Mese: Aprile 2011

Il grottesco paradosso dei "manuali di Stato", di Carlo Galli

C´è qualcosa di grottesco, ma anche di terribile, nella proposta di legge che alcuni parlamentari di destra hanno firmato, sull´imparzialità dei testi scolastici. Davvero sembra che quella dell´imparzialità dei libri di storia, e dei “professori di sinistra”, sia un´ossessione non solo della maggioranza, ma anche del governo: infatti, quello dell´imparzialità è per il ministro dell´Istruzione un problema reale. Non si può rispondere nel merito agli “esempi di faziosità” che appaiono nella presentazione della proposta. Anzi, si deve rifiutare proprio questo terreno. Per alcuni motivi che alla destra sfuggono, e che vanno ricordati. In primo luogo, la storiografia non è imparziale: tale potrebbe essere solo una cronaca assolutamente puntigliosa, infinita. E, naturalmente, inutile e insensata. La storiografia è invece ricerca mirata, orientata da qualche problema e da qualche valore; è interpretazione. Il che non vuol dire che possa essere delirante, faziosa, folle; anzi, deve essere coerente, logica, revisionabile, falsificabile da nuove prove, da nuove interpretazioni di altri studiosi. In questo rischio di confutazione, in questo dialogo, anche aspro, ma aperto e pubblico, consiste il metodo scientifico, …

"Il Governo programma il calo della spesa pubblica per la scuola fino al 2040. Dal 4,5% del PIL al 3,2%", di Fabrizio Dacrema

Il Documento di Economia e Finanza 2011 presentato dal governo prevede fino al 2040 la graduale diminuzione della spesa per l’istruzione, già pesantemente inferiore alla media europea, dal 4,5% al 3,2% del PIL. Secondo il Ministro Gelmini i pesanti tagli lineari che stanno destrutturando la scuola pubblica sono necessari per “liberare” risorse dalla spesa corrente (in gran parte stipendi) agli investimenti per la qualità. Ancora una volta il Ministro Tremonti rivela la totale inconsistenza di questa versione dei fatti: gli investimenti non ci saranno, il ridimensionamento della spesa pubblica della scuola continuerà per altri 30 anni, fino a farci scendere al 3,2% del PIL. Sulla base di queste previsioni le tabelle finanziarie del DEF indicano una riduzione di spesa per i sistemi della conoscenza di 4,5 miliardi per ognuno degli anni 2012, 2013, 2014, per un totale di 13,5 miliardi nel triennio. Le previsioni del documento economico del governo, basate sui dati previsionali relativi alla popolazione scolastica, escludono investimenti strutturali per migliorare la qualità dell’offerta formativa, ridurre la dispersione scolastica, migliorare l’edilizia scolastica, aumentare gli …

"I cittadini calpestati", di Steano Rodotà

Ogni giorno ha la sua pena istituzionale. Davvero preoccupante è l’ultima trovata del governo: la fuga dai referendum. Mercoledì si è voluto cancellare quello sul nucleare. Ora si vuole fare lo stesso con i due quesiti che riguardano la privatizzazione dell´acqua. Le torsioni dell´ordinamento giuridico non finiscono mai, ed hanno sempre la stessa origine. È del tutto evidente la finalità strumentale dell´emendamento approvato dal Senato con il quale si vuole far cadere il referendum sul nucleare. Timoroso dell´”effetto Fukushima”, che avrebbe indotto al voto un numero di cittadini sufficiente per raggiungere il quorum, il governo ha fatto approvare una modifica legislativa per azzerare quel referendum nella speranza che a questo punto non vi sarebbe stato il quorum per il temutissimo referendum sul legittimo impedimento e per gli scomodi referendum sull´acqua. Una volta di più si è usata disinvoltamente la legge per mettere il presidente del Consiglio al riparo dai rischi della democrazia. Una ennesima contraddizione, un segno ulteriore dell´irrompere continuo della logica ad personam. L´uomo che ogni giorno invoca l´investitura popolare, come fonte di una …

