"Il simbolo abbattuto", di Ezio Mauro
Più di tremila giorni sono passati dall´11 settembre, dieci anni per inseguire e infine colpire l´uomo che ha organizzato e rivendicato l´attacco al cuore degli Stati Uniti e del sistema occidentale. In tutto questo periodo, tra minacce e attentati era cresciuto il mito dell´imprendibilità di Osama bin Laden, il terrorista numero uno che teneva in scacco il mondo democratico, mentre invece Al Qaeda poteva colpire ovunque, come e quando voleva. Oggi questo mito si spezza, Al Qaeda è decapitata e il suo Capo che annunciava morte all´Occidente è stato ucciso. «Giustizia è fatta», dice Obama agli americani festanti, rivelando il peso di un incubo presente ogni giorno per dieci anni. Noi europei avremmo preferito che Bin Laden fosse stato catturato e processato, perché l´esecuzione ripugna alla nostra cultura, ma l´America – dove vige la pena di morte – aveva bisogno di colpire chi l´aveva colpita così duramente nella potenza del Pentagono, nel simbolo delle Torri gemelle, nelle vite umane innocenti. Cercare Bin Laden, non dimenticare le sue responsabilità, in questi anni ha significato far valere …