Mese: Marzo 2011

"Stipendi degli insegnanti inadeguati" . Il premier: mai attaccato la scuola pubblica. Cgil: solito gioco delle tre carte"", di C.L.

Aveva detto: Non si può essere costretti a mandare i figli in una scuola di Stato in cui gli insegnanti inculcano valori diversi da quelli delle famiglie. Alla vigilia della campagna elettorale per le amministrative e con gli 800 mila insegnanti italiani sul piede di guerra dopo l´exploit di una settimana fa, il presidente del Consiglio torna sui suoi passi, rettifica, corregge – ma solo in parte – la linea sulla scuola pubblica. Anche perché torna a ripetere che la scuola pubblica insegna valori «diversi» da quelli cattolici. Stavolta però ammette che la categoria è bistrattata e economicamente penalizzata. Il Pd passa al contrattacco: allora aumenti gli stipendi. I sindacati pretendono adesso impegni concreti. Ma con il ministro Tremonti che tre giorni fa ha fatto orecchie da mercante coi colleghi La Russa e Maroni che battevano cassa per gli stipendi del comparto sicurezza, sarà difficile che i cordoni della borsa si aprano per i docenti. Il premier interviene in collegamento telefonico con la convention di “Noi Riformatori” di Avezzano. «Io non ho mai attaccato la …

"Abbracciati al Colosseo per riprenderci la cultura", di Luca Del Frà

«La difesa della cultura è una battaglia per la libertà», taglia corto dal palcomontato davanti l’arco di Costantino il segretario della Cgil Susanna Camusso. Di fronte a lei, al centro del Foro romano ci sono oltre un migliaio di persone che ieri nella capitale hanno sfidato la pioggia per partecipare all’iniziativa «Abbracciamo la cultura». Una distesa di ombrelli e giustacuori arancioni con sopra stampato il simbolo della manifestazione che ha poi «abbracciato » il Colosseo con una lunga catena umana. Una manifestazione di affetto per la cultura e di rabbia per lo sfacelo che le politiche culturali del Governo Berlusconi, un mix di tagli e demagogia, stanno portando auno dei beni più importanti del nostro paese. «Non ci ferma nessuno», aveva esordito poco prima aprendo gli interventi dal palco Concita DeGregorio, di fronte alle centinaia di persone intervenute malgrado il maltempo: al direttore de l’Unità il compito di tessere la tela degli interventi tra loro all’apparenza molto eterogenei perché «Abbracciamo la cultura» nasce dall’iniziativa di una coalizione che ha visto in prima fila la Cgil, …

"Suona il de produndis per le politiche assistenziali", di Elena Granaglia, Angelo Marano

Nell’ultimo trentennio, le politiche assistenziali non sono mai entrate fra le priorità dell’agenda politica della nostra Repubblica, con l’esclusione del periodo a cavallo del secolo, caratterizzato dalla sperimentazione del reddito minimo di inserimento e dall’introduzione della Legge 328/2000, e del biennio di governo del centro-sinistra della scorsa legislatura. Paradigmatiche sono l’assenza in Italia di uno schema generale di reddito minimo (condivisa, nella UE, con la sola Ungheria) e la mancata definizione a livello nazionale, nel settore dell’assistenza, dei livelli essenziali delle prestazioni, delle figure professionali, di un sistema informativo, mancanze che hanno provocato una elevata frammentazione, con alcune regioni che hanno cercato di inventarsi qualcosa e altre nelle quali la rete dei servizi sociali, di fatto, non è mai partita (cfr. www.nelmerito.com , 4 febbraio 2011). Da quest’anno, però, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Vittima collaterale della crisi e del federalismo, vaso di coccio fra i vasi di ferro della sanità, della previdenza, degli interventi sulla cassa integrazione, il sistema assistenziale rischia nei prossimi anni di essere cancellato in buona parte del paese, …

Non è vero che Bersani non fosse presente alla votazione della fiducia sul decreto milleproroghe

Il Fatto Quotidiano rettifica l’articolo. Non è vero che Bersani non era in Aula, come ha scritto ieri il Fatto Quotidiano. Precisiamo che il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, era presente alla Camera dei Deputati durante le votazioni del decreto Mille Proroghe. Bersani ha partecipato alle votazioni sulla fiducia ed a tutte quelle sugli ordini del giorno presentati. Il voto finale su cui sono state registrate alcune assenze riportate sulla stampa avrebbe avuto l’unica conseguenza di far cadere il decreto e far ripetere la votazione. Oggi l’autore dell’articolo, Dino Amenduni, rettifica: OpenPolis oggi mi comunica che quel verbale era riferito al voto finale, che non era sottoposto a voto di fiducia, e non al voto sul maxiemendamento al decreto Milleproroghe, su cui era stata posta la questione di fiducia e il cui verbale è qui. In questo voto la maggioranza ha vinto di 22 voti e gli assenti nei banchi dell’opposizione non erano sufficienti a portare alla sfiducia. OpenPolis, e dunque il sottoscritto, si scusa per l’errata informazione alla fonte. www.partitodemocratico.it

Scuola, Pd: grave che premier dica che scuola pubblica non garantisce cattolici

“La pezza è peggio del buco, con le dichiarazioni di oggi il premier arriva addirittura a prefigurare che le famiglie cattoliche non dovrebbero mandare i propri figli nella scuola pubblica perché gli insegnanti sarebbero estranei ai loro principi valoriali. Sono parole senza senso che dimostrano che il premier non conosce la ricchezza del nostro sistema di istruzione in cui si impara insieme, si cresce insieme e insieme si diventa cittadini.”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni ****** Ghizzoni ribatte alle dichiarazioni del cavaliere Berlusconi: sì al buono-scuola “Mai attaccato il sistema pubblico” “Non ho mai attaccato la scuola pubblica. Ho solo detto, parlando dei cattolici, che vanno aiutate le famiglie che trovano un insegnante che cerca di inculcare nei loro figli valori e principi diversi da quelli in cui credono. E bisogna farlo con un buono-scuola, in modo che i meno abbienti possano mandare i loro figli a una scuola privata”. Berlusconi torna così a parlare di scuola pubblica e privata intervenendo al convegno Pdl ad Avezzano.

Bondi amareggiato? Ma la cultura è in bancarotta", di Vittorio Emiliani

Mentre il ministro Sandro Bondi piange chiedendo di poter dare le dimissioni dal Ministero (che peraltro ha pochissimo frequentato, fin dagli esordi), il mondo dello spettacolo gli dà uno schiaffo istituzionale disertando, per la prima volta nella storia, i lavori della Consulta. Accusa lui e il suo governo di aver «pervicacemente» puntato a tagliare investimenti e occupazione. Oggi il mondo dei beni culturali ha organizzato al Colosseo e presso altri monumenti manifestazioni per «abbracciare» quei cari siti lasciati in pratica senza fondi né tutori. Una sorta di rigetto collettivo mai visto da parte di esponenti del mondo sindacale, associativo, culturale, tecnico-scientifico. L’altra sera al concerto di Martha Argerich, il presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, Bruno Cagli, uomo non impulsivo, ha denunciato la insostenibile situazione di una Fondazione (una delle poche) che già vive di risorse proprie, fra abbonamenti, biglietti, sponsor, ecc., per il 50 per cento, per una quota cioè considerata invidiabile in tutta Europa. Dove le istituzioni musicali – se lo ficchino bene in testa quanti ritengono che con musei e teatri d’opera «si …