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Giappone, nuova scossa: evacuata centrale nucleare

Una scossa di magnitudo 6,3 (valutazione preliminare) è stata registrata in Giappone, con epicentro nella prefettura di Fukushima. La Tepco, il gestore della disastrata centrale nucleare, ha ordinato ai lavoratori di evacuare l’ impianto. Il terremoto, che ha avuto per epicentro Hamadori (prefettura di Fukushima) e una profondità di 10 km, secondo la Japan Meteorological Agency (Jma), è stato registrato alle ore 14,07 locali (le 7,07 in Italia). Il sisma è stato subito seguito da tre scosse minori di magnitudo compresa tra 4,1 e 4,9. La Tepco ha reso noto, dopo aver effettuato i controlli richiesti, che le pompe per raffreddare i reattori di Fukushima n.1 non hanno subito danni. La compagnia, inoltre, aveva disposto l’evacuazione dei tecnici dal reattore a scopo precauzionale, oltre che dal vicino impianto di Fukushima n.2.

La scossa di oggi e quella di ieri pomeriggio hanno reso sempre più critica la situazione della centrale nucleare danneggiata. ”L’iniezione di acqua per raffreddare i tre reattori (1,2 e 3 di Fukushima) si e’ arrestata quando l’alimentazione elettrica si e’ interrotta” per il sisma, ha comunicato un portavoce della Tepco, assicurando che non ci sono nuove conseguenze negative per l’impianto.

La corrente e’ stata poi ripristinata in breve tempo ed e’ ripreso il pompaggio dell’acqua. Intanto il governo ha deciso di estendere il raggio di evacuazione della popolazione attorno a Fukushima, per ora fermo a 20 km. Un paio d’ore prima del nuovo terremoto, il nord-est del Giappone si e’ fermato per un minuto per ricordare la catastrofe dell’11 marzo nell’ora esatta in cui parti’ la grande scossa, le 14:46 (le 07:46 in Italia), seguita dal disastroso tsunami. Il primo ministro, Naoto Kan, infine, ha inviato a vari quotidiani del mondo un messaggio di gratitudine per la solidarietà verso il Giappone: ”In un momento disperato, gente di tutto il mondo s’e’ stretta a noi, ispirandoci speranza e coraggio”.

Il governo giapponese valuta l’ ipotesi di rialzare la valutazione della crisi dell’impianto di Fukushima n.1, colpito duramente dal sisma/tsunami dell’11 marzo, dall’attuale livello 5 al 7, pari allo stesso di Cernobyl che è il più grave finora mai registrato. Lo riporta l’agenzia Kyodo. L’esame deciso dal governo di Tokyo tiene conto dei risultati di un rapporto preliminare della Commissione per la sicurezza nucleare secondo cui, a un certo punto, dalla centrale di Fukushima sono stati rilasciati fino a 10.000 terabecquerel per ora, dove un terabecquerel equivale a 1.000 miliardi di becquerel.

La relazione ha spinto il governo a considerare l’ipotesi di rialzo del livello della gravità direttamente a 7, sullo stesso piano di Cernobyl, dall’attuale 5 che è pari alla crisi di Three Mile Island negli Usa nel 1979. I giudizi sulla tipologia degli incidenti nucleari sono emessi secondo la International Nuclear and Radiological Event Scale (Ines), una scala introdotta dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea, che fa capo all’Onu), per consentire la comunicazione tempestiva delle informazioni rilevanti sulla sicurezza in caso di incidenti nucleari. Haruki Madarame, presidente della Commissione, ha riferito di aver stimato che il rilascio di 10.000 terabecquerel per ora di materiali radioattivi è andato avanti per diverse ore.

Sempre la stessa Commissione, continua la Kyodo, ha inoltre pubblicato un calcolo preliminare sui valori cumulativi di esposizione alle radiazioni esterne, rilevando che è stato superato il limite annuale di 1 millisievert nelle aree oltre i 60 km a nordovest e circa 40 km a sud-sudovest dalla centrale. In questa proiezione sono incluse le città di Fukushima, Data, Soma, Minamisoma, e Iwaki, che sono tutti nella prefettura di Fukushima, e alcuni altri settori tra cui la città di Hirono. All’interno dell’area di evacuazione dei 20 km deciso dal governo, la quantità di radioattività varia da meno di 1 a 100 millisievert o più, mentre nella fascia di rispetto di 20-30 km é inferiore ai 50 millisievert.

Si fa sempre più dettagliato, intanto, il bilancio delle vittime del sisma/tsunami dell’11 marzo scorso, che ha devastato il nordest del Giappone: ha superato quota 13.000 in 12 prefetture, attestandosi a 13.013. Sulla base dell’aggiornamento dei dati comunicati in serata dalla polizia nazionale, i dispersi sono saliti a 14.608 nel conteggio di sei prefetture soltanto, escludendo citta’ colpite nella prefettura di Miyagi, quali Sendai, Higashimatsushima e Minamisanriku su cui e’ pressoché impossibile formulare stime.

Oltre la meta’ delle vittime del sisma/tsunami dell’11 marzo, che ha devastato il nordest del Giappone, aveva piu’ di 65 anni. Sono le stime, redatte sulla base degli elenchi forniti dalla polizia nazionale, del quotidiano Asahi secondo cui solo per un totale di 8.000 persone e’ stato possibile stabilire l’identita’. In 4.398 casi (il 55,4% del totale) l’eta’ era pari o oltre i 65 anni. Al momento il numero complessivo delle vittime e’ di 12.998, cui si aggiungono 14.691 dispersi. Prima del disastro, la popolazione ‘anziana’ rappresentava il 25% dei residenti: ”molti di loro – scrive l’Asahi – sono morti perche’ non hanno avuto il tempo di fuggire o non potevano farlo senza l’aiuto di qualcuno dopo l’allarme tsunami”. La doppia tragedia e’ avvenuta nel pomeriggio, con la maggior parte dei bambini che era a scuola: questo ha contribuito a metterli in salvo, in luoghi piu’ sicuri. L’Asahi, infine, ipotizza un bilancio ben piu’ pesante con intere famiglie spazzate via dalla forza dello tsunami, mentre la distruzione degli uffici comunali rende complicato anche la consultazione degli elenchi dell’anagrafe.

da www.unita.it