Dal tempo della vivace polemica scatenata dal suo convegno che celebrava la fine della teoria dell’evoluzione darwiniana, mi ero ripromesso di non parlare più del professor Roberto De Mattei. Negli ultimi tempi, poi, mi limitavo a registrare la progressione aritmetica della petizione che ne chiede le dimissioni dalla vicepresidenza del CNR, arrivata ormai a quasi 15.000 firme.
Ma i suoi recenti interventi su Radio Maria mi impongono di infrangere il fioretto. Perché nel suo ultimo intervento il professor De Mattei ha rincarato la dose, dimostrando di essere non solo inadatto a ricoprire il ruolo di vicepresidente del maggior ente pubblico di ricerca italiano, ma anche uno storico mediocre.
Lasciando perdere il tormentone sui terremoti punitivi, da Messina al Giappone (a proposito, sull’Aquila niente da dire?), e attendendo con impazienza una spiegazione dell’eruzione del Krakatoa del 1883, mi ha particolarmente colpito l’affermazione secondo cui Varsavia, durante la seconda guerra mondiale, sarebbe stata distrutta “per i peccati che in essa si commettevano”.
Sfogliando poche pagine di libri di storia che al professor De Mattei non dovrebbero essere sfuggiti ho scoperto con una certa sorpresa che Varsavia fu distrutta prima, in parte, nel 1939, durante l’assedio dei nazisti, e poi definitivamente dagli stessi soldati del Terzo Reich nel 1944, quando le truppe sovietiche si avvicinavano alla città, passando per lo sterminio degli ebrei polacchi.
Se devo prendere alla lettera lo storico De Mattei, devo pensare – e mi fa orrore – che il Dio cristiano, immensamente buono, si sia servito di Hitler, Goering e Himmler per punire una città, Varsavia, e i suoi peccaminosi abitanti.
Se devo prendere alla lettera lo storico De Mattei, devo anche pensare che il Dio cristiano sia soggetto agli stessi capricciosi umori delle divinità pagane elleniche, che come loro intervenga quotidianamente nei fatti umani mettendo zizzania e levandosi lo sfizio di devastare individui e comunità con un certo sadico compiacimento. Perché ci saranno pure stati degli innocenti, a Messina come a Fukushima e a Varsavia, o no?
Sul fronte dell’ortodossia religiosa, il professor De Mattei è già stato sconfessato dall’intervento di padre Raniero Cantalamessa (nomen omen), predicatore della Casa Pontificia.
Sul fronte scientifico, finora ha trovato chi lo ha difeso, invocando a sproposito la libertà di opinione. E, d’altra parte, ha più volte precisato che i suoi interventi a Radio Maria non sono tenuti nella veste di vicepresidente del CNR.
Ma il professor De Mattei, con il suo collegio di avvocati autonominati, dovrebbe precisare anche il contrario, ovvero che la sua presenza al CNR non si svolge nella veste del predicatore di Radio Maria. In particolare, che le sue scelte in Consiglio d’amministrazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche siano scevre dal pregiudizio fondamentalista (letteralmente, “che si rifà ai fondamenti originali delle sacre scritture”) quando si discute di finanziare ricerche sull’origine dei terremoti, sull’evoluzione biologica, sulla genetica.
Professor De Mattei, nessuno le vuol tappare la bocca. Semplicemente, se ne faccia una ragione, a qualche suo concittadino sarebbe gradito sapere quali principi improntano le sue decisioni nell’indirizzare la ricerca scientifica.
*Direttore de Le scienze, Mente e Cervello e National Geographic
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