Nuova impennata della cassa integrazione: a marzo il ricorso alla «cig» è cresciuto del 45,1 per cento, tra ordinaria, in deroga e straordinaria, sul mese di febbraio. Si parla di oltre 102milioni di ore di riposo forzato per più di 455mila persone (oltre150mila sono in cassa in deroga, quella accordata con le Regioni e della quale usufruiscono anche le piccole imprese). Mancato lavoro che, secondo i calcoli della Cgil che ha elaborato i dati Inps, si è tradotto per mezzo milione di lavoratori in duemila euro in menoin busta paga solo nei primi tre mesi dell’anno (nel complesso, sono stati persi 895milioni di euro in busta paga). Numeri che «rilanciano le ragioni alla base dello sciopero generale del prossimo 6 maggio», dicono in Corso Italia. Più nello specifico, secondo il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, «il massiccio ricorso alla cig continua ad evidenziare la grave e persistente crisi produttiva: ancora molte, troppe, vertenze – sostiene il sindacalista – non sembrano trovare uno sbocco risolutivo, come dimostra l’esito della vicenda Vinyls. Serve una svolta urgente – continua Scudiere – che passi attraverso una soluzione positiva di tutte quelle vertenze che si trascinano da mesi ma che, allo stesso tempo, dia il via ad una seria politica industriale e che guardi al fisco alleggerendo il prelievo sui redditi da lavoro e da pensione ». A sfogliare il rapporto reso pubblico ieri emerge come l’uso della cig, facendo il confronto tra marzo 2010 e lo stesso mese di quest’anno, sia massiccio nei settori del commercio (+39,2%), del legno (+32,4%), alimentare (+116%), edilizia (+172,1%), quello metallurgico (+34,7%) e delle estrazioni minerali (+289,4%). Mentre i settori che presentano un maggiore appello alla cassa in deroga sono quello del commercio (23.188.777 ore), che diventa il comparto con il ricorso più alto, e il meccanico (22.977.133 ore). I numeri relativi alla cig in deroga aiutano anche a definire la geografia delle zone del Paese dove se ne fa maggiore ricorso.
GEOGRAFIA DELLA CRISI In testa c’è la Lombardia (14.056.040 ore), seguita dal Piemonte (9.422.876 ore), poi il Veneto con (7.499.125 ore) e l’Emilia Romagna (6.992.689 ore). Ma dall’inizio dell’anno si segnalano incrementi anche nelle Regioni meridionali, come la Basilicata dove si registra nel primo trimestre un aumento sullo stesso periodo del 2010 del 9.750,4 per cento o la Calabria, più 1.707 punti percentuali. Cresce anche la cassa integrazione straordinaria (+17 per cento su marzo 2010) – di solito chiesta per ristrutturazioni aziendali o per le gravi conseguenze sociali delle crisi aziendali o dei fallimenti. E infatti, nel 64 per cento dei casi si tratta di crisi aziendali. Il resto viene concesso per fallimento (+122,5% sul 2010) o concordato preventivo (+45,6% sempre sull’anno scorso). Sono«segnali – spiega il rapporto – di crisi industriali più consistenti e di vera crisi di prospettiva».
L’Unità 18.04.11