Togliere ai ricchi per dare ai poveri. Sembra il motto di Robin Hood e infatti è stata subito soprannominata proprio così, “Robin Hood Tax”, la proposta lanciata da mille economisti appartenenti a cinquanta diversi paesi del mondo. In una lettera aperta inviata ai leader del G20, pubblicata dal quotidiano Guardian di Londra e altri giornali, i firmatari esortano i capi di governo delle maggiori potenze mondiali ad approvare una tassa sulle speculazioni nella City e nelle altre più importanti capitali finanziarie del globo.
Tra gli ideatori dell´iniziativa figurano Jeffrey Sachs, direttore dell´Earth Institute alla Columbia University di New York e consigliere del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon; i premi Nobel per l´economia Joseph Stiglitz e Paul Krugman; docenti autorevoli come Dani Rodrik dell´università di Harvard e Ha-Joon Chang della Cambridge University. Tutti insieme affermano che, se venisse introdotta una tassa anche solo dello 0,05 per cento sulle transazioni valutarie, si potrebbero raccogliere centinaia di miliardi di dollari da incanalare nello sviluppo e in progetti di energia sostenibile. Alcuni dei proventi potrebbero anche essere trattenuti dai governi dei paesi in cui viene applicata la tassa, compreso il Regno Unito, per aiutare a risanare il deficit pubblico. «La crisi finanziaria del 2008-´09 ha mostrato i pericoli della deregulation – dicono gli economisti nella lettera aperta – con la crisi si è spezzato il legame tra il settore finanziario e la società. È ora di ricostituire tale legame, è tempo che il settore finanziario restituisca qualcosa indietro alla società. Una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe tecnicamente fattibile e moralmente giusta».
La Repubblica 19.04.11