«Quando vado all’estero non riesco nemmeno a raccontare quello che succede in Italia. Mancano le parole perché i concetti non sono traducibili. Un governo che sistematicamente massacra il proprio territorio, che apre la strada alle infiltrazioni del malaffare, che peggiora i propri bilanci costringendosi a fornire infrastrutture agli abusivi, che mette a rischio la vita dei cittadini incentivando la violazione delle norme sismiche e di sicurezza idrogeologica. Come si fa a spiegare? Non ci credono». Vezio De Lucia, uno dei nomi storici dell’urbanistica, è indignato ma non sorpreso. In 26 anni ha visto tre condoni e ha sviluppato una sua teoria interpretativa.
«I terremoti non si possono prevedere, i condoni sì», spiega De Lucia. «Il primo, il Craxi-Nicolazzi, è del 1985. Il secondo, il Berlusconi-Radice, del 1994. Il terzo, il Berlusconi-Lunardi, del 2003. Uno ogni 9 anni. Il prossimo dovrebbe scattare nel 2012 e quello che sta succedendo in Campania suona come la premessa per estendere all’intero paese la sanatoria edilizia. Che, come tutte le altre, naturalmente sarà l’ultima della serie, parola di premier».
Questa volta però un nuovo condono sembrava impossibile. Le frane che in Calabria e in Sicilia hanno spazzato via le case abusive seminando lutti, la magistratura che aveva cominciato a far muovere le ruspe…
«Appunto. Aveva iniziato il sindaco di Eboli, Gerardo Rosania, che qualche anno fa aveva coraggiosamente fatto abbattere le case comprate dalla camorra. Poi è intervenuto Aldo De Chiara, il procuratore che ha colpito l’abusivismo a Ischia. Si è capito che l’Italia poteva diventare un paese europeo, un paese in cui le regole vengono rispettate e il merito premiato. Un problema per chi percepisce la legalità come una minaccia».
Nel caso degli altri condoni la motivazione era stata legata a esigenze di cassa: c’era bisogno di entrate fiscali e si era calcolato che con la sanatoria si poteva ottenere un incasso rapido.
«Un calcolo clamorosamente sbagliato o una bugia. E’ successo esattamente il contrario. Per ogni euro che lo Stato ha incassato dal condono ne ha dovuti spendere tre per costruire le infrastrutture necessarie. Senza calcolare le vittime dei disastri idrogeologici prodotti dal malgoverno del territorio».
Pensa che arriverà il quarto condono?
«Ho detto che me lo aspetto ma parlavo dal punto di vista statistico. In realtà non ho ancora perso la speranza: penso che una reazione sia possibile. I condoni precedenti hanno creato un disastro amministrativo, perché al danno economico si è associata la paralisi dei servizi visto che sono ancora aperte le pratiche della prima sanatoria, e un disastro legale, perché è stata alimentata la crescita della malavita organizzata che controlla buona parte del circuito illegale del cemento. Questa coazione a ripetere il danno non è compatibile con la rinascita di un’economia sana e quindi capace di durare nel tempo. Il condono edilizio è il più devastante dei condoni perché i suoi effetti negativi durano per secoli».
In passato le sanatorie hanno sempre incentivato una forte accelerazione degli abusi.
«E’ quello che sta già succedendo proprio ora: mentre siamo qui a parlare di sicuro c’è già chi sta aprendo centinaia di cantieri abusivi in tutto il paese. Del resto i vari piani casa berlusconiani avevano gettato le premesse di questo affondo illegale. Abbiamo il record di abusivismo in Europa».
La Repubblica 14.05.11