"Scuola, memoria corta dei precari e le responsabilità del governo", di Amalia Perfetti
Viviamo in un Paese incredibile! Un Paese dalla memoria corta, molto corta? O un Paese in cui la “rimozione” è il più facile dei meccanismi? Il risultato è comunque lo stesso e sembra riguardare un’ampia fascia dei suoi cittadini, anche tra coloro che forse della memoria, a partire ovviamente da quella storica, dovrebbero essere i baluardi. Mi riferisco a quella categoria di cittadini di cui faccio parte, quella degli insegnanti, in particolare quella degli insegnanti precari. Sarà la condizione di precarietà ad affievolire la nostra memoria? Non lo escludo, anzi credo che questo strano fenomeno di memoria corta o di rimozione sia semplicemente il risultato di uno spirito, purtroppo naturale e banale, di sopravvivenza. Veniamo ai fatti. In questi giorni i precari della scuola, in particolar modo gli insegnanti, sono sulle spine in attesa della sortita di normative che li riguardano molto da vicino. Immissioni in ruolo, ricorsi, aggiornamento delle graduatorie dalle quali da anni “sperano” di essere immessi in ruolo, solo per fermarci all’essenziale. In tutto ciò non mancano, anzi abbondano, voci che si …