"Il premier si toglie un peso", di Marcello Sorgi
Non capita molto spesso che Berlusconi e Bersani possano brindare insieme, ma stavolta invece sì. La decisione del governo di cancellare i piani per il nucleare, pur salvando l’Agenzia preposta al settore per non dare la sensazione di una completa (e prematura) smobilitazione, annulla di fatto il referendum promosso in materia da Di Pietro e dagli ambientalisti. Anche se sarà la Corte di Cassazione a doversi pronunciare per sospendere materialmente la consultazione, la delusione dei promotori, accompagnata dalla moderata soddisfazione del Pd e dal silenzio governativo (è sempre spiacevole dover ammettere di esser tornati sui propri passi), lasciavano intendere già ieri che la sorte del referendum è segnata. E con quello del voto sul nucleare, probabilmente, anche il destino degli altri due, sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dei servizi di distribuzione dell’acqua. L’unione di tre argomenti così eterogenei era stata considerata strategica per tentare di superare, dopo quasi tredici anni, l’endemica crisi attraversata dalle consultazioni referendarie, tutte fallite negli ultimi tempi perché l’affluenza alle urne non ha più raggiunto la fatidica soglia della metà …