I dirigenti scolastici ogni giorno tentano, a volte disperatamente, di far funzionare al meglio il servizio pubblico dell’istruzione. Sono per buona parte virtuosi funzionari dello Stato, di uno Stato tutto sommato patrigno, perché li paga meno degli altri, scarica loro addosso i problemi dell’universo mondo e anziché ricevere encomi dai ministri che si succedono, da un po’ d’anni sono oggetto di metaforiche bastonate, ultima (e speriamo veramente ultima) in ordine di tempo sotto forma di furente intervista oggi al quotidiano “La Repubblica”.
E’ vero che il Ministro se la prende, a fine intervista, con gli “incapaci”, ma dopo un sostenuto attacco alle scuole piene di soldi ed ad ai dirigenti che mendicano contributi alle famiglie per fare dispetti al Governo…
Vogliamo sommessamente far presente che la richiesta di contributi non avviene da parte dei dirigenti scolastici, ma sempre con delibera dei Consigli di Istituto (ove sono presenti genitori ed alunni, oltre che il personale scolastico), sulla base delle norme vigenti ed in forma volontaria.
I contributi rappresentano una “critica politica” al Governo?
Ognuno legge le cose come vuole: di fatto le risorse che arrivano dal Ministero sono sempre in diminuzione e quelle che riguardano il funzionamento e il finanziamento dell’autonomia in particolare.
L’ultima grana in ordine di tempo, che rischia di lasciare a secco tutte le casse scolastiche e vanificare i lievi aumenti dei finanziamenti di quest’anno, è rappresentata dal pagamento delle visite fiscali: le scuole sono obbligate a mandarle e a pagarle, per cui i fondi del funzionamento debbono essere usati anche per il servizio sanitario.
Il possibile i dirigenti scolastici lo stanno facendo, l’impossibile spesso pure, per i miracoli qualche problema ancora rimane, vista la grande richiesta… e la penuria di santi!
Le Associazioni professionali dei dirigenti scolastici ANDIS e DISAL