I dati non definitivi: su 100 candidati agli esami presentati dalle paritarie, 11 saranno “esterni”. L’anno scorso erano poco più di 1 su 100. Guadagni da cinquemila euro a candidato. I diplomifici non mollano. Il numero di privatisti che anche nel 2011 hanno scelto di sostenere gli esami di maturità in una scuola non statale sarà ancora alto. I dati non sono definitivi, ma abbastanza consolidati per descrivere un fenomeno che è risultato negli anni difficile da combattere. Ed è boom rispetto a tre anni fa, quando sulla poltrona più importante di viale Trastevere sedeva Giuseppe Fioroni. Nelle statali, invece, coloro che decidono di presentarsi agli esami di stato del secondo grado senza avere seguito neppure un giorno di lezione è in calo.
A giugno, su 100 candidati alla maturità presentati dalle paritarie, 11 saranno “esterni”: si presenteranno davanti alla commissione con una preparazione “fai da te”. L’anno scorso erano poco più di 10 su 100. Nelle statali, invece, il trend è esattamente opposto: in calo rispetto all’anno scorso e anche al 2008, quando a viale Trastevere subentrò Mariastella Gelmini.
Ed è sempre il Sud a fare la parte del leone. Oltre metà dei quasi 6 mila privatisti che, nonostante le cifre record da sborsare, in una scuola non statale si sentono evidentemente “più protetti” è nelle regioni meridionali. Ma il record, in percentuale, è nell’Italia centrale: più del 16 per cento degli studenti degli istituti non statali è privatista.
Nel 2008, dopo una serie di interventi normativi volti a stroncare il fenomeno, la percentuale degli esterni sul totale dei
candidati alla maturità delle non statali era sceso all’8,7 per cento: appena il meno del doppio rispetto al 5,2 per cento delle statali. In tre anni, dal 2008 al 2011, nelle statali la percentuale è scesa al 4,7 per cento, mentre nelle paritarie è salito all’11,4 per cento: quasi il triplo.
E basta fare due conti per capire che il business c’è: con 100 esterni, che alla scuola non costano nulla in termini di strutture e insegnanti, si può racimolare anche mezzo milione di euro. La recente storia di Palermo, con 150 “maturati” tra il 2000 e il 2004 che, spesso a loro insaputa, si sono ritrovati tra le mani un titolo falso è emblematica.
La Repubblica 11.04.11