascorsi da pecore nere. Neanche Bersani, che pure aveva visto giusto e s’era sbilanciato sul ballottaggio. Neanche noi di Europa, che un mese e mezzo fa avevamo incitato il Pd nazionale a crederci di più, perché a Milano poteva realizzarsi il miracolo. È vero che il capolavoro deve ancora completarsi, ma il vento soffia nelle vele del centrosinistra. Lo dicono i numeri, che pretendono dalla Moratti una rimonta senza però bacini elettorali ai quali attingere, cosa che invece Pisapia può fare. E lo dice la politica. Mentre scriviamo la Lega tace. Sconfitta, ferita, furiosa, minacciosa. Che cosa le importa del destino della Moratti, difficile da recuperare? Che cosa le importa dei ballottaggi? Il collasso dei rapporti con Berlusconi potrebbe verificarsi anche prima del secondo turno. Anche oggi. Non sappiamo in quali forme. Ma la legislatura del 2008, trascinatasi fin qui, s’è chiusa. Con lo squillo di una stagione …