Dopo la denuncia dei democratici e le minacce di Bersani di salire sul tetto l’Autorità multa Minzolini. Zaccaria: “Paghi lui” e denuncia la nuova violazione del tg Rai con la messa in onda di un videomessaggio del premier. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha preso in considerazione l’esposto PD sull’eccessiva presenza di Berlusconi in tv e ha sanzionato per 100.000 euro il TG1.
La minaccia di Pier Luigi Bersani di salire sul tetto dell’AgCom se l’esposto non fosse stato preso in considerazione è servita e l’Autorità ha ordinato ai telegiornali di limitare la presenza di Silvio Berlusconi in video, dal momento che il presidente del Consiglio è anche candidato capolista alle comunali di Milano, e ha intimato “l’immediato riequilibrio” tra le forze di maggioranza e quelle di opposizione, con l’impegno a dedicare agli esponenti del esecutivo un tempo “riferito solo alla loro funzione governativa, nella misura strettamente indispensabile per assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione”.
Peccato che oggi il TG1 ha dato ampio spazio a un video di Berlusconi su YouTube, mentre ignora quelli di decine di candidati, a partire da quelli del PD.
Adesso la pazienza è finita, l’ordine fa seguito ad altri inviti in tal senso, per i quali “al Tg1 è stata applicata una sanzione di 100.000 euro, per l’inadeguata osservanza dell’ordine e dei richiami rivoltigli in precedenza”. Le orecchie di mercante del primo tg italiano però costano care a tutti noi telespettatori che paghiamo il canone. “Secondo noi la multa stabilita a carico del Tg1 deve pagarla di tasca sua il direttore Minzolini che ha voluto imporre le sue regole, prendendosi gioco di quelle stabilite dall’Autorità” afferma Roberto Zaccaria, deputato Pd e coordinatore del gruppo di ascolto sul pluralismo dell’informazione, che aveva presentato l’esposto.
“L’intervento dell’Agcom certifica che le nostre preoccupazioni sono fondatissime: il richiamo dell’Autorità e la multa al Tg1, per quanto giunte a pochissimi giorni dalle elezioni, accertano che nel sistema dell’informazione televisiva c’è uno squilibrio strutturale che dipende dal conflitto d’interessi. Ma è ovvio che gli interessati non si fermeranno di fronte alle prese di posizione dell’Autorità”. Proprio oggi il Tg1 e il Tg5 hanno violato pesantemente le disposizioni dell’Agcom mandando in onda un videomessaggio di Berlusconi, nonostante la circolare dell’11 aprile 2011, alla lettera f, vieta esplicitamente la trasmissione di videomessaggi nel corso delle campagne elettorali all’interno dei telegiornali e dei programmi di informazione.
E Zaccaria annuncia: “Su questo presenteremo il sesto ricorso delle opposizioni all’Agcom: al di là del tempo occupato dal servizio in questione, il problema è che si è trattato di un messaggio elettorale puro a favore di Berlusconi la cui immagine è stata a lungo proposta con lo sfondo di bandiere e simboli del suo partito, così come è possibile rintracciarla su youtube”.
Ecco comunque i dati rilevati: Tg5 ed. 13,00: video messaggio Berlusconi (annunciato anche nei titoli), tempo di notizia 54 sec, parola 18 sec, servizio sul clima politico, Finocchiaro 5 sec, Donati 5 sec, Fini 10, Capezzone 10 sec; servizio elezioni Torino, Fassino, tempo di parola 21 sec, Coppola 22, Berola 12 sec, Musy 11 sec. Mentre il Tg1 ed. 13,30: per il videomessaggio di Berlusconi tempo di parola 20 sec, quello di notizia 26 sec, per Bossi tempo di parola 17 sec, per i Responsabili 6 sec, Cesa 5 sec, Di Pietro, tempo di notizia 6 sec, Verdi, tempo di notizia 5 sec, Franceschini parola 16 sec..”.
C’è solo da sperare che “la decisione dell’arbitro Agcom va attuata gia’ nelle prossime ore. Si tratta, infatti, di un ordine di riequilibrio immediato che deve essere applicato da subito, a cominciare dal Tg1” dichiara il responsabile Forum Ict del Pd, Paolo Gentiloni, che aggiunge: “Se l’ennesimo cartellino giallo non avesse un seguito, nei prossimi giorni (anche in vista dei ballottaggi) l’Agcom non potrà che assumere misure ancora piu’ drastiche”.
“Bene l`intervento dell`Autorità per le comunicazioni. Abbiamo avuto ragione a fare gli esposti contro lo squilibrio clamoroso nell`informazione a pochi giorni dal voto. Ora la delibera dell`Autorità venga rispettata e soprattutto esca dal video il candidato Berlusconi” dice Vincenzo Vita, membro PD della commissione di Vigilanza Rai.
“C`è un altro passo da fare: le reti private di Mediaset, nel dare peso debordante al presidente del Consiglio – ha concluso -, costituiscono un caso vietato dalla legge di sostegno ‘privilegiato’. Parliamo di uno dei capitoli del conflitto d`interesse”.
Ma.Lau.
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