Le Regioni lo hanno bocciato, il Parlamento all´unanimità ha chiesto di modificarlo, il governo va avanti con il decreto soprannominato «ammazza rinnovabili». Oggi, ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, il testo sarà reso noto, ma la giornata di ieri ha chiarito il segno dell´operazione. «Questo decreto non risolve il problema dei diritti acquisiti e la riduzione degli incentivi ci sembra troppo brusca», ha sintetizzato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. Il parere della Conferenza Stato-Regioni non è vincolante, ha ribattuto Romani.
Si profila dunque una chiusura muscolare della trattativa che rischia di creare complicazioni di non poco conto. Il responsabile energia della Cgil, Antonio Filippi, ha ricordato che «questo testo ha avuto il parere negativo delle Regioni, della maggioranza delle imprese del fotovoltaico, del commissario europeo per l´Energia, del sindacato. Vogliono andare avanti? Ma chi pagherà le multe di Bruxelles per il mancato raggiungimento degli obiettivi europei?»
«E´ singolare che il governo ignori anche il parere della maggioranza che lo sostiene», commenta Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd. «Il Parlamento aveva trovato un accordo unanime sugli emendamenti necessari a dare stabilità al mercato e a evitare contenziosi che finirebbero per penalizzare le finanze pubbliche, ma il testo del decreto non ne tiene conto».
I primi contenziosi si sono già profilati. Un gruppo di aziende internazionali, seguendo l´iter previsto dal trattato di Lisbona, ha avviato una causa contro lo Stato italiano perché gli impegni economici triennali assunti a fine 2010 sono stati cancellati nel giro di pochi mesi. Queste aziende hanno anche annullato investimenti per oltre mezzo miliardo di euro annunciando il licenziamento di alcune migliaia di dipendenti.
Il «bicchiere del decreto è mezzo pieno», replica il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia facendo notare che sono stati compiuti passi avanti nella direzione indicata dai Comuni. Positivo anche il giudizio di Confindustria: per Gifi-Anie «siamo sulla buona strada». Ma per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli «il governo è eterodiretto da oligopoli», Assosolare ribadisce la «ferma e totale contrarietà all´impostazione del decreto» e il movimento Sos rinnovabili annuncia battaglia legale se il testo non verrà corretto prima di renderlo definitivo.
La Repubblica 29.04.11