Mese: Aprile 2011

"Un laboratorio contro i luoghi comuni", di Arturo Ghinelli

Facendo finta che la Commissione d’indagine sui libri di testo proposta dalla Carlucci sia una cosa seria e non una provocazione politica che fa il paio con quella proposta da altri della maggioranza, che non sia più punibile “la ricostituzione del partito fascista”,cercherò di rispondere seriamente come insegnante. Facendo finta che la Commissione d’indagine sui libri di testo proposta dalla Carlucci sia una cosa seria e non una provocazione politica che fa il paio con quella proposta da altri della maggioranza, che non sia più punibile “la ricostituzione del partito fascista”,cercherò di rispondere seriamente come insegnante. Anche da questo punto di vista è un’ulteriore riprova che l’idea degli insegnanti che inculcano valori non è patrimonio esclusivo del Presidente del Consiglio,così come un giudizio complessivamente negativo sugli insegnanti di scuola pubblica. Gli insegnanti di storia che studiano e si aggiornano a Modena, seguendo i corsi dei professori universitari Antonio Brusa e Ivo Mattozzi, sono molti e da anni cercano di applicare in classe la metodologia del “Laboratorio di storia”, secondo la quale i ragazzi non si …

"Non ci sono più morti bianche", di Luciano Gallino

Una sentenza che è un pesante rimprovero al legislativo e all’esecutivo, oltre che ai padroni: più rispetto per il lavoro. La sentenza a carico dei dirigenti della ThyssenKrupp è molto dura. Su un punto fondamentale, quello di giudicare gli investimenti in tema di sicurezza consapevolmente non effettuati come prova di omicidio volontario da parte dell´amministratore delegato, la Corte ha accolto in pieno le richieste dell´accusa. Come si aspettavano familiari e compagni delle vittime. Condannando la massima autorità dell´impresa al massimo della pena proposta dai Pm, sedici anni, e cinque dirigenti a pene che vanno da dieci anni – un anno in più rispetto alla richiesta – a tredici e mezzo, la sentenza riafferma con estrema forza un principio cruciale: di lavoro non si può, non si deve morire. Per cui ogni dirigente o imprenditore che non si occupa e preoccupa a sufficienza della sicurezza dei dipendenti sui luoghi di lavoro incorre in una colpa grave. Anche quando non abbia contribuito direttamente all´incidente che ha ucciso qualcuno, ma in qualche modo abbia accettato che esso succedesse …

"C’è il piano, le riforme dove sono?", di Pier Paolo Baretta

C’è il piano, le riforme dove sono? Dopo la maratona del processo breve arriva in parlamento la manovra economica. Le nuove regole della governance europea, in vigore da quest’anno – il semestre europeo – obbligano i governi a presentare entro aprile (sulla base delle indicazioni contenute in un documento: l’analisi annuale della crescita, inviato dalla Ue a fine gennaio) il Piano nazionale delle riforme, che deve contenere le linee di politica economica dei singoli stati membri. Già la terminologia utilizzata: “crescita” e “riforme” indica chiaramente il salto di qualità richiesto. Soffocata dalle devianti priorità della maggioranza e dai ritardi del ministero dell’economia, che solo tre giorni fa ha portato il Pnr in consiglio dei ministri, questa importante discussione parlamentare si concluderà nel giro di una settimana. È un peccato, perché questo appuntamento, che sostituisce il vecchio Dpef, costituisce il cuore della strategia economica del nostro paese. Le indicazioni della Ue sono chiare: risanare la finanza pubblica e accelerare la crescita. Sono due facce dello stesso problema, non scindibili tra loro. L’Italia a che punto è? …

"Vite spezzate e colpe dei manager", di Daniele Manca

Una condanna pesante. Per un’accusa altrettanto pesante: omicidio volontario. Non era mai successo che per morti sul lavoro si ritenessero responsabili di una colpa così grave i manager dell’impianto dove si era verificata la tragedia. E in modo così netto e definito. La sentenza con la quale ieri sera la Corte d’assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti alla Thyssen di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007, è di quelle che faranno la storia e la giurisprudenza. Ogni giorno in Italia tre lavoratori non tornano a casa a causa di incidenti. Poco importa se quel numero (troppo lentamente) sta calando. Quella strage silenziosa che si consuma giorno dopo giorno raccontata da stanche cronache, animate solo quando la tragedia è particolarmente cruenta o da un numero delle vittime insolitamente alto, ieri sera con la sentenza torinese è come se avesse trovato anch’essa un minimo di giustizia. Troppe volte in altre occasioni le morti sono scivolate nel disinteresse e nell’oblio. Anche quella della Thyssen …

