Mese: Marzo 2011

"L'Italia disunita del cavaliere", di Timothy Garton Ash

Pio II, il papa del Quattrocento che di fatto avviò il dibattito moderno sull´Europa, scrisse una famosa lettera a Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli, in cui celebrava le molteplici potenze del vecchio continente: «La Spagna tanto risoluta, la Francia tanto bellicosa, la Germania tanto popolosa, la Gran Bretagna tanto salda, la Polonia tanto intrepida, l´Ungheria tanto attiva e l´Italia tanto ricca, piena di vita e versata nell´arte della guerra». Vedere l´Europa solo come l´Unione Europea e le sue istituzioni di Bruxelles è come descrivere un bellissimo edificio antico leggendo ad alta voce i manuali di istruzioni dell´impianto idraulico, dell´impianto elettrico e del sistema di riscaldamento. L´Europa è sicuramente molto di più della semplice somma delle sue nazioni, ma senza di esse non è nulla. E allora prendiamo in esame la nazione di Pio II, l´Italia, che il prossimo giovedì (il Regno d´Italia fu proclamato il 17 marzo 1861) celebrerà il 150° anniversario della sua presunta unificazione e nascita come moderno Stato-nazione. L´Italia è il Paese europeo per eccellenza: in nessun altro posto si possono …

"La giustizia come piace a lui: punire i pubblici ministeri", di Clauda Fusani

Oggi il Consiglio dei Ministri approva 16 articoli che fanno piazza pulita dell’equilibrio fra i tre poteri dello Stato. Una riforma «epocale», come dice il Cavaliere. Con i pm che rischiano di tasca propria. Sedici articoli che rivoluzionano l’assetto dello Stato. Che buttano all’aria quel perfetto bilanciamento tra i tre poteri studiato parola dopo parola nei 137 articoli della Costituzione. «Sarà una riforma epocale»: per una volta ha ragione il presidente del Consiglio. Quella che viene approvata stamani dal Consiglio dei ministri è qualcosa di «epocale» sul fronte della giustizia ma che, ancora una volta, nulla fa per risolvere il vero problema: la lentezza della giustizia. Il succo dei sedici articoli che intervengono sul titolo IV della Carta e, dal 101 al 113 è che i pubblici ministeri, quella parte della magistratura che fa le indagini ed è la pubblica accusa nei processi, viene declassata a «ufficio» con scarsi poteri di indagine e se sbaglia, deve anche pagare di tasca propria. E’ la «punizione» invocata dal premier all’indomani del rinvio a giudizio per il caso …

Un altro schiaffo a cultura e spettacolo

I soldi bloccati dal Fondo unico dello spettacolo, già ridotto a 258 milioni di euro. Per rimediare a mancati introiti che il ministero dell’Economia aveva previsto nella legge Finanziaria. Bondi: “Siamo sgomenti e interdetti”. Dell’attuale stanziamento del Fus, il Fondo unico spettacolo, già ridotto quest’anno a 258 milioni di euro, sono stati congelati altri 27 milioni. Lo prevedono alcuni commi della Finanziaria che rinviano a provvedimenti del ministero dell’Economia riguardanti eventuali scostamenti dagli introiti preventivati dalla vendita delle frequenze del digitale terrestre alle compagnie telefoniche. Un provvedimento che non piace al ministero dei Beni culturali: “Siamo sgomenti e interdetti”, si legge in una nota, “è un’amara sorpresa”. I 27 milioni – secondo quanto si è appreso – non potranno comunque essere utilizzati fino alla fine dell’anno, anche qualora la vendita delle frequenze avesse buon esito. Quindi, di fatto, non potranno essere utilmente ripartiti fra le diverse voci del Fus. “Si tratta – aggiungono dal ministero dei Beni culturali – di un altro colpo alle risorse destinate alla cultura, che è difficile da spiegare e ancor …

Quote rosa: il dietrofront del governo

Accolto l’emendamento bipartisan che prevede nei Cda di società quotate il 20% di donne entro il 2012 e il 30% entro il 2015. Finocchiaro: è stata una bella prova di autonomia del Parlamento rispetto alla posizione del governo. Nuovo dietrofront del governo. Questa volta il ripensamento tocca le quote rosa nei Cda. Dopo il parere negativo espresso proprio nel giorno internazionale delle donne, l’esecutivo ha deciso di accogliere l’emendamento Germontani, presentato bipartisan da tutta la Commissione Finanze del Senato, che che prevede nei due mandati per i rinnovi dei Cda delle società quotate il 20% di donne al primo rinnovo (nel 2012) e il 30% al secondo rinnovo (nel 2015). Molto delusa sarà il sottosegretario all’Economia, Sonia Viale, sostenitrice ad oltranza di prorogare l’entrata a regime delle quote rosa solo dal 2021. Ma davanti ad una possibile sconfitta in commissione anche lei ha ceduto al rinvio per “approfondimento”. Solo oggi pomeriggio si saprà se la decisione finale verrà portata in Aula del Senato o deliberata direttamente dalla commissione. Sono passati anche tre ordini del giorno: …

