Giorno: 24 Aprile 2011

"Errori umani e altro. Quello che il disastro non ci ha insegnato", di Pietro Greco

Difetti di informazione e comunicazione minano la gestione delle emergenze. Casi recenti: gli incidenti alla piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico e alla centrale di Fukushima. Tutto inizia all’1:23:45 del 26 aprile 1986, alla centrale nucleare Vladimir I. Lenin di Chernobyl in Ucraina: la temperatura del reattore numero 4 aumenta in maniera incontrollata e si verifica un’esplosione che scaglia nella stratosfera una nube radioattiva, che nel giro di alcuni giorni si diffonde prima sull’Europa e poi sull’intero emisfero settentrionale. Quello che si verifica a Chernobyl è il peggiore incidente nella storia del nucleare civile. Uno dei peggiori nella storia della tecnologia umana. Perché si è verificato l’incidente? E cosa ci ha insegnato quella che è stata definita, tecnicamente, una catastrofe? La risposta alla prima domanda dovrebbe contenere anche quella alla seconda. La storia, anche recente, si è incaricata di dirci che non è così. L’incidente di Chernobyl è diventata una catastrofe per il combinato disposto di almeno tre grandi ragioni. 1.La centrale nucleare con unreattore di tipo Bmrk, moderato a grafite e refrigerato con acqua …

"La ferita di Milano", di Miguel Gotor

Non accenna a placarsi nel Pdl lo scontro sui manifesti che hanno equiparato i magistrati ai brigatisti. Ed è normale che sia così perché esso è rivelatore di tensioni più profonde a livello nazionale che, inevitabilmente, si riverberano anche su Milano, ieri culla del berlusconismo, oggi avamposto irrinunciabile per continuare a resistere al potere. Dopo il severo monito del presidente della Repubblica, pesa come un macigno il silenzio del presidente del Consiglio sull´argomento. Senza contare che Lassini, l´autore dei manifesti, ha lasciato trapelare la notizia di avere ricevuto una telefonata di solidarietà da Berlusconi. La Moratti ha dichiarato che il caso è chiuso, ma ha sottovalutato come, proprio all´interno del suo schieramento, ci sia chi continua a soffiare sul fuoco. Dentro il partito, infatti, agisce una fronda che vorrebbe eleggere comunque in Consiglio comunale il candidato promotore dei manifesti contro la Procura di Milano. Ciò avviene perché costoro sanno bene di poter contare sul consenso del premier, sull´attiva mobilitazione del giornale di sua proprietà e sull´azione della trimurti “Sallusti-Santanchè-Stracquadanio” che vorrebbe trasformare la candidatura di …

"Precarità: cambiare si può ripartendo da Prodi", di Cesare Damiano

Le cifre sono impressionanti: oltre 7 milioni di giovani vivono nella precarietà lavorativa. Eppure basterebbe riprendere l’eredità lasciata dal governo di centro-sinistra. I dati sono noti, ma vale la pena ricordarli. Oggi, oltre 7 milioni di giovani hanno un rapporto di lavoro precario o altamente incerto. Basta fare due conti: un milione e 400mila lavoratori atipici (collaboratori a progetto e occasionali), due milioni e mezzo di contratti a termine e in somministrazione, 400mila false partite Iva, tre milioni di partite Iva individuali e professionisti senza tutele. Più 70mila vincitori di concorso che attendono di essere assunti. Totale: 7 milioni 370mila, una massa imponente. Intanto la disoccupazione giovanile si mantiene attorno al 29 per cento, mentre i rapporti di lavoro a tempo indeterminato diminuiscono e i contratti a termine aumentano. Nel biennio 2009-2010 oltre il 76 per cento delle assunzioni è stata fatta a tempo determinato. I contratti di lavoro standard sono stati solo il 20,8 per cento. Su quattro neoassunti tre sono precari. Investire sui giovani significa investire sul futuro. Invece quella che si sta …

