Berlusconi sa di non potersi permettere un rifiuto a Obama. L’Italia si allinea nel peggiore dei modi: senza una scelta autonoma o una valutazione strategica. Alla fine, l’alleato riluttante cede. L’Italia non può respingere le pressioni degli Stati Uniti che, affidata la missione agli europei, chiedono un maggiore coinvolgimento militare del nostro Paese sul fronte libico. Berlusconi non può dire “no” a Obama. Per ovvi motivi legati alle alleanze internazionali, al nostro ruolo nella Nato, alla tutela degli interessi nazionali nella prospettiva del dopo Gheddafi, ma anche per esigenze di carattere interno. Nonostante la ribadita intenzione di limitare il ruolo italiano alla concessione delle basi e alla missione navale, Berlusconi non può permettersi un rifiuto. Convinto com’è, il presidente del Consiglio, che in questa fase politica sia meglio non avere troppi nemici in riva al Potomac. O, quanto meno, una silenziosa ostilità di Washington. Se pezzi di establishment si saldassero anche con l’avallo americano, il fronte interno, già in movimento, potrebbe diventare troppo pericoloso. Così, dopo mille ambiguità e cambi di posizione, dal rammarico per …