Scuola: Franceschini, ministro Gelmini difende solo Berlusconi, non quella pubblica

Per questo sabato il Pd sarà in piazza insieme all’Italia che vuole cambiare pagina. “Il ministro Gelmini, rispondendo oggi alla nostra interrogazione, ancora una volta ha superato se stessa nel suo dovere istituzionale di difendere sempre e comunque il Presidente del Consiglio, qualsiasi cosa dica o faccia. Le frasi intollerabili di Berlusconi contro la scuola pubblica, insieme agli otto miliardi e mezzo di tagli, dimostrano quale sia l’idea del governo del settore sul quale noi dovremmo investire di più, per rispetto dei nostri ragazzi e, soprattutto, per investire sull’unica risorsa che l’Italia ha per reggere nel mondo globale, cioè i cervelli, l’intelligenza, la creatività. Per questo, dopo la manifestazione delle donne del 13 febbraio, le piazze torneranno a riempirsi sabato prossimo per difendere insieme la scuola e la Costituzione, che sono due facce della stessa medaglia, due aspetti della stessa battaglia civile. Quelle piazze dimostreranno che vi è un’Italia che ha voglia di voltare pagina”. Lo ha detto alla Camera durante il question time il presidente dei Deputati Democratici, Dario Franceschini ****** Di seguito il …

«Caro mutuo, famiglie con più debiti e meno soldi», di Bianca Di Giovanni

Meno risparmi, più debiti e più costi da pagare. È la fotografia scattata da Palazzo Koch sul rapporto tra banche e cittadini. Famiglie impoverite, che ora si ritrovano a gestire l’aumento dei mutui. Meno risparmi, più debiti, e adesso anche prestiti più costosi. Gli ultimi dati di Bankitalia accendono un faro su famiglie impoverite, su cui da gennaio si abbatte anche la richiesta di tassi più pesanti su mutui casa e su prestiti al consumo. I mutui casa hanno raggiunto il livello più alto almeno dal 2009. Questo nonostante il fatto che le autorità monetarie non abbiano (ancora) modificato il costo del denaro, ma a provocare il rialzo è stato l’Euribor a 3 mesi (parametro usato per i mutui) in rialzo sui mercati. Peccato che, al contrario, il «costo» pagato dalle banche ai loro correntisti, invece, sia diminuito, visto che gli interessi riconosciuti sui conti correnti registrano una limatura (dallo 0,36 allo 0,35% in media). I numeri di palazzo Koch parlano da soli. Rispetto a gennaio del 2010, quest’anno le richieste di prestiti delle famigliesono …

«Lo schiaffo di Cialente», di Mariantonietta Colimberti

A due anni dal terremoto, il capoluogo abruzzese senza pace anche dal punto di vista politico. Potrebbe diventare L’Aquila l’ultima frontiera, soprattutto simbolica, del Partito democratico. Ancor più di Napoli, che in molti danno ormai per persa, e di Milano, dove la par condicio delle disavventure abitative parentali del sindaco Moratti e dello sfidante Pisapia non appare comunque decisiva. Perché il capoluogo abruzzese, teatro dello show mediatico più imponente che terremoto ricordi, è l’ultimo avamposto del centrosinistra nella regione. L’alleanza guidata dal Pd prima ha perso il governatore, a causa della vicenda giudiziaria che ha travolto Ottaviano Del Turco, poi la provincia, indicata un anno fa da Berlusconi come obiettivo prioritario. Per conquistarla, il premier scatenò contro la nota ed apprezzata Stefania Pezzopane l’artiglieria pesante: via Quagliariello-Piccone riuscì a installare sulla poltrona di presidente Antonio Del Corvo, oscuro alle telecamere (di lui si ricorda una partecipazione quasi muta a Otto e mezzo), ma non agli elettori della Marsica, terrorizzati dallo spauracchio agitato dalla destra sui privilegi che una riconferma della presidente uscente avrebbe assicurato all’Aquila. …