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Amministrative: infiltrazioni camorriste nelle liste del Pdl campano

Il Partito Democratico ha chiesto un incontro con il ministro Maroni per garantire la trasparenza del voto. Orlando: “L’emergere di candidature legate alla camorra indica un chiaro disegno politico promosso dal gruppo dirigente del centrodestra, finalizzato a sfruttare elettoralmente la mobilitazione di settori direttamente legati alle organizzazioni criminali”. “Molto inquietante è la notizia che due dei quaranta arrestati di oggi del clan Polverino fossero candidati in liste Pdl per le elezioni comunali di Quarto in provincia di Napoli, e che uno di questi fosse addirittura il coordinatore locale del Pdl.
Evidentemente il Pdl in quei territori non ha svolto fino in fondo il compito di selezionare con attenzione le proprie candidature. Ciò dimostra che la criminalità organizzata continua a ricercare quei partiti e quelle liste che abbassano la guardia per infiltrarsi nelle amministrazione e nella politica”.

Questo il commento a caldo di Emanuele Fiano, Responsabile Sicurezza del Pd, che insieme al responsabile Giustizia Andrea Orlando ha immediatamente chiesto un incontro al ministro Maroni per sapere quali provvedimenti intenda prendere il governo, riguardo questo gravissimo episodio, “affinché sia garantita la massima attenzione degli organi di pubblica sicurezza sul proseguo della competizione elettorale”.

“Tale incontro – hanno comunque ribadito i due esponenti democratici – sarà anche l’occasione per esprimere apprezzamento per il lavoro di contrasto alla camorra che ha condotto agli arresti”.

Andrea Orlando, Responsabile Giustizia e commissario del Pd di Napoli ha evidenziato come l’arresto di Salvatore Camerlingo e di Armando Chiaro, (i due candidati del Pdl), sia l’ulteriore conferma della pervasività della camorra nella politica napoletana e in particolare, nell’area del centrodestra.
“L’emergere di numerose candidature legate alla camorra nei comuni chiamati al voto indica che c’è un chiaro disegno politico promosso dal gruppo dirigente del centrodestra, finalizzato a sfruttare elettoralmente la mobilitazione di settori direttamente legati alle organizzazioni criminali – ha detto Orlando -. È un disegno che rischia di mettere in discussione la stessa trasparenza del voto e pone una grave ipoteca sul confronto democratico. A nulla sono valsi i nostri appelli a vigilare sulla composizione delle liste e, del resto, è ormai evidente che non ci si trova più di fronte a semplici disattenzioni”.

Fiano e Orlando hanno poi congiuntamente lanciato un appello a tutte le forze politiche e sociali che si oppongono a questo disegno “di unirsi e mobilitarsi per vigilare sulla regolarità e sulla libertà del voto, anche segnalando ogni episodio che turbi l’andamento della campagna elettorale”.

Teresa Armato, senatrice campana del Pd e membro della Commissione antimafia ha tristemente sottolineato come “ad ogni blitz anticamorra che si fa nel territorio campano, entrano nella rete degli inquirenti candidati del Pdl o loro congiunti”.
“Nel Pdl quindi si pone una severa questione morale! Che cosa dobbiamo aspettare perché finalmente si levi una voce in quel partito? Perché smettano di fare finta di niente, in una condizione di omertà grave e vergognosa? Purtroppo appare sempre più evidente che il Pdl in Campania vuole consegnare alcune istituzioni alla malavita organizzata” ha concluso Armato.

Ha parlato di una “gigantesta e macrocoscopica questione morale” nel centrodestra campano anche Massimiliano Manfredi, presidente provinciale del Pd Napoli.
“Nicola Cosentino e i suoi sodali si stanno assumendo la responsabilità gravissima di inquinare il sistema politico locale candidando gli incandidabili per qualche manciata di voti in più. Il rischio è che migliaia di cittadini campani diserteranno le urne di fronte a questi sconci che feriscono irreversibilmente il sistema politico campano portando un danno enorme alla nostra collettività a prescindere dagli orientamenti politici” ha aggiunto Manfredi.
“Mi aspetterei almeno per questa volta –ha concluso il Presidente provinciale– una presa di distanza da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sarei il primo senza strumentalizzazioni ad applaudirlo, ma temo che la mia speranza cadra’ come al solito nel vuoto”.

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