C’è l’insegnante che distribuisce piccoli volantini a favore di un referendum comunale per ridurre i fondi pubblici alle scuole private. Il genitore rappresentante di istituto che è venuto con tutta la famiglia. Lo studente 22enne, Gianluca, che frequenta Scienze Politiche e che è ben conscio di come, con i tagli attuali, gli universitari siano «condannati a non avere un futuro». E il collega Francesco, che è ancora al liceo,ma vorrebbe vedere «più bandiere del Pd» sventolare nelle manifestazioni contro la riforma Gelmini.
A Bologna, la Notte bianca della Scuola e della Democrazia è anche loro. Si sta in piedi: troppo piccolo, il Teatro Testoni, per contenere i tanti che hanno partecipato all’iniziativa, epicentro degli eventi organizzati dal Partito Democratico anche a Roma, Milano, Torino e Napoli, collegate via web sul palco. Sotto le Due Torri c’è Pierluigi Bersani, leader del Pd, che alza subito gli scudi a difesa della Scuola, «vera Costituzione materiale del Paese: se c’è un’idea di futuro non può non passare da qui. L’insegnante è la figura principale per formare la conoscenza morale della persona». Il ministro Gelmini, «che pensa troppo a Silvio», e il governo Berlusconi «hanno messo sotto attacco l’articolo 3 della Costituzione – continua Bersani -, è l’unico modo per rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza». Dalla Scuola alla Costituzione («Non gliela faremo deformare») ai precari che oggi, anche a Bologna, manifestano: «Ci sono 300mila precari della Scuola mandati a casa – insiste il numero uno del Pd – e solo un giovane su cinque ha un’occupazione: rispondere a questo con una barzelletta (come ha fatto il premier, ndr) è un’ignominia». Parole e musica contro la macelleria sociale che in questi anni il governo di Centrodestra ha fatto della scuola pubblica, tagliando insegnanti, personale, risorse. Infine, una battuta sulla sfida bolognese: «Da queste amministrative mi aspetto un segnale forte di cambiamento. E a Umberto (Bossi, poiché lo sfidante del Centrodestra a Bologna è della Lega, ndr) dico: vola basso».
La gente comincia a entrare che ancora le band sul palco stanno facendo le prove. All’inizio, Freak Antoni, insieme ai suoi Skiantos, mattatori musicali della kermesse, promettono «un discorsino diseducativo, perché essere diseducativi è sempre più facile», scherzano. Intanto Staino si scalda al tavolo da disegno, con le vignette che, mano a mano, vengono proiettate sullo schermo, e i bambini e i ragazzi del Coro R’Esistente, in maglietta rossa, cantano l’Inno di Mameli e Bella Ciao. «È una notte importante – esordisce Virginio Merola, candidato sindaco del Centrosinistra che, ieri sera, ha ricevuto il “battesimo” da Bersani -. Stanno riducendo la scuola davvero male: dobbiamo svegliarci e cominciare a investire, come si fa in Europa. A Bologna faremo così». Il pedagogista Franco Frabboni va giù durissimo:
«Abbiamo un ministro e un governo che distrugge sistematicamente l’istruzione a scuola, la scienza all’università e l’arte, coi tagli alle mostre, al cinema, ai musei». La proposta di Frabboni, per il dopo Berlusconi, è dunque «un patto di stabilità per la Scuola, in cui le forze progressiste e conservatrici si mettono d’accordo per dare sicurezza di risorse e di crescita al settore. In Finlandia l’hanno fatto per 15 anni».
L’Unità 09.04.11