Il voto di oggi a Montecitorio sulla richiesta di conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale tra la Camera e i giudici di Milano ha un valore politico pari a quello del 14 dicembre sulle mozioni di sfiducia, in cui Berlusconi si giocò tutto e alla fine prevalse grazie a tre deputati che all’ultimo momento passarono dall’opposizione alla maggioranza. Ma in un certo senso è anche più difficile, dato che il premier deve conquistare 316 voti e che la votazione si svolgerà a scrutinio segreto. Ci sono insomma tutte le condizioni, nel segreto dell’urna, per far cadere il governo e aprire la crisi che fu evitata in extremis alla fine dell’anno scorso.
Da allora ad oggi Berlusconi ha pian piano allargato la sua maggioranza, grazie alla crisi del Fli e al consolidamento del gruppo dei «Responsabili», uno dei quali, Saverio Romano, transfuga insieme a quattro colleghi siciliani dall’Udc di Casini, è anche diventato ministro dell’Agricoltura. Il Cavaliere ha solo iniziato il rimpasto, annunciato da tempo, che nei suoi piani dovrebbe servire a rafforzare la nuova coalizione, più esile ma politicamente più compatta dopo l’uscita dei finiani. Per una ragione molto semplice: ogni nuova nomina accontenta i desideri di uno e scontenta tutti gli altri. E’ andata così anche per la promozione di Romano, che ha suscitato più di un mugugno nel suo gruppo, tacitato grazie a nuove promesse. Alla fine dell’operazione Berlusconi s’è impegnato a ricoprire tutti i posti scoperti, una decina, tra cui uno di ministro, uno di viceministro e il resto di sottosegretari, a cui presto, con una nuova legge ad hoc, dovrebbero aggiungersene un’altra decina.
Quanto possa giovare un allargamento dei posti di governo, e dunque di parlamentari che grazie ai nuovi impegni sono destinati ad allontanarsi dalle aule parlamentari, o ad arrivarci all’ultimo momento, com’è successo l’altro giorno nella votazione sul verbale d’assemblea in cui il governo è andato sotto, è tutto da vedere. Berlusconi è sicuro di prevalere nella votazione di oggi grazie al fatto che la sua nuova maggioranza, a sentire il coordinatore Verdini che si sta occupando del reclutamento, sfiorerebbe i 330 deputati. Per la verità negli ultimi voti il centrodestra s’è assestato sempre sui 305, a causa di assenze. Chiaramente oggi è previsto il pienone e chi non si presenterà sa di giocarsi il posto. Ma fino all’ultimo il governo resterà con il fiato sospeso, mentre alla porta premono irrisolti i gravi problemi di questi giorni.
Il Sole 24 Ore 05.04.11