Il ministro vuole evitare i ricorsi. La decisione spetta a Tremonti. L’apertura di un tavolo di confronto tra il ministero dell’Istruzione e quello dell’Economia per accelerare l’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti precari. A confermare la notizia è lo stesso ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, rispondendo a un’interrogazione alla Camera. A chiedere chiarimenti era stato il Partito democratico, dopo la sentenza del tribunale del lavoro di Genova che ha riconosciuto un risarcimento di mezzo milione di euro a quindici insegnanti precari. «Credo che responsabilmente, insieme con il sindacato e con tutte le forze politiche presenti in questo Palamento — ha detto il ministro — dovremo certamente accelerare le immissioni in ruolo possibili» e per questo «anticiperemo il numero delle assunzioni che saremo in grado di fare per il prossimo anno» . Un chiarimento importante, questo. Alcune assunzioni sono state fatte ogni anno ma senza coprire il numero dei pensionati e quindi facendo scendere l’organico complessivo visto il taglio di 135 mila posti deciso con la Finanziaria del 2008. Adesso il tentativo è ottenere qualche assunzione in più rispetto a quelle già programmate. Non è un cambio di linea ma il tentativo di mettere i conti pubblici al riparo da un possibile effetto a catena dopo la sentenza della settima scorsa. Il giudice di Genova ha stabilito che il ricorso al precariato viola una direttiva dell’Unione europea che obbliga gli Stati membri a limitare l’uso dei contratti a termine al massimo per tre anni. Se facessero ricorso tutti gli insegnanti nelle stesse condizioni di quelli di Genova, stimati in circa 65 mila, il costo per lo Stato sarebbe di 3 miliardi di euro. Da qui il tentativo di strappare qualche altra assunzione portato al «tavolo di confronto con il ministero dell’Economia» . Mettendo sul piatto quello che i tecnici del ministero hanno suggerito nei giorni scorsi, che sindacati ed opposizione dicono da mesi e che pure il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, pur non parlando del caso specifico della scuola, ha sostenuto qualche tempo fa: in alcuni casi l’assunzione a tempo indeterminato dei precari potrebbe far risparmiare lo Stato. Il «trucco» sarebbe quello di assumere i precari nei posti che già adesso occupano «stabilmente» , coprendo cioè quelle cattedre che non restano scoperte all’inizio dell’anno per le malattie lunghe o per le maternità ma per motivi che si conoscono già da prima, come i distacchi dei politici, dei sindacalisti, o per gli spezzoni di cattedra che non si incastrano fra loro. Sono tanti, quasi 50 mila l’anno e si aggiungerebbero ai 70 mila pensionamenti che dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni come ricorda il deputato del Pd Antonino Russo che ha consegnato alla Gelmini una lettera firmata da 60 parlamentari di vari schieramenti per chiederle di investire della questione l’intero Parlamento. Ma l’accelerazione sulle assunzioni dei precari è solo una faccia della medaglia, per altro tutta da verificare nei prossimi mesi visto che l’ultima parola spetta come sempre a Giulio Tremonti. Gelmini ha confermato che presenterà appello contro la sentenza di Genova, ricordando che ci sono state anche sentenze di segno opposto a Viterbo, Venezia e Perugia. Mentre è ormai pronto un emendamento alla legge comunitaria per provare a confermare la specificità della scuola nell’uso dei contratti a termine anche rispetto alle norme comunitarie.
Il Corriere della Sera 01.04.11