L’on. Ghizzoni: “Il prossimo anno ci saranno in Emilia-Romagna 881 docenti in meno mentre un apposito provvedimento assegna ben 400 docenti in più alla Lombardia”. Mentre in Emilia-Romagna si tagliano 881 docenti, alla Lombardia ne vengono assegnati 400 in più. La denuncia arriva dall’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura della Camera, che annuncia un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Gelmini. Ecco, in proposito, la sua dichiarazione.
«Il prossimo anno ci saranno in Emilia Romagna 881 docenti in meno a fronte di un aumento di 7500 studenti. Invece per la Regione Lombardia è stato disposto un apposito provvedimento che ha assegnato 400 docenti in più. Purtroppo a Roma ci sono figli e figliastri e la Regione Emilia Romagna, che ha sempre avuto una scuola di qualità, è fortemente penalizzata dalle politiche del Governo.
Chiederò con un’interrogazione di trovare una soluzione anche per i pesanti tagli della Regione Emilia Romagna, ma so già che anche questa volta non avremo al nostro fianco i deputati del centrodestra che a Bologna parlano tanto di federalismo e territorio, ma a Roma appoggiano supinamente le scelte del Governo.
Il Governo ha cancellato in un triennio 87 mila posti di docente a livello nazionale, spacciando questa operazione di cassa come un taglio agli sprechi. Come parlamentari del Pd abbiamo già chiesto di cancellare l’ultima tranche di tagli (19700 posti docente), di predisporre un vero un piano straordinario di immissioni in ruolo, di superare la distinzione tra organico di fatto e organico di diritto, di stabilizzare il personale precario su tutti i posti vacanti».
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Il sindacato all’attacco: «Disposti anche ad azioni giudiziarie». Presto un incontro col dirigente dell’Emilia-Romagna
Scuola, in regione servono mille insegnanti. La richiesta della Flc-Cgil arriva dopo l’assegnazione di docenti alla Lombardia. «Non chiediamo la luna, solo di essere riallineati ai parametri nazionali. Servono mille docenti e siamo pronti ad ogni azione, anche giudiziaria». É la posizione di Flc Cgil Emilia-Romagna. Al segretario regionale Raffaella Morsia non sono andati giù i posti assegnati di recente in Lombardia: «Con un decreto specifico, le sono stati dati 400 docenti. E a noi? Non diciamo che non andavano incrementati quei posti. Ma i criteri devono essere oggettivi e trasparenti. Altrimenti è propaganda e clientelismo». Il sindacato ha fatto il punto con la stampa sulla situazione dei docenti e del personale Ata in regione. Una situazione che rischia di diventare sempre più critica compromettendo quella che è stata per anni un’eccellenza nazionale. «Nell’ultimo rapporto di Tuttoscuola – ha detto il segretario – l’Emilia-Romagna è passata dal 1º al 4º posto nella classifica delle scuole. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto la crescita di popolazione scolastica più alta d’Italia: 26%, 107mila unità. La media nazionale è 3,4%. A questo non sono corrisposti adeguamenti di organici, anzi. Qui ci sono il 6,5% degli studenti e solo il 6,3% dei docenti nazionali. Solo per il riallineamento servono almeno mille insegnanti». Il sindacato non chiede un trattamento di favore, ma semplicemente di ricevere quanto le altre regioni: «Fino a qualche anno fa il nostro tasso di dispersione era vicino a zero. Ora è cresciuto del 2,4%. Un dato che non è indipendente dal rapporto alunni/docenti e al numero di alunni per scuola, i più alti d’Italia. E al fatto che al nord ci siano il doppio dei precari rispetto al sud». Il sindacato (con le altre sigle del mondo della scuola) incontrerà il 19 il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per chiedere un forte impegno («Aveva riconosciuto l’insufficienza dei posti assegnati, vediamo come s’è mosso»). Che si unisca a quello chiesto a Regione Emilia-Romagna ed enti locali per fare fronte comune contro un «trattamento iniquo che rischia di compromettere il nostro sistema». E proprio agli enti locali il sindacato chiede di «non essere complici del governo: non si può rispondere al taglio del tempo pieno e prolungato con servizi come i doposcuola: dobbiamo sostenere la scuola. Altrimenti si fanno scelte adattive». La Flc ha detto di non escludere la via giudiziaria come è già stato fatto, ricorrendo al Tar, per il tempo pieno.
La Gazzetta di Modena 14.05.11