Mese: Marzo 2011

"Napolitano: no a tagli col machete sulla spesa pubblica", di Claudio Tucci

«Anche in questa fase di tagli della spesa pubblica, di rigore in seguito all’accumulo di un grande stock di debito pubblico, ritengo che i tagli della spesa pubblica non possano essere fatti con il machete. Non si possono mettere sullo stesso piano tutte le spese», ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al termine della visita ai laboratori del Cern di Ginevra dove ha sollecitato anche un maggiore contributo del settore privato alla ricerca. Questo deve valere anche in una fase di «restringimento della spesa pubblica dovuto a un debito che deve essere alleggerito in tempi non troppo lunghi». Oltre ciò, ha aggiunto Napolitano, non deve «venire mai meno l’impegno del settore privato». E a ogni modo «non possono essere sacrificati alla leggera, in modo schematico, quelli che sono investimenti sul nostro futuro». «Non so se Galileo fosse in grado di garantire l’immediata ricaduta delle sue scoperte», ha aggiunto Napolitano, ma «pochi sono i giovani a essere così motivati come quelli che si dedicano alla ricerca scientifica», e non aiutarli «sarebbe un delitto». Gheddafi …

"La democrazia contro le oligarchie", di Gustavo Zagrebelsky

Che sulla democrazia – come su ogni altra forma di governo – incomba il pericolo del disfacimento, è un dato d´esperienza che non può essere negato. Le forme di governo sono vitali se sono animate da un principio, un ressort, secondo l´espressione di Montesquieu. Il ressort della democrazia è la virtù repubblicana. Quando la molla è totalmente dispiegata e dunque non ha più forza da sprigionare, quello è il momento d´inizio della decadenza. La questione, gravida di conseguenze pratiche, è se l´esito finale del processo corruttivo sia o non sia inevitabile. Se non è evitabile, tanto vale rassegnarsi e, se mai, lavorare per il dopo. Se è evitabile, la democrazia come ideale politico non perde di valore, pur in presenza di difficoltà. Possiamo dire la stessa cosa prendendo a prestito l´espressione di Norberto Bobbio, “le promesse non mantenute della democrazia”, e chiederci: queste promesse possono o non possono essere mantenute? (…) Che cosa possiamo rispondere a questa cruciale domanda? È necessario prendere atto di questo apparente paradosso: mentre da parte dei potenti della terra si …

«L’istruzione a tutti per non essere inculcati dalle sue tv», di Chiara Valerio

Si impara prima della scuola, dopo la scuola, nonostante la scuola. Tuttavia purché questa esperienza comune non si trasformi in metafisica, la scuola deve esserci. L’articolo 33 della Costituzione stabilisce che «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato» e che «la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità , deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali». Le scuole pubbliche rappresentano dunque lo standard educativo del nostro paese e la legge, stabilendo i diritti delle scuole non statali, stabilisce pure gli obblighi – esami di stato regolari, docenti pagati secondo un contratto nazionale, corrispondenzatra cattedra d’insegnamento e disciplina insegnata, buste paga reali. La frase «la scuola pubblica inculca », poi smentita e ritoccata, lungi dall’essere un giudizio sulla situazione della scuola italiana, è, come spesso accade al primo Ministro e ai suoi epigoni, pubblicità . Se non lo fosse terrebbe conto di …

"Un premier non di parte", di Enzo Bianco e Adolfo Battaglia

Per riparare i danni causati da Berlusconi all’Italia in sede internazionale ci vorrà almeno il tempo di una generazione, fatta di persone serie e politiche coerenti. In sede interna i danni sono altrettanto grossi, e tuttavia la loro riparazione potrebbe essere compiuta più rapidamente. Ma che cosa esattamente sembra richiedere? La “sfrontatezza” delle nuove mosse berlusconiane di questi giorni non riesce a nascondere l’intensità del disfacimento dell’impero in corso da tempo. Significativo rimane che il carismatico capo del governo abbia potuto evitare la ghigliottina, tra dicembre e gennaio, soltanto ricorrendo all’inconsueto strumento giuridico della compravendita. Adesso ci avviamo verso una nuova fase di accelerazione, che avrà il culmine verso la fine di maggio, generata da tre elementi: i risultati delle elezioni amministrative, l’esito dei processi al premier e l’emanazione dei decreti federalisti (dei quali, per una ragione o per l’altra, si discuterà comunque in parlamento). Si saranno definitivamente chiariti, a quell’epoca, alcuni punti importanti. Anzitutto, l’orientamento del Terzo polo non sarà incerto. Esso è già avviato verso l’obbiettivo di nuove elezioni, in cui potrebbe presentare …