"Macelleria costituzionale", di Massimo Giannini

La campagna di de-strutturazione della Costituzione non conosce tregua. Gli operosi “picconatori” del Pdl assestano colpi quotidiani alle fondamenta della “casa comune” costruita nel ´48. Vignali e Sardelli, Ceroni e Alfano, La Russa e Tremonti: è una rincorsa dissennata a sfasciare gli istituti e svalorizzare i principi che unirono i padri costituenti. La sub-cultura della destra berlusconiana sta snaturando le basi della civiltà repubblicana. In questa manovra di decomposizione sistemica, quello che colpisce non è la frequenza, quanto l´incoerenza. Quello che atterrisce non è la volontà di “mettere mano” alla Costituzione per un´esigenza politica collettiva (quella del popolo italiano), quanto l´irresponsabilità di “manomettere” le sue regole in funzione di una biografia politica individuale (quella di Silvio Berlusconi). Rivedere e aggiornare la Carta è legittimo. Quello che spaventa, nelle modifiche estemporanee sfornate dalla coalizione forzaleghista, è la totale assenza di un quadro d´insieme, di un impianto di norme coordinate e coerenti, e soprattutto destinate a durare nel tempo. Un´unica “ratio” guida le proposte di pseudo-riforma della maggioranza: saldare qualche conto sospeso, consumare qualche vendetta postuma. Cioè …

"Italiani, il 40%vuole elezioni anticipate Ma uno su due non sa se voterà e per chi", di Renato Mannheimer

La situazione politica appare sempre più ambigua e incerta, caratterizzata da fratture sia all’interno della maggioranza, sia nelle forze di opposizione. La conseguenza più evidente di questo stato di cose è l’ulteriore accentuarsi del distacco e della disaffezione dalla politica, della crescente incertezza dei cittadini sugli orientamenti da assumere di fronte alle varie questioni e, ciò che è ancora più significativo, dell’indecisione sulla preferenza verso questo o quel partito. Si allarga infatti enormemente il numero di dubbiosi su cosa votare in caso di elezioni e, al tempo stesso, la quantità di chi richiede le consultazioni anticipate. Uno dei motivi principali dell’insoddisfazione sta nella percezione diffusa di troppo scarsa attività e produttività dell’esecutivo: molti lo accusano di non avere rispettato le promesse avanzate a suo tempo, durante la campagna elettorale, e dubitano della possibilità che queste vengano rispettate di qui alla fine della legislatura. Anche nel corso dell’ultima settimana, sono stati numerosi gli episodi che, secondo diversi osservatori, hanno visto focalizzarsi il dibattito politico al di fuori della — se non in antitesi alla— applicazione del …

Camusso: "Grande mobilitazione contro la trovata del decreto-imbroglio", di Roberto Mania

La leader Cgil attacca: il provvedimento potrebbe non essere convertito e servire solo a far saltare la consultazione.L´acqua, come la scuola e la sanità è un bene primario, di cui si può parlare solo in termini pubblici. «Serve una mobilitazione della politica e della società civile per impedire il decreto-imbroglio che sta preparando il governo con l´obiettivo di far saltare il referendum sull´acqua. Bisogna dire all´esecutivo che un´operazione di questo tipo non si può fare». È la proposta di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che ha messo la sua firma per la richiesta del referendum contro la privatizzazione del servizio idrico. In sintonia con il Comitato promotore pensa che l´acqua sia ancora un «bene primario» e che per questo, come la scuola e la sanità, non se ne possa parlare se non in termini «pubblici». Di «benessere della collettività», dice. Perché parla di “decreto-imbroglio”? Anche nel passato i governi sono intervenuti con leggi per evitare i referendum. «Sì, ma mai l´hanno fatto per decreto». Vuol dire che mancano i requisiti di necessità e urgenza? …

"Le bugie sui conti dell'Italia", di Bill Emmott

E’ normale aspettarsi dai politici mezze verità quando non addirittura bugie: in questo l’Italia non è unica, anche se resta un’eccezione la capacità del suoi leader di dire qualcosa un giorno per negarlo il giorno dopo, nella peraltro giustificata convinzione che le loro parole verranno comunque rapidamente dimenticate. Ma non mi aspettavo che questo fenomeno riguardasse anche l’economia, campo dove è facile verificare come stanno davvero le cose. Eppure, andando in giro per l’Italia, mi sono accorto che dichiarazioni false sull’economia nazionale vengono prodotte ogni giorno non solo dai politici, ma anche da banchieri, imprenditori e perfino esponenti del governo. E’ vero che alcune di queste dichiarazioni potrebbero venire catalogate più come opinioni che come constatazioni dei fatti, in quanto l’economia possiede aspetti soggettivi e spesso il dibattito riguarda un futuro imprevedibile sul quale non si dispone di certezze. Eppure mi sembra che ci sia qualcosa di più, visto che il ricorso a dichiarazioni false, anche sul presente e sul passato, resta così diffuso. Così ho prodotto una teoria: si tratta di una forma di …