"La schedina di Bersani", di Mario Lavia
Dunque, in tasca Bersani ha questa schedina: 1-1-X-X. Sarebbe quella vincente. Un’asticella bassa, un ombrello in grado di evitare i goccioloni. Un risultato che verrebbe definito buono, a protezione del tranquillo corso bersaniano che ieri David Sassoli ha definito da «forza tranquilla» a cospetto del quale nessuno, nel Pd, potrebbe porre la questione dell’insufficienza del segretario. 1-1 significa la vittoria al primo turno di Fassino a Torino e Merola a Bologna, X-X vuol dire Pisapia e Morcone al ballottaggio. Facile? Non è detto. Anche se vanno dette due cose: che Fassino è preoccupato per l’enorme numero di liste e il conseguente rischio di dispersione del voto che gli impedirebbe di vincere al primo turno anche dando per scontata una percentuale abbastanza inevitabilmente inferiore a quella del suo predecessore. La seconda cosa è che Merola – a detta degli osservatori ma anche di qualche compagno di partito – ha via via denunciato limiti d’immagine e di proposta che a fronte del competitor leghista “dal volto umano”, Manes Bernardini, gli potrebbero precludere la vittoria già lunedì. «L’epoca …