Il secondo terremoto del Giappone", di Francesco Guerrera
Non c’è voluto molto prima che le scosse di assestamento del terremoto giapponese arrivassero a Shreveport, un cittadone squallido nel profondo Sud degli Stati Uniti. Mentre i team di salvataggio nipponici cercavano superstiti e raccoglievano corpi tra le rovine di paesi distrutti dalle onde assassine, Shreveport ha aggiunto il suo nome alla lunga lista delle vittime della devastazione nipponica. È qui, nell’hinterland paludoso della Louisiana, ad anni luce di distanza dal jazz e dai bar a luci rosse di New Orleans, che la General Motors produce molti dei suoi «pick-up trucks», i furgoncini con portabagagli scoperti tanto amati dagli americani. È forse meglio dire «produceva», visto che l’impianto è chiuso da dieci giorni a causa della penuria di componenti provenienti dal Giappone. I bene informati nell’industria automobilistica dicono che il motivo per cui la Gm sta tenendo a casa i 2000 e passa operai di Shreveport è la mancanza di un pezzo che misura il flusso d’aria nei motori. La Hitachi è il leader mondiale di questi sensori e la fabbrica a Nord di Tokyo …