Un esercito di scoraggiati, convinti di non poter trovare lavoro, si aggiunge a quello dei disoccupati.
Per le donne-madri è peggio: solo le single del Centro
hanno tassi di occupazione vicini a quelli maschili. Sono 1,5 milioni gli italiani che vorrebbero lavorare ma non cercano attivamente lavoro perchè convinti di non riuscire a trovarlo:unesercito di «scoraggiati» che secondo i dati dell’Istat sulla media del 2010 si aggiungono ai 2,1 milioni di disoccupati ufficiali. Per le donne è peggio. Non una novità ma l’Istituto di statistica ha messo in bianco e nero le cifre aggiornate a tutto il 2010, che danno la misura delle difficoltà
per una mamma di conciliare i ruoli.
Le donne occupate tra i 25 e 64 anni con tre o più figli sono solo il 36,9%, ma già con un figlio la quota di lavoratrici si ferma al 51,1%, con due al 49,8%.
DIVARI
Nel complesso, gli italiani che si percepiscono «in cerca di occupazione» sono quasi 4,4 milioni anche se sono solo meno della metà coloro che la cercano attivamente. Tra gli over 15, infatti, alla domanda sulla propria «condizione» 22,4 milioni risultano occupati, 4,4 in cerca di occupazione mentre poco più di 8 milioni sono casalinghe/i e 4,3 milioni studenti. Gli scoraggiati sono aumentati del 10,6% rispetto alla media 2009, risiedono prevalentemente al Sud (oltre due terzi del totale) e sono soprattutto donne( i due terzi). Le donne scoraggiate nel Sud sono 698mila, 199mila del Nord. Gli uomini al Nordscoraggiati sono solo 67mila (40mila dei quali con oltre 45 anni) mentre al Sud sono 382mila (489mila in Italia nel complesso). C’è una fascia consistente di scoraggiati anche nella classe di età tradizionalmente più attiva (389mila tra i 35 e i 44 anni, 294mila di questi sono donne) e in quella tra i 45 e i 54 anni (397mila, 303mila dei quali donne).
Tra coloro che lavorano i dipendenti sono 17.110mila e tra questi gli operai sono ancora di più degli impiegati (7.997mila a fronte di 7.303mila impiegati). Gli apprendisti sono 201mila. Gli operai dell’industria sono 3,5 milioni, nei servizi quasi 4,1 milioni. E se il tasso di occupazione complessivo nel 2010 era al 56,9%, rimane alto il divario tra Nord e Sud: Bolzano è la provincia con la percentuale più alta di occupati (il 71,1%) e Crotone l’ultima (36,9% di occupati), seguita da Napoli (il 37%). Quanto all’occupazione femminile, al Sud la percentuale è ancora più bassa (26,9%): meno di una donna su tre ha un impiego. La media nazionale (49%) è rialzata dal Centro (47,5%) e dal Nord (48,6%). Le single, invece, vantano un tasso di occupazione vicino a quello maschile, sopratutto nel Centro dove lavora il 71,3% (69,8% al Nord, 46,9% al Sud). Per gli uomini, invece, è il contrario: solo il 75,8% dei single è occupato, la percentuale sale all’81,9% per chi ha figli. Insomma, una parte consistente delle lavoratrici-madri esce dal mercato, soprattutto se svolge un lavoro poco remunerato e con tutele ridotte. Del resto, le donne che ricoprono posti di alta fascia sono poche. Le dirigenti sono solo il 26,8% (115 mila su un totale di 428 mila), le libere professioniste il 29,2% (347mila su 1,187 milioni) e le imprenditrici il 19%(49mila su 257mila).
L’unità 27.04.11