"«Abbracciamo» il Colosseo, in nome della cultura", di Luca Del Frà

Domani iniziativa di protesta contro lo stato di abbandono del patrimonio artistico del nostro Paese. Iniziative a Roma a Padova e in Sicilia. Il gesto affettivo più forte e tenero, caldo, universale: abbracciarsi, stringersi per ritrovarsi e riconoscersi. È questo il simbolo della campagna in difesa del nostro più grande patrimonio che da due mesi attraversa il territorio nazionale, «Abbracciamo la cultura» che domani troverà una giornata di mobilitazione in tutta Italia, con il suo momento clou nella capitale, dove una catena umana «abbraccerà» il Colosseo. A condurre la manifestazione romana sarà Concita De Gregorio, a partire dalle 9.30 si alterneranno sul palco Salvo Barrano, Associazione Nazionale Archeologi, Rossella Muroni, di Legambiente, Roberto Natale, della Federazione nazionale della stampa, Giulio Scarpati, de Sindacato Attori, intercalati da interventi musicali. Al segretario della Cgil Susanna Camusso, l’intervento finale prima che una catena umana si stringa attorno al Colosseo. Nelle stesse ore saranno «abbracciati» la Cappella degli Scrovegni a Padova, il tempio C del prezioso sito archeologico di Selinunte in Sicilia, da anni nel degrado, i Sassi di …

"Referendum, i rischi del voto politico", di Marcello Sorgi

La decisione del ministro dell’interno Maroni di fissare le elezioni amministrative il 15 e 16 maggio (con ballottaggi il 29 e 30) condanna i referendum, che dovrebbero svolgersi il 12 giugno, a una probabile morte per astensione e mancanza di quorum. Le consultazioni ammesse dalla Corte costituzionale riguardano la privatizzazione degli acquedotti, il ritorno al nucleare e il legittimo impedimento. Se, come chiedono i promotori, fossero abbinati al secondo turno delle amministrative, aumenterebbero le probabilità di raggiungimento del quorum della metà più uno degli elettori, necessario per rendere valido il voto referendario. Se invece, com’è quasi certo, il governo alla fine imporrà il 12 giugno, la morte dei referendum per scarsa affluenza alle urne sarebbe difficile da evitare. Maroni ha spiegato che intende rifarsi a una prassi consolidata che ha visto nelle ultime tornate elezioni e referendum separati nelle urne. La legge prescrive che le consultazioni referendarie si svolgano in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno, e la scelta del 12, seppure al limite, rientra tranquillamente nelle previsioni. Con i precedenti …

"Berlusconi leghista, ecco cosa c’è sotto", di Francesco Lo Sardo

L’eclissi del Pdl costringe il Cavaliere ad abbarbicarsi al Carroccio rampante per continuare a tirare a campare. Il Pdl si svuoterà sempre di più al nord a favore della Lega mentre al meridione farà sempre più spazio a Forza Sud, filiazione del partito di Berlusconi per il tramite di Gianfranco Micciché. Resterà, il Pdl: ma ridotto a sottiletta, simbolico tessuto connettivo tra Carroccio e Forza del Sud, sempre meno partito dotato di vita propria e sempre più simbolo e “partito del presidente”: del presidente Silvio Berlusconi, beninteso, che nel 2012 vuole ricandidarsi premier di una “federazione” di centrodestra. Una volontaria, ulteriore destrutturazione e miniaturizzazione del Pdl come prezzo in cambio dell’assicurazione di restare a galla fino alla fine dei suoi giorni. Una prospettiva fantasiosa. Eppure c’è chi nel Pdl afferma che sarebbe questo lo schema di gioco dietro il patto stretto da Berlusconi con un robusto pezzo di Lega, quella di Bossi, del suo ristretto clan e di Calderoli che però, all’interno del Carroccio, pare abbia scatenato un putiferio. Un patto venuto a galla dietro …