Scuola, Pd: maggioranza e governo divisi su graduatorie precari

Ghizzoni a Pittoni (Ln): Lega improbabile paladina del Sud. “Sui precari della scuola Governo e maggioranza si dividono e la Lega si erge a improbabile paladina del Sud. Quello che non si capisce è dove erano Tremonti, Gelmini e Pittoni quando, nel 2008, il governo Berlusconi ha cancellato ben 87 mila posti di docenti dagli organici della scuola”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura, Manuela Ghizzoni dopo che il senatore leghista Mario Pittoni ha criticato la decisione del ministero dell’Istruzione sulle graduatorie che dà il via libera al cambio di provincia. “I diritti dei precari – prosegue Ghizzoni – si salvaguardano solo immettendoli in ruolo: per questo motivo le annunciate 30mila stabilizzazioni per il prossimo anno sono appena sufficienti a garantire il turn over, ma non rappresentano un intervento incisivo. Servirebbero almeno 60.000 docenti che dovrebbero essere assorbiti già nel prossimo anno per coprire le cattedre vacanti e gli spezzoni di orario, che costituirebbero la base di un organico funzionale al piano dell’offerta formativa delle scuole. A questo primo grande programma di immissione …

"Sulle spalle della famiglia", di Chiara Saraceno

Il governo sostiene di aver rafforzato il ruolo della famiglia. E infatti ricadono sulle famiglie italiane tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora. Le timide proposte innovative del Piano nazionale per la famiglia sono rimaste lettera morta. Senza contare che una disoccupazione giovanile vicina al 30 per cento impedisce ai giovani di crearsi una propria famiglia. Le dimissioni delle lavoratrici madri. Non ha torto Silvio Berlusconi ad affermare che il suo governo ha rafforzato il ruolo della famiglia. Basta intendersi su che cosa significa “rafforzare”. LE FAMIGLIE E IL WELFARE Il ruolo della solidarietà famigliare, sempre importantissimo nel nostro welfare debole e squilibrato, è uscito indubbiamente rafforzato dalla riduzione dei trasferimenti agli enti locali (a partire dall’abolizione dell’Ici), quindi delle risorse per i servizi alla persona, così come dalla riduzione dell’offerta educativa della scuola pubblica in termini di contenuti e di tempo.Èstato rafforzato anche dal mancato adeguamento …

Atenei telematici, la laurea è "scontata" tra rette convenzionate e bonus crediti", di Manuel Massimo

Nel nostro Paese ce ne sono 11. Si fanno concorrenza stringendo accordi con sindacati, enti, ordini professionali e concedendo vantaggi agli iscritti. Ma nonostante questi sforzi raccolgono appena l’1% degli studenti. Le università telematiche italiane sono undici ma non fanno squadra: ciascuna “gioca per sé” e cerca di massimizzare gli iscritti a spese delle altre. Una lotta senza esclusione di colpi che viene combattuta attraverso due strumenti: le convenzioni e il riconoscimento dei crediti formativi. Protocolli d’intesa vengono siglati con una molteplicità di soggetti eterogenei: sindacati, enti, comuni, ordini professionali, banche, assicurazioni; ciascun ateneo intesse relazioni e propone pacchetti ad hoc per offrire sconti sulla retta d’iscrizione a un’utenza di iscritti potenziali – lavoratori diplomati desiderosi di fregiarsi del titolo di dottore per fare carriera ma con un occhio attento al portafoglio – inclusa la possibilità di riconoscere “fino a un massimo” di 60 crediti formativi (l’equivalente di un anno accademico, ndr) grazie a esami sostenuti in passato o a esperienza “buona per la laurea” acquisita lavorando. Il podio delle convenzioni. Nella speciale classifica delle …

"Mariastella cadente", di Mario Lavia

Può capitare a tutti una serata no. È capitata a lei, Mariastar (copyright Luciana Littizzetto), crollata di schianto l’altra sera a Ballarò. Una novità, perché finora era sempre andata abbastanza bene. Tanto che Mariastella Gelmini è (era?) considerata nell’inner circle, o struttura Delta che dir si voglia, una delle punte di diamante, una sicurezza televisiva, buona parlantina, gradevole presenza, il giusto mix di grinta e arroganza, discreta competenza, un’aura di “nuova politica” a cingerle il visino occhialuto. Ora bisognerà ripensarci: è andata veramente male. Perché non si può balbettare davanti alle cifre squadernate dall’avversario politico (un Enrico Letta solitamente mite ma stavolta davvero indignato per l’altrui ignoranza dei problemi), non si può fare appello alla fede («I tagli? Ma no, Tremonti me l’avrebbe detto»), non si può fare a gara con un Cota qualunque a chi la spara più greve (il governatore piemontese: «Ci sono più bidelli che carabinieri»), non si può invocare l’aiutino del collaboratore appollaiato dietro le spalle (anche perché quello poi se ne approfitta e si mette a gridare, lui che non …