Mese: Marzo 2011

"La Grande Muraglia che è in noi", di Mario Calabresi

In silenzio, senza che quasi nessuno se ne accorgesse, lo scorso anno i turisti cinesi hanno speso in Italia più di americani e giapponesi, nostri storici visitatori. Un milione di persone, ognuna delle quali ha lasciato qui, in media, 869 euro. A casa, o in giro nel resto del mondo, sono rimasti gli altri 249 milioni di cinesi che hanno raggiunto il benessere e un potere d’acquisto paragonabile a quello della classe media europea. Un giacimento su cui un’Italia che fatica a far camminare la propria economia dovrebbe buttarsi senza esitazioni. Invece non ho mai sentito un solo minuto di dibattito politico in cui si discutesse di questa opportunità, non ho visto nessuna agenda governativa che mettesse in cima alle priorità la costruzione di un sistema accogliente per chi vola da Pechino o da Shanghai e proporre di far studiare il mandarino nelle scuole sembra un esotismo fine a se stesso. Anzi, a dire la verità, il nostro sistema i cinesi continua a guardarli con lenti vecchie e superate, considerandoli ancora potenziali clandestini che vogliono …

Un altro taglio alla ricerca italiana salta l´avamposto nella Silicon Valley", di Federico Rampini

Per l´Italia da oggi ufficialmente la Silicon Valley non esiste più. Scaduto il mandato per l´addetto scientifico uscente, presso il consolato italiano di San Francisco, questo incarico non sarà affidato ad altri. Fra i tanti tagli di bilancio che colpiscono la ricerca scientifica in Italia, questo potrebbe passare inosservato. Ma che la ritirata dalla Silicon Valley sia un autogol per l´intero sistema Italia, lo dimostra il contrasto stridente con le strategie di tutti gli altri paesi europei. Mentre l´Italia elimina l´unico addetto scientifico (che doveva coprire da solo un´area vastissima della West Coast, compresa Seattle nello Stato di Washington, sede di Microsoft, Boeing, Amazon), la Francia ha una struttura apposita, parallela al suo Consolato di San Francisco e direttamente collegata all´ambasciata di Washington, chiamata Service Scientifique. Organico: quattro esperti di scienza, tecnologia, informatica, al servizio delle imprese francesi. Il Regno Unito ha una struttura analoga chiamata Science and Innovation, con due esperti distaccati da Londra in permanenza per coprire la Silicon Valley. Perfino più intensi sono gli sforzi dispiegati da paesi molto più piccoli del …

"Ma davvero è tutta colpa di Rodari e Don Milani?", di Giorgio Pecorini

«Don Milani, che mascalzone!» proclamava su Repubblica del 30 giugno 1992 Sebastiano Vassalli. L’ottimo scrittore (51 anni allora) ricordava d’esser stato insegnante da giovane ma soprattutto fondava la propria sentenza sul giudizio che un professore e preside e ispettore ministeriale in pensione, Roberto Berardi, aveva espresso nel libriccino «Lettera a una professoressa: un mito degli anni Sessanta», edito da Shakespeare and Company. Mascalzone il Milani, spiegava Vassalli, perché «maestro improvvisato e sbagliato manesco e autoritario». E autore con quella “Lettera” di «un libro bandiera più adatto a essere impugnato e mostrato nei cortei che a essere letto e meditato un atto di calcolata falsificazione della realtà e di violenta demagogia». Un libro, gli garantiva Berardi, inteso «con altre forze disgregatrici ad abbassare il livello della scuola dell’obbligo a danno dei ceti più indifesi, e a creare disordine anche nelle scuole superiori» mirando a obiettivi «ben più ideologici (in senso contestativo) che scolastici». Passano 19 anni ed ecco Cesare Segre proclamare il 24 febbraio sul Corriere della Sera che lo sfascio della cultura e della scuola …

"L´uragano di tagli del governo sull´istruzione il prossimo anno saltano altre 20 mila cattedre", di Salvo Intravaia

