«Il silenzio di Berlusconi sui manifesti contro i giudici milanesi si commenta da solo». Dario Franceschini punta il dito all`indirizzo del premier. Anche se il reo confesso Lassini, pressato da più parti, ha annunciato di volersi ritirare, cosa che in serata ha poi fatto, il capogruppo del Pd alla Camera non intende far cadere la questione. «Il tutto è avvenuto all`intemo di un clima ostile contro la magistratura, inutile girarci attorno». Il capogruppo del Pd alla Camera ha parole di apprezzamento per Giorgio Napolitano, «le sue frasi nette e inequivocabili hanno consentito una riscossa e hanno impedito che si archiviasse subito la faccenda di quei manifesti ignobili di Milano derubricandola a colpo di testa di un candidato qualsiasi»; e ricorda, Franceschini, di aver voluto leggere in aula la lettera di Galli, figlio di un giudice ucciso dalle Br, prima che venisse resa pubblica la nota ufficiale del Quirinale, «anche per evitare strumentalizzazioni che dal Pdl in materia non difettano mai». Franceschini ha terminato la sua ultima fatica letteraria, il suo terzo romanzo dal titolo ‘Daccapo’ che sarà in libreria ai primissimi di maggio, un libro ambientato tra Mantova e Ferrara, con storie di amori e di famiglie, «non una parola di politica, per nulla», ci tiene a precisare. Ma qui di politica ci tiene a parlare, eccome.
Onorevole Franceschini, eppure nel PdI importanti personaggi come Schifani, o la stessa Moratti, per non dire della Lega hanno preso le distanze dal reo confesso dei manifesti milanesi.
«Quello era il minimo. Io noto che il presidente del Consiglio nonché capo del partito in cui milita ed è candidato questo Lassini avrebbe dovuto esprimere per primo parole di condanna. E invece nulla. Tutto ciò è molto grave».
Forse Berlusconi le pronuncerà tra qualche giorno.
«Ormai è fuori tempo massimo. Lui parla tanto, ogni giorno come un fiume in piena, trovi un minuto per dire una parola chiara anche su questo grave atto dei manifesti giustamente definiti ignobili dal capo dello Stato. Sono quindici anni che dal centrodestra si alimenta un clima di aggressione verso la magistratura. E sono anni che il premier dipinge i giudici come pericolosi sovversivi, a questo punto diventa difficile, molto difficile minimizzare. Se si mettessero in fila tutte le frasi di Berlusconi contro le toghe, verrebbe fuori una lenzuolata, altro che un manifesto».
Sulla giustizia dunque è sempre scontro aperto. Ora la maggioranza annuncia la riforma entro l`estate.
«Pura propaganda. Anzi, è sbagliato anche lessicalmente definirla una riforma».
E come bisognerebbe chiamarla?
«E` l`ennesima manovra per andare in soccorso del premier. A loro interessa soltanto risolvere il problema dei processi del Cavaliere e, sull`altro versante, limitare l`autonomia della magistratura. Ai cittadini invece interessa diminuire la lunghezza dei processi, avere certezza della pena, non certezza dell`impunità. Faccio un esempio: se solo si introducesse una norma che preveda la notifica degli atti giudiziari con e-mail certificate, si taglierebbero di tanto tempi e costi dei processi».
Fatto sta che annunciano lavori a tappe forzate.
«Sono pii desideri. Si tratta di una riforma costituzionale, con i suoi tempi lunghi quindi, bisognerà vedere lo stato della maggioranza da qui a breve».
Pensa che la maggioranza sia sul punto di implodere, come dimostrerebbe l`esortazione di Stefania Craxi a Berlusconi di «fare un passo indietro»?
«Mah, il clima da caserma nel centrodestra è tale che basta un colpo di tosse perché uno diventi un eroe. In altri Paesi o in altri momenti della nostra storia, un leader, se tale, nelle condizioni di Berlusconi si sarebbe già fatto da parte per salvare il Paese, il suo stesso partito e la coalizione. Lui invece, altro che passo indietro, novello Sansone trascina tutti nel baratro».
Anche Confindustria dà continui segnali di insofferenza e di critica.
«Per forza, non c`è più il governo del Paese. Hanno i numeri in Parlamento solo per le grandi occasioni, che per loro sono o le leggi ad personam o i voti di fiducia. Per tutto il resto hanno di fatto smesso l`iniziaitiva legislativa».
Adesso hanno chiesto di portare alla discussione parlamentare il testamento biologico.
«Un`altra manovra, diversiva e grave».
Il motivo?
«Il testamento biologico è materia delicatissima, andrebbe portato alla discussione in un clima il più sereno possibile, non in piena campagna elettorale».
Averlo portato al dibattito, quindi, è un segnale di che tipo?
«Semplice: intendono usarlo come un diversivo per stornare i riflettori dalle vicende di Berlusconi».
La posta. delle prossime amministrative?
«Hanno sicuramente un valore politico nazionale, sia per il centrosinistra ma ancora di più per il centrodestra».
Infatti Berlusconi ha già detto che saranno un referendum sul governo. «Voglio proprio vederlo. Queste elezioni hanno un valore politico che Berlusconi, con la sua solita spregiudicatezza, minimizzerà o rivendicherà e ingigantirà a seconda di come gli andranno».
Un test anche per l`opposizione, ovviamente. Non tira una buona aria per le alleanze costituzionali e simili.
«Più che continuare in una discussione tra le opposizioni sulla possibilità di un`alleanza costituzionale da sperimentare o in Parlamento dopo un`eventuale crisi o dopo le elezioni, penso piuttosto che bisognerebbe lavorare per preparare nel modo migliore il terreno per quell`alleanza».
Tradotto in iniziativa, che cosa comporta: un patto preventivo tra le opposizioni?
«Finora è stato abbastanza facile trovare un terreno d`intesa nelle battaglie parlamentari contro: sia contro le leggi ad personam, sia contro i provvedimenti più iniqui e impresentabili. Adesso, ci vorrebbe un salto: tutte le opposizioni dovrebbero trovare dei punti comuni da proporre e da lanciare, e su questi organizzare la battaglia comune».
Il Messaggero 20.04.11