"L´ultima trovata per salvare il Cavaliere", di Liana Milella

L´estate della giustizia, che si preannuncia caldissima, guadagna un´altra norma per tentare di mettere in sicurezza Berlusconi. Questa volta puntando al “bersaglio grosso”, il processo Ruby. Vogliono bloccarlo con un articolo semplice: se c´è un conflitto d´attribuzioni, il processo deve fermarsi per forza. Volevano giocarsela subito alla Camera e infilarla nella prescrizione breve per gli incensurati. Era già scritta giovedì 17 marzo, quando il relatore Maurizio Paniz, nuovo astro nascente delle leggine “salva Silvio”, e il capogruppo in commissione Giustizia Enrico Costa, presentano gli emendamenti al processo breve. Tardarono, quel pomeriggio, ad arrivare. Ci furono riunioni su riunioni. Telefonate frenetiche. Adesso se ne capisce il motivo. Oltre alla prescrizione scontata, nel pacchetto doveva esserci anche un altro articolo, poche righe, per stabilire una nuova regola. Questa: il giudice è obbligato a sospendere il processo se sul suo tavolo arriva un conflitto di attribuzioni. Leggi: il tribunale di Milano «deve» fermare il dibattimento Ruby nel momento in cui la Camera si rivolge alla Consulta. Un intervento sull´articolo 37 della legge 87 del ‘53, quella che disciplina …

"Bankitalia: l’occupazione non riparte", di Luca Cifoni

Ripresa «a ritmi contenuti» occupazione che «non riparte». Così la Banca d’Italia sintetizza nel suo Bollettino economico la situazione del nostro Paese, in un contesto internazionale di crescita «che resta sostenuta» ma con sensibili differenze tra le varie aree geografiche. Quanto ai conti pubblici, Via Nazionale rileva il miglioramento del 2010 e prende atto dell’impegno del governo a conseguire un sostanziale pareggio nel 2014, con una correzione biennale pari a 2,3 punti di Pil. Dopo il brusco rallentamento nell’ultimo trimestre dello scorso anno, l’economia italiana ha proseguito la crescita nei primi tre mesi del 2011; in particolare si è riportata in positivo – seppur di poco – la produzione industriale, meno dinamica rispetto agli altri Paesi dell’area euro. La spinta viene soprattutto dall’estero mentre, fa notare la Banca d’Italia, «le famiglie restano caute nei loro comportamenti di spesa, risentendo della contrazione del reddito disponibile reale e della debolezza delle condizioni nel mercato del lavoro». Questo numero del Bollettino non riporta una previsione di crescita per l’anno in corso, ma cita quella di analisti e centri …

"Quei vergognosi manifesti sui brigatisti in Procura", di Curzio Maltese

La scritta “Via le Br dalle procure” appesa davanti al Palazzo di Giustizia di Milano evoca alla memoria immagini che hanno segnato una generazione. Il corpo del giudice Emilio Alessandrini, massacrato dai proiettili di Prima Linea nel centro di Milano, dopo aver accompagnato il figlio a scuola. Il sangue di Vittorio Bachelet, assassinato dalle Br, sparso sulle scalinate della Sapienza di Roma. Lo sguardo delle mogli, dei figli, dei genitori ai funerali dei tanti magistrati uccisi dal terrorismo. Il presidente del Consiglio, teorico dell´equazione fra magistrati e brigatisti, ha di sicuro l´età, ma non la decenza, per ricordare quei fatti. Per quanto, certo, all´epoca fosse già molto distratto dai propri affari. Mentre i suoi coetanei magistrati rischiavano e a volte sacrificavano la vita nella lotta per la democrazia, contro la mafia e il terrorismo, Berlusconi infatti si portava in casa un boss mafioso e trafficava con l´assistenza del fido Marcello Dell´Utri a caccia di capitali. Ma perfino un personaggio così, che la stampa estera definisce «tragico clown», potrebbe ogni tanto fare appello alla propria natura …