"Un simbolo di libertà", di Carlo Petrini
Il nonno diceva a un Tonino Guerra bambino: «Se non guardi mai indietro, come fai ad andare avanti?» Se io guardo alla storia dell´acqua vedo che a periodi bui e drammatici dell´epopea umana sono sempre corrisposti un arretramento nella sua distribuzione e utilizzo e diverse forme di privazione. Che, guarda caso, ha la stessa etimologia di privatizzazione. Si pensi alle tecnologie idriche, per quel tempo stupefacenti, dei Sumeri o più tardi alla maestosità degli acquedotti romani. Facevano capo a società floride, che avevano inventato modi per distribuire l´acqua liberamente a tutti, per affrancarsi dal limite di doversi insediare presso i fiumi e le sorgenti. Era tutta acqua pubblica, cosa che a quel tempo nessuno avrebbe mai messo in discussione. Anzi, i castellum acquae di epoca romana, dove finiva l´acqua degli acquedotti per essere poi attinta, erano opere pubbliche.a volte anche sfarzose, donate pomposamente alla popolazione. Pomposamente, ma “donate”. Nel Medioevo è poi scattato una sorta di blackout: tutta quella sapienza, quella tecnologia e ingegnosità condivise, al servizio della gente e del suo poter crescere e …