Giorno: 8 Maggio 2011

"Com'è lontana l'Europa", di Tito Boeri

Si intensificano gli sbarchi a Lampedusa: 842 persone in una notte. Sarebbero state di più se un barcone non fosse affondato vicino alle coste della Libia.A bordo aveva 600 persone. E si è allungato così il tragico elenco di chi, soprattutto donne e bambini, ha perso la vita in un tratto di mare di appena 70 miglia. Non sappiamo quanto abbia contato sull´intensificazione dei flussi verso Lampedusa la scelta di concedere permessi di soggiorno temporanei ai nuovi arrivati. Sappiamo però che la richiesta suicida di Berlusconi (sotto dettatura di Sarkozy) di “ristabilire temporaneamente controlli alle frontiere interne in caso di difficoltà eccezionali” non è caduta nel vuoto. Sono passati pochi giorni dal vertice italo-francese e la Commissione Europea ha presentato la sua “riforma” di Schengen. Se dovesse essere approvata permetterà a Francia, Svizzera e Austria e agli altri paesi di Schengen di ripristinare i controlli alle nostre frontiere in presenza di forti flussi di immigrati. Vorrà dire essere un po´ fuori dall´Europa. Proprio quando ne avremmo maggiore bisogno. La chiusura delle nostre frontiere ci condanna …

"Sull'unità sindacale ascoltiamo Napolitano", di Valeria Fedeli*

Il monito e il richiamo alla responsabilità di ricostruire un clima di coesione e di unità del sindacato, che il Presidente della Repubblica ha pronunciato in occasione del 1 maggio, è stato differente da altre volte. Per questo, mi ha colpito e fatto riflettere. C’erano nelle sue parole, l’urgenza dei tempi di superamento dello stato di animosità e delle diffidenze esistenti, per non permettere che il crescente e lungo periodo di contrasti e divisioni sindacali diventi irriducibile ostilità e raggiunga un punto di non ritorno. Le sue parole sono state forti, esplicite, nette. Costringono tutti, secondo me, a superare la condivisione “ipocrita” e solo formale, come il Presidente stesso la definisce e porsi ciascuna organizzazione, la responsabilità di riflettere e rispondere. «La divisione sindacale è il punto di partenza per l’indebolimento generale dei lavoratori. Bisogna capire che la divisione è debolezza, che così avremo torto anche se abbiamo ragione…» diceva Giuseppe Di Vittorio al giovane LucianoLamaall’indomani della scissione sindacale. Questa frase antica ritorna alla mente non solo come monito, ma per la sua straordinaria attualità: …

"La guerra del cavaliere contro il presidente", di Eugenio Scalfari

Appena 48 ore fa i giornali berlusconiani erano moderatamente favorevoli ad alcune frasi del Presidente Napolitano pronunciate nel corso d´un convegno dedicato ad Antonio Giolitti nella ricorrenza della sua scomparsa. Quelle frasi erano rivolte alla sinistra italiana e contenevano un incitamento critico a far meglio il suo mestiere di opposizione che si propone di prendere il posto dell´attuale maggioranza di destra. Ma ieri il tono di quei giornali era completamente cambiato, suonando all´unisono con gli umori del Presidente del Consiglio. È bastato che Napolitano segnalasse la necessità costituzionale di un dibattito parlamentare che prenda atto della nomina di nove sottosegretari provenienti da gruppi parlamentari diversi da quelli che vinsero le elezioni del 2008, per scatenarli in un rabbioso attacco alla più alta istituzione repubblicana, accusata di porsi come la sola vera opposizione al “buongoverno” del Cavaliere di Arcore. Questi continui capovolgimenti della destra berlusconiana e la sua costante aggressione contro i “magistrati eversivi” che pretendono di giudicare l´uomo votato dal popolo sono la prova provata che i tanti problemi che interessano la vita dei lavoratori, …

"Lo scempio del demanio per decreto", di Vittorio Emiliani

È da estremisti affermare che questo decreto per ridare vita all’economia, sancisce la morte di quanto resta dell’antica, ammirata (e già redditizia, o cretini) bellezza del nostro Paese? Oche esso concentra tutte le nefandezze e gli scardinamenti di regole? Macché estremisti. Siamo alla soluzione finale per il demanio costiero, per i beni culturali e paesaggistici. Il meccanismo è arcinoto: consumare altri beni pubblici strategici per consentire a certi privati ogni possibile profitto. Profitto che verrà ancor meno tassato perché il decreto Tremonti raccomanda energicamente al fisco di essere meno persecutorio. Con chi? Il decreto privatizza, in pratica, gli arenili col diritto di superficie per 90 anni, rendendo trasferibili gli immobili costruiti su beni demaniali. Misure siffatte sono così necessarie e urgenti da giustificare un decreto? Penso proprio di no. Modificano in peggio, in molti punti, le norme urbanistiche ed edilizie. Vengono devitalizzate le sovrintendenze, ridotti i tempi istruttori e le responsabilità per false dichiarazioni, gonfiate le cubature (salvando, bontà loro, i centri storici), e via devastando. Alle immediate critiche della Ue – in nome di …