Messaggio del capo dello Stato per la Giornata mondiale contro l’omofobia, in contrasto con “la Costituzione e la Carta dei diritti Ue”. Un riferimento anche agli insulti alla parlamentare Pd Anna Paola Concia. Fini: “Combattere a livello culturale”. Schifani: “Contro l’intolleranza”. Carfagna: “Presto la legge”. In occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dirama un messaggio in cui richiama tutti a un comportamento rispettoso della dignità degli omosessuali. “Non bisogna sottovalutare – afferma il capo dello Stato – i rischi che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignità delle persone, contribuiscano a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica”.
Il messaggio del capo dello Stato, rientrato oggi dalla visita ufficiale in Israele, viene letto dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso della celebrazione della Giornata contro l’omofobia in corso nella sala del Mappamondo a Montecitorio. “L’ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali è inammissibile in società democraticamente adulte – prosegue Napolitano -. In altri Paesi democratici, persone che hanno dichiarato i loro orientamenti omosessuali hanno potuto raggiungere posizioni di grande rilievo, ricoprire alte cariche anche pubbliche”.
Ma Napolitano rileva “il persistere di discriminazioni e comportameni ostili nei confronti delle persone con orientamenti sessuali diversi” e il preoccupante ripetersi di “inammissibili episodi di impudente aggressività e intolleranza”. Atteggiamenti, sottolinea il presidente della Repubblica, che “contrastano con i dettami della nostra Costituzione e della Carta dei Diritti fondamentali della Ue”.
Per
questo, Napolitano ricorda l’invito del Parlamento europeo, “che non dobbiamo quindi ignorare”, a trovare misure efficaci per abbattere questo tipo di discriminazioni e invita a “denunciare e contrastare in tutte le sedi, e soprattutto in quella politica, con costanza e con fermezza le aggressioni fisiche, gli atti di bullismo, le preoccupazioni verbali, quali quelle che hanno investito anche un autorevole membro del Parlamento italiano”, riferimento, quest’ultimo, al caso di Anna Paola Concia 1 del Pd, violentemente insultata in strada assieme alla compagna nei pressi della Camera, poco meno di un mese fa.
“La battaglia contro l’omofobia e le discriminazioni che ne derivano – conclude Napolitano – non deve essere condotta solo ad opera di meritorie avanguardie, ma deve divenire un ben più vasto impegno civile”.
Fini: “Combattere a livello culturale”. Dopo aver letto il messaggio del capo dello Stato, il presidente della Camera Gianfranco Fini ribadisce la convinzione che “l’omofobia deve essere combattuta a livello culturale, rimuovendo quel pregiudizio ancora molto diffuso che impedisce agli omosessuali di vivere nella vita i loro diritti fondamentali”. Fini auspica la “necessaria convergenza di tutte le forze politiche democratiche, perché il rispetto della dignità della persona umana rappresenta un caposaldo di autentica civilta” e giudica “molto opportuna” la decisione del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, di aprire un’indagine sul rifiuto del rinnovo della patente, giorni fa, a un giovane omosessuale.
Schifani, condanna dell’intolleranza. “Desidero ribadire la condanna più ferma a nome mio e dell’Assemblea di Palazzo Madama, per qualsiasi episodio di intolleranza, specialmente se legato all’orientamento di genere” scrive nel suo messaggio il presidente del Senato Renato Schifani. “I principi dell’inviolabilità della persona e del rispetto della dignità umana – aggiunge la seconda carica dello Stato – sono alla base della nostra Carta costituzionale e la difesa di questi valori fondamentali deve essere al centro della nostra azione politica e istituzionale fino a quando ogni discriminazione di qualsiasi natura non cesserà del tutto”.
Carfagna: “Quanto prima la legge”. “Il messaggio è semplice: l’orientamento sessuale non può essere causa di disuguaglianza sociale” afferma il ministro per le Parti opportunità. E’ una battaglia, aggiunge Mara Carfagna, che “mi sta molto a cuore. L’interesse al riguardo è cresciuto col tempo, grazie anche all’amicizia con la deputata Anna Paola Concia e al suo atteggiamento costruttivo. Abbiamo trovato una sintesi, un terreno comune per portare avanti la battaglia per garantire uguaglianza alle persone omosessuali”. Carfagna ammette che “l’Italia si è mossa in ritardo, ma la nostra presenza dimostra che vogliamo recuperare”. Per questo, il ministro auspica che “quanto prima” il provvedimento, promosso proprio da Concia, che prevede un aggravante per l’omofobia e altre discriminazioni “diventi legge dello Stato. Tra qualche giorno ci si dovrà esprimere, non dovrebbe creare alcuna opposizione perché contrasta un atto socialmente deprimevole. Il mondo politico non può perdere l’occasione”.
Concia: “Parlamento, un gesto di reponsabilità”. In merito alla sua proposta contro l’omofobia, la stessa Anna Paola Concia chiede al Parlamento un “gesto di responsabilità. Approviamola insieme, che non è di destra né di sinistra”. Durante la celebrazione, la Concia, commossa, sottolinea con forza: “Siamo cittadini come gli altri, abbiamo il diritto di vivere una esistenza senza discriminazioni e senza violenza. Come tutti gli altri contribuiamo al bene del Paese, ma non ci viene perdonato l’amore. Eppure il nostro amore non fa del male a nessuno. Ci vogliono far restare nel medioevo. Io dico: importiamo la democrazia da chi è più avanti di noi”.
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