Nuova stretta del Pdl sulle intercettazioni: mai più nelle carte processuali. La maggioranza si prepara a una settimana cruciale per le sorti di Silvio Berlusconi. Si comincia domani in aula, alla Camera, con due appuntamenti clou (guarda l’agenda dei lavori): il voto sul conflitto d’attribuzione e l’esame del ddl sul processo breve. E, a tal proposito, dentro il Pdl serpeggia la tentazione di un’altra prova di forza: chiedere di nuovo l’inversione dell’ordine del giorno dei lavori dell’assemblea per affrontare la prescrizione breve prima della legge sui piccoli comuni e della Comunitaria. Intanto dalla sesta commissione del Csm, l’organo di autogoverno della magistratura, arriva una netta bocciatura dell’emendamento Pini alla Comunitaria, che estende la responsabilità civile dei magistrati.
Csm: responsabilità civile lede indipendenza toghe
Nel documento approvato a larga maggioranza, con il voto contrario del laico del Pdl, Niccolò Zanon, la Commissione fa notare come l’emendamento Pini, che amplia la responsabilità delle toghe anche ai casi di «manifesta violazione del diritto», introduce un’innovazione che non ha riscontri nel resto d’Europa. Innovazione che peraltro, a detta dei consiglieri, finirebbe con l’incidere sull’indipendenza e sulla serenità di giudizio dei magistrati. Secondo la commissione, inoltre, nessuna necessità di modificare la legge sulla responsabilità civile dei giudici deriverebbe dalla sentenza della Corte di Giustizia europea che il centrodestra ha utilizzato per motivare l’intervento legislativo.
Il Pd precetta i deputati via sms: obbligo di presenza senza eccezioni
La maggioranza sta dunque valutando in queste ore l’ipotesi di chiedere una nuova inversione dell’odg. Una decisione definitiva però ancora non c’è anche perché il rischio è di infiammare ancor di più lo scontro tra i due poli. Oggi, infatti, la temperatura è tornata a salire a causa di una nuova stretta sulle intercettazioni, che porta la firma del deputato Pdl, Maurizio Bianconi. E intanto anche il Pd mobilita i suoi con un sms fatto giungere sui cellulari dei deputati democratici. «Martedì 5 aprile ore 15 – si legge nel messaggino – voto su conflitto di attribuzione: Seguono voti su provvedimenti all’ordine del giorno e sul processo breve. Obbligo di presenza senza eccezione alcuna». La firma è dei due segretari d’aula, Roberto Giachetti e Erminio Quartiani. A tutti è giunto poi un secondo sms, firmato dal capogruppo Dario Franceschini, che ha ricordato orari e oggetto della votazione. «Annullare ogni impegno e missione».
La proposta di Bianconi (Pdl): intercettazioni mai più fonti di prova
La proposta, depositata un mese fa e assegnata alcuni giorni fa alla commissione Giustizia di Montecitorio in sede referente, stabilisce che le intercettazioni non saranno più mezzi di ricerca della prova, ma semplici strumenti di investigazione e, come tali, non finiranno nei fascicoli processuali e non saranno pubblicabili. Se fosse approvata, non ci sarebbero più casi come quello di Ruby con gli stralci delle intercettazioni che documentano i particolari delle feste organizzate dal premier. In sostanza, Bianconi risolve il problema alla radice: non facendo più parte di fascicoli processuali, le intercettazioni non saranno più atti pubblici ma resterebbero nei cassetti degli investigatori e quindi niente “paginate” sui giornali.
Perde quota l’idea di porre la fiducia sul processo breve
L’iniziativa «prettamente personale» di Bianconi fa salire ancor di più la tensione alla vigilia di un importante snodo parlamentare. Che sarà accompagnato da nuove manifestazioni di piazza: dal sit-in promosso domani alle 14 davanti alla Camera da varie sigle al comizio del Pd, pochi metri più in là, alle 18, con il segretario Pierluigi Bersani, fino alla “notte bianca della democrazia” che raccoglierà le varie anime della sinistra. Insomma, una lunga serie di proteste che suggeriscono alla maggioranza di evitare altri colpi di mano, come quello di chiedere una nuova inversione dell’odg di domani e fanno perdere quota anche all’idea di porre la fiducia sul processo breve.
La maggioranza fa quadrato attorno al guardasigilli dopo l’intervista di Bersani
Intanto, però, non accenna a placarsi la querelle sollevata dall’intervista del numero uno dei Democrats che, dalle pagine di Repubblica, attacca oggi il ministro della giustizia, Angelino Alfano e il suo richiamo alla piazza per sostenere la road map della maggioranza sulla giustizia. «Alfano è arrogante come Berlusconi e servile a Berlusconi» e «contro questo e contro le leggi ad personam combatteremo in Parlamento e nelle piazze». La maggioranza fa però quadrato attorno al guardasigilli. Per il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, «Bersani riempie di insulti il ministro Alfano mentre per martedì prossimo sono preannunciate già due o tre manifestazioni fra il Senato e Montecitorio. Non ci facciamo intimidire né per reazione a tutto ciò estremizzeremo le nostre posizioni, ma pretendiamo anche che i lavori parlamentari si svolgano regolarmente conteggiando i voti di tutti i deputati che sono in Aula». E anche Maurizio Gasparri difende Alfano dalle critiche del Pd. «L’opposizione, anche attraverso la violenza verbale del segretario Bersani contro il ministro Alfano, continua a spargere odio nel dibattito politico e a promuovere con toni accesi manifestazioni intorno al Parlamento»
Il Sole 24 Ore 05.04.11