Oggi il Buongiorno (si fa per dire) ce lo dà Gloria V., mamma. «Le scrivo come si telefonerebbe a un amico per sfogo: secondo il ministro Tremonti “la disoccupazione esiste solo per chi non sa cercarsi un lavoro”. Da mesi mio figlio batte tutte le porte per cercare un mestiere più decente di quello che sta facendo: contratto a chiamata come ragazzo jolly in un agriturismo quasi stagionale, con domeniche da 13 ore continuative e periodo invernale a 300 euro al mese. Bene, con un curriculum interessante per le tante esperienze fatte all’estero e un’ottima conoscenza delle lingue inglese e francese, queste le poche e misere proposte di lavoro: 1. montaggio palchi per concerti e grandi eventi. Proposta di contratto a chiamata di cui: prime 4 ore non pagate per l’acquisto dell’elmetto e dei guanti da lavoro, le altre ore pagate con voucher del valore nominale di 5 euro, che all’incasso valgono anche di meno; 2. autotrasportatore per una nota azienda che si serve di agenzie satellite. Tipo di contratto? A chiamata (ma come a chiamata, se si lavora tutti i giorni!). Possono deliberatamente decidere di assegnarti la mezza giornata lavorativa, ma il carico è sempre lo stesso e ti fai le otto ore sapendo di essere pagato per la metà. Potrei continuare, ma penso bastino questi due esempi per chiederci: in che Paese vive Tremonti? Se ha figli, dove li ha fatti studiare e dove li ha sistemati? Non conosce il Paese reale chi ha fatto del privilegio la sua ragione di vita. Ieri mio figlio mi ha detto: “Mamma, ci stanno annientando!”».
La Stampa 19.04.11