Anche il personale non docente subirà un nuovo salasso: avrà 14 mila posti in meno. Sono state 45 mila, pari al 51 per cento del totale, quelle eliminate nelle regioni meridionali. Mentre per le scuole paritarie il premier auspica un Buono-scuola, le statali vengono colpite da un autentico uragano di tagli. In tre anni di governo Berlusconi, insegnanti, alunni, dirigenti scolastici, bidelli, assistenti amministrativi, tecnici di laboratorio, supplenti e genitori hanno dovuto fare i conti con “risparmi” su tutti i capitoli: posti in organico, fondi e addirittura ore di lezione. Del resto, il buongiorno si vede dal mattino: nella prima Finanziaria, quella estiva del 2008, il governo somministrò alla scuola pubblica una vera e propria cura da cavallo: 132 mila posti in meno in un triennio e “sforbiciata” per 8 miliardi di euro netti. Meno cattedre. La maggior parte del bilancio del ministero dell´Istruzione, circa il 94 per cento del totale, se ne va in stipendi del personale. E per “risparmiare” occorre tagliare le cattedre. Nel mese di giugno del 2008 il ministro Tremonti presentò …

"Tanti, giovani e arrabbiati. Parlano gli studenti", di Giuseppe Rizzo

Tanti, giovani e arrabbiati. I ragazzi dell’Unione degli Studenti medi si sono dati appuntamento a Roma per rinnovare i vertici del proprio sindacato e ne hanno approfittato per ribadire le loro critiche a Berlusconi e al governo. Due giorni, tra ieri e oggi, in cui mettere sul tavolo le proprie proposte in vista della manifestazione in difesa della Costituzione e della scuola del 12 marzo e definire le linee per le prossime iniziative. Sono più di trecento e tutti censurano l’attacco del premier agli “insegnanti che inculcano principi diversi da quelli dei genitori”. «Quelle di Berlusconi», dice Mariano Di Palma, coordinatore nazionale dell’Uds, «sono frasi che confermano ancora una volta l’azione di distruzione della nostra cultura, per questo scenderemo in piazza il 12 e nei prossimi mesi, ribadiremo che la scuola è un valore e non un feticcio, e lo faremo con le nostre proposte e senza farci strumentalizzare ». La paura maggiore è quella che tutto si riduca all’ennesimo polverone sollevato dal premier. «Non vogliamo che la nostra lotta – aggiunge Di Palma – …

"La crescita è possibile ma Tremonti non la vuole", di Eugenio Scalfari

La parola “stagflation” è un neologismo inglese da tempo entrato nel lessico economico. Indica una perversa combinazione di inflazione e recessione che, quando si verifica, penalizza pesantemente i “fondamentali” dell’economia, deprime i consumi e gli investimenti, falcidia i redditi, il commercio, l’occupazione, il credito e la tenuta dei conti pubblici. Avevo accennato a questo rischio nelle ultime righe del mio articolo di domenica scorsa prendendo spunto dalle cifre diffuse dalla Commissione di Bruxelles, ma non immaginavo che a distanza di poche ore la Banca centrale europea e il suo presidente l’avrebbero definita come un fenomeno incombente. Trichet è persona molto prudente; il suo timore sull’incombenza d’una “stagflation” su tutta l’area europea e la necessità che la politica monetaria della Bce si preparasse a fronteggiare quel fenomeno, ha messo in allarme i mercati producendone le immediate reazioni a cominciare dal tasso di cambio tra l’euro e il dollaro: la moneta europea è schizzata a 1,40 scontando la previsione di un aumento del tasso di interesse. Nei giorni seguenti e fino a ieri il tema della “stagflation” …

"8 marzo, le donne crescono", di Irene Tinagli

Per quest’anno si prevede un 8 Marzo meno stucchevole e più pragmatico del solito. Un otto marzo che vede rianimato un dibattito sul ruolo della donna nella società che si era un po’ affievolito negli anni scorsi, e che comincia a ragionare in termini di azioni concrete, in Italia e altrove. Per una serie di coincidenze, infatti, nelle ultime settimane il dibattito sull’emancipazione femminile si è riacceso non solo a casa nostra (a seguito della manifestazione del 13 Febbraio e delle legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione che sta per essere approvata in Parlamento), ma anche in molti Paesi esteri. Negli Stati Uniti, grazie anche ad un rapporto commissionato dall’amministrazione Obama da cui emerge un consistente divario salariale tra donne e uomini, si è riaperto il dibattito sul Paycheck Fairness Act, una legge che potenzierebbe gli strumenti per combattere il gap salariale e che, approvata da tempo dalla House of Representatives, attende ora l’approvazione al Senato. In Inghilterra Lord Davies, ex banchiere ed ex ministro per il Commercio e gli Investimenti, ha recentemente …