Mese: Aprile 2011

"Quando la volontà non è più popolare", di Giovanni Valentini

Per una maggioranza parlamentare fondata sul populismo mediatico, assuefatta alla ricerca e alla raccolta del consenso attraverso il controllo pressoché esclusivo della televisione, pubblica e privata, il subdolo tentativo di sottrarsi ai tre referendum in calendario a metà giugno è un paradosso imbarazzante che ha tutte le caratteristiche di una nemesi storica. Ovvero, di una pena del contrappasso di dantesca memoria. Tanto è avvezzo il centrodestra a invocare come un´ordalia la volontà o la sovranità popolare, al riparo del conflitto di interessi che fa capo al presidente del Consiglio e in forza di questo o quel sondaggio d´opinione, quanto il governo appare adesso preoccupato e smarrito di fronte alla verifica di una consultazione diretta. Che cosa c´è di più “popolare” di un referendum? In quale altra occasione o con quale altro strumento si può esprimere più efficacemente la volontà del popolo? E in quale istituto della democrazia, appunto, si manifesta meglio la sua sovranità? Innescata dalla catastrofe atomica giapponese, la paura di una sconfitta politica nel referendum sul nucleare ha indotto il centrodestra a ricorrere …

"Vuole vincere facile, Silvio", di Jolanda Bufalini

La presa di posizione della Agcom risponde a due esposti presentati da tutte le opposizioni nelle scorse settimane, sulla base dei monitoraggi nelle prime tre settimane di campagna elettorale. Vi è un’obiettiva sovraesposizione del presidente del Consiglio, il quale, oltre tutto, è direttamente parte nelle elezioni amministrative in quanto capolista a Milano». L’invadenza televisiva del premier, leader di partito, capolista a Milano è, da ieri, certificata dalla Agenzia per le comunicazioni che, a due settimane dal voto, si è pronunciata sugli squilibri nella informazione politica in regime di par condicio. Il monito riguarda soprattutto il Tg1 e il Tg5, in particolare per quanto riguarda la sfida elettorale a Milano. La presa di posizione della Agcom risponde a due esposti presentati da tutte le opposizioni nelle scorse settimane, sulla base dei monitoraggi nelle prime tre settimane di campagna elettorale, dal 31 marzo al 23 aprile. Soprattutto le giornate dell’11 e del 17 aprile aveva spinto i deputati del Pd Roberto Zaccaria e Vinicio Peluffo a denunciare «lo stritolamento della par condicio». Il 17 aprile, Silvio Berlusconi …

La Spezia – Iniziativa "Università e riforme"

Come incidono le direttive nazionali sulle realtà locali,proposte e possibilità degli Atenei italiani Sala CAMEC (Piazza C. Battisti 1 – La Spezia) Coordina: GIULIA MERCADANTE – Responsabile Università Giovani Democratici La Spezia Intervengono: ALESSANDRO POLLIO – Assessore Università Comune della Spezia GIACOMO DEFERRARI – Rettore Università di Genova PAOLO ROSSI – Membro Consiglio Universitario Nazionale FEDERICO NASTASI – Coordinatore nazionale RUN MATTEO BIANCHI – Membro Consiglio Nazionale Studenti Universitari Conclude: ON. MANUELA GHIZZONI Capogruppo PD Commissione Cultura Camera dei Deputati

"La Libia, il governo, l'Italia", di Marina Sereni

Non è la prima volta che la politica estera, e in particolare l’uso della forza da parte della comunità internazionale, diviene terreno di distinzione all’interno di una maggioranza di governo. La Lega espresse già sulla ex-Yugoslavia un atteggiamento del tutto diverso rispetto agli alleati del centrodestra di allora. L’Unione attraversò su questo nodo più di un momento critico nell’ultima esperienza del Governo Prodi, per le posizioni presenti nelle forze della cosiddetta “sinistra radicale”. Tuttavia i toni e i protagonisti che si confrontano in questi giorni sul ruolo dell’Italia nella missione internazionale in Libia hanno un carattere diverso e manifestano in tutta la sua profondità il logoramento irreparabile di un’esperienza di governo fondata sul rapporto Berlusconi-Bossi (più che sull’asse Pdl-Lega). Sin dall’inizio della crisi libica il Governo ha mostrato incertezze e contraddizioni inconcepibili per un Paese importante come il nostro. Certo, tutto l’Occidente, e l’Europa in particolare, è stato colto impreparato dalla “primavera araba”. Ancora oggi poco sappiamo e poco riflettiamo sui movimenti in atto e sui mutamenti in corso. La notizia di un accordo tra …

"Politica estera: Quirinale garante", di Stefano Folli

Se si esclude una battuta del ministro Calderoli («si va di male in peggio»), ieri la Lega non ha buttato altra benzina sul fuoco in cui arde la politica estera dell’Italia. Non è poco, pensando che proprio ieri i Tornado hanno volato per la prima volta con il loro carico di bombe nel cielo sopra Misurata. Quando un partito vuole dissociarsi e provocare la caduta del governo di cui fa parte, di solito insiste, alza il tono, non dà tregua. Viceversa, Bossi e i suoi, pur nella loro irritazione, hanno evitato di compiere altri passi verso la crisi e sembrano in attesa; mentre l’offensiva di carta è affidata alla “Padania”, il foglio che riflette gli umori della base. Un altro dato: non è in vista, almeno fino a stamane, alcun autonomo documento leghista per la seduta di martedì alla Camera. Ci sono le mozioni delle diverse opposizioni, ma non c’è il testo che segnerebbe la vera, irrimediabile frattura fra il Carroccio e il governo Berlusconi. Questo non significa che il peggio sia passato. Al contrario, …

"Per difendere la società civile ritorniamo a fare cultura", di Carlo Fontana

La cultura ha fatto il pieno» . Così ha di recente titolato, con opinabile eleganza, uno studio pubblicato online da un centro studi economico di deciso orientamento liberista, senza darsi briga di verificare quanto, dell’ipotizzato aumento di due centesimi delle accise sulla benzina, fosse effettivamente necessario al reintegro del Fus e dei fondi per i beni culturali, e quanto per altri scopi. E senza neppure la preoccupazione di sottoporre a critica la rigida e poco assennata strategia di tagli lineari fino a quel momento difesa dal governo contro ogni ragionevole obiezione. Nessun accenno a tutto questo, nello studio sopracitato: piuttosto, la solita giaculatoria di presunti rimedi di stampo economicistico contro una cultura sprecasoldi, maldiretta e incapace di stare sul mercato. Purtroppo (e, ahimè, prevedibilmente) i commenti apparsi all’indomani del provvedimento si sono perlopiù espressi nello stesso modo, cavalcando l’onda di malumore dell’utente motorizzato. Ora, che il finanziamento delle attività culturali, musicali e dello spettacolo, peraltro previsto dalla nostra Costituzione, rappresenti un problema economico è fuor di dubbio. Giunge però a proposito, anche ad illuminare il …