Il rapporto Going for Growth dell’ OCSE punta il dito sull’occupazione, sull’istruzione e la concorrenza. Fassina: Il governo ha fatto arretrare l’Italia nei processi di liberalizzazione messi in atto nella scorsa legislatura dalle “lenzuolate” di Bersani. Il prodotto interno lordo pro-capite e la produttività in Italia “hanno continuato a registrare un calo rispetto alla metà superiore dei Paesi Ocse” e nel quinquennio 2004-2009 c’è stata una diminuzione media annua del Pil pro-capite di 0,2 punti. Questo è quanto si legge dal rapporto Going for Growth del OCSE con riferimento all’Italia. Per l’Organizzazione economica internazionale, nel Belpaese “sono necessarie ulteriori riforme” a partire dalla “piena attuazione e l’estensione del decreto Bersani del 2006”.
Nella nota ha messo in evidenza che ”le azioni adottate per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione e semplificare la legislazione sono proseguite nonostante ancora non si vedano significativi risultati”. Per l’OCSE tre sono i principali obiettivi che l’Italia deve realizzare sono: a) maggiore attenzione al mercato del lavoro per implementarne la crescita, favorendo l’occupazione ”permanente” e riducendo il ”dualismo” tra i differenti tipi di tutela nell’occupazione; b) migliorare l’efficienza dell’istruzione secondaria e terziaria con una promozione del merito della qualità degli insegnanti; c) ridurre le ”barriere” che ostacolano la concorrenza soprattutto nel mondo delle professioni (liberalizzazioni).
È proprio su questo ultimo punto che l’OCSE richiama il governo italiano “la piena attuazione e l’estensione del decreto Bersani del 2006” per ovviare ai gravi ritardi nelle liberalizzazioni. In Italia “il settore televisivo resta dominato da società statali e da una società privata”. Da qui la raccomandazione “all’Autorità per la Concorrenza di valutare il grado di competitività nei media Tv”. L’Organizzazione di Parigi ritiene ancora “alta” in Italia la presenza dello Stato in alcuni settori con una conseguente riduzione della concorrenza. “Gli interessi dei consumatori non sono sempre la priorità nelle politiche sulla concorrenza”.
Per Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del PD, “ancora una volta, oggi, l’OCSE segnala la necessità di riaprire in Italia il cantiere delle riforme, chiuso sin dall’inizio della legislatura da un governo e da una maggioranza attenti soltanto a tutelare soffocanti rendite di posizione.
In particolare, ancora una volta, viene evidenziato l’arretramento dell’Italia nei processi di liberalizzazione dei mercati messi in atto nella scorsa legislatura dalle “lenzuolate” di Bersani.
Senza una stagione di riforme per la crescita e il lavoro non si avvia una sostenibile riduzione del debito pubblico. La linea del ministro Tremonti di tagli lineari e ciechi e di aumento di tasse e tariffe a danno dei redditi bassi e medi, oltre a essere iniqua, deprime la domanda interna ed i consumi e colpisce le prospettive delle imprese.
Nei prossimi giorni il ministro Tremonti deve presentare in Parlamento, prima di inviarlo a Bruxelles, il Programma nazionale di riforme. La maggioranza, in un sussulto di dignità e di attenzione agli interessi generali del Paese, si confronti con il Programma Nazionale di Riforme proposto dal Pd.
Abbiamo messo nero su bianco le linee guida per la riforma del fisco, per le liberalizzazioni, per la riqualificazione e la riduzione della spesa pubblica, per la politica industriale. Abbiamo bisogno di una politica economica alternativa.
Altrimenti rimaniamo avvitati nella stagnazione e nell’instabilità di finanza pubblica. Basta processi e prescrizioni brevi. Dobbiamo rimettere al centro dell’agenda della politica il lavoro, le imprese le famiglie.
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Ecco le proposte del PD:
Liberalizzazioni: dal PD 41 norme ad effetto immediato
Ecco la risposta Pd alla propaganda berlusconiana: 35 proposte, da discutere con gli italiani. Non per modificare l’art.41 ma per aiutare i consumatori e le imprese, abbassare i prezzi, sbloccare gli investimenti, creare lavoro.
Fisco 20, 20, 20: la road map per liberare i produttori, la progressività, il federalismo
Europa – Italia, un progetto alternativo per la crescita
Contributo del Pd al Programma nazionale di riforme. Due obiettivi: crescita del tasso di occupazione femminile al 60% in 10 anni (3 milioni di donne occupate in più) e aumento della specializzazione produttiva dell’Italia. Fassina: “Sono proposte per risanare finanze pubbliche e rilanciare la crescita senza patrimoniali”
A.Dra
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