È da estremisti affermare che questo decreto per ridare vita all’economia, sancisce la morte di quanto resta dell’antica, ammirata (e già redditizia, o cretini) bellezza del nostro Paese?
Oche esso concentra tutte le nefandezze e gli scardinamenti di regole? Macché estremisti. Siamo alla soluzione finale per il demanio costiero, per i beni culturali e paesaggistici. Il meccanismo è arcinoto: consumare altri beni pubblici strategici per consentire a certi privati ogni possibile profitto. Profitto che verrà ancor meno tassato perché il decreto Tremonti raccomanda energicamente al fisco di essere meno persecutorio. Con chi?
Il decreto privatizza, in pratica, gli arenili col diritto di superficie per 90 anni, rendendo trasferibili gli immobili costruiti su beni demaniali. Misure siffatte sono così necessarie e urgenti da giustificare un decreto? Penso proprio di no. Modificano in peggio, in molti punti, le norme urbanistiche ed edilizie. Vengono devitalizzate le sovrintendenze, ridotti i tempi istruttori e le responsabilità per false dichiarazioni, gonfiate le cubature (salvando, bontà loro, i centri storici), e via devastando.
Alle immediate critiche della Ue – in nome di una più aperta concorrenza fra gli operatori – alla concessione delle spiagge a privati per 90 anni il ministro Prestigiacomo, con ragionamento addirittura acuminato, ha risposto che lo si è fatto per tutelare i nostri concessionari. Risposta che provocherà altre censure europee. Se infatti il fatturato annuo degli stabilimenti balneari si aggira sui 2 miliardi, l’incasso dello Stato per i canoni demaniali si ferma prima dei 100 milioni, meno del 5 per cento, mentre le tariffe dei nostri stabilimenti balneari risultano mediamente più elevate di quelle dei Paesi direttamente concorrenti.
Ogni volta che il governo ha provato ad aumentare canoni per lo più irrisori, la protesta dei titolari dei Bagni è stata furente. Con la concessione dilatata al secolo, o quasi, e con la licenza di costruire e poi di vendere il costruito, il Demanio potrà aumentare canoni e incassi. Ma a spese di chi? E tutto da verificare. Probabile che numerose spiagge ancora libere per chilometri verranno sfruttate a fini speculativi creando nuovi stabilimenti, nuove strade di accesso, nuovi parcheggi, e via cementificando e asfaltandodune e altro. Coi 90 anni si possono remunerare anche investimenti cospicui.
È possibile che il governo Berlusconi voglia favorire alcuni gruppi italiani ben provvisti di capitali. Tutto è possibile con un simile concentrato di porcherie, ispirato ad una delle manie del Cavaliere: soltantomattone & cemento possono rilanciare l’ economia. Ricetta vecchia più dilui, ritenuta decrepita nei Paesi che invece investono in ricerca, hightech, cultura, progettualità , creatività .
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