Mese: Marzo 2011

"Tutti i disastri del Tg1 Così l’informazione è diventata emergenza", di Sandra Zampa*

Quando si arriva a manipolare le notizie, a falsificarle, a nasconderle, travestirle, camuffarle, e lo si fa in modo sistematico, utilizzando i canali dell’informazione pubblica, come avviene nel caso del Tg1, senza che gli organi di controllo e di garanzia intervengano con efficacia, si può sostenere di essere in presenza di una ferita della democrazia? Se si può sostenerlo, come io credo fermamente, allora è bene dirsi che dobbiamo fare i conti con questa realtà e trovare risposte politiche adeguate anche in relazione alla nostra partecipazione all’attività degli organismi di vigilanza e garanzia. L’analisi che qui propongo non prende in considerazione il dato “quantitativo” che certifica la presenza abnorme di Berlusconi in tv, ma contenuti e tecniche. Parto da un caso recentissimo che ha riguardato la Libia, Gheddafi e la qualità della relazione del governo in carica con il dittatore libico. Al Tg1 ci si deve essere a lungo interrogati su come convincere gli italiani che il baciamano di Berlusconi e le pagliacciate grottesche a cui milioni di italiani avevano assistito durante la visita di …

«Cultura, la scure non si ferma mai. Nuovi tagli saliti a 77 milioni», di Stefano Miliani

Togli il pane a chi è affamato e quello muore. La vittima stavolta ha il corpo della cultura e dello spettacolo. Già la Finanziaria ha “congelato” 27 milioni di euro al Fondo unico dello spettacolo ridotto ad appena 258 milioni per il 2011. Poi viene fuori che il ministero per i Beni culturali, indifeso da Bondi, perde altri 50 milioni (arrivando a 77) quando già le risorse sono peggio che al lumicino. Tanto che archeologi, storici dell’arte e quant’altri non hanno soldi per fare le ispezioni nel territorio, ovvero verificare come stanno scavi, urgenze ed emergenze. Un buon modo per distruggere in silenzio l’arte. Da via del Collegio Romano alzano le braccia, invocano ripensamenti, parlano di “amara sorpresa”. Qualcuno lo dirà in buona fede, dal titolare e i suoi fedeli però tante chiacchiere a vuoto sono inaccettabili quanto i tagli stessi. Bondi spera che il suo successore (a breve), sappia «rimediare e invertire la situazione», il mondo dello spettacolo si ribella. Gli altri 50 milioni mancanti li rivela la Uil beni culturali: come per gli …

"Insultano la Carta e tagliano 81mila prof: fermiamoli il 12", intervista a Giovanni De Luna di Oreste Pivetta

«Delegittimare la scuola vuol dire spaccare l’Italia». «Il governo sta attaccando ciò che rappresenta il primo grado di inclusione del Paese, il luogo dove si forma la comunità e l’identità di un popolo». La scuola maltrattata, la scuola offesa, la scuola tagliata. Eppure c’è anche la scuola nell’unità di Italia, l’Unità che non tutti vorrebbero celebrare in questi giorni. C’è la scuola assieme, ovviamente, ad altre “voci”: guerre, chiesa, fabbriche, politica, trasporti, comunicazioni di massa, mafie… Voci, che sono altri passaggi, nel bene o nel male, di un cammino contrastato e contradditorio verso l’unità e soprattutto nella costruzione di una identità comune, voci che diventano “isole tematiche” nella mostra “Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale”, dal 17 marzo a Torino, alle Officine grandi riparazioni di via Castelfidardo 22, quattordicimila metri quadri di installazioni. «Ciascuna voce – spiega Giovanni De Luna, storico e curatore insieme con Walter Barberis – abbiamo cercato di interpretarla e di rappresentarla alla luce della coppia inclusione-esclusione. Alcuni esempi. La fabbrica è stata una straordinaria occasione di inclusione, perché nella …

"Così le mafie stanno colonizzando il Nord", di Sandro De Riccardis

La relazione del procuratore Grasso: nel mirino in particolare Lombardia e Piemonte. “In Veneto cresce il traffico di armi e droga, in Emilia Romagna le mani sugli appalti”. In primo piano ‘ndrangheta e Cosa Nostra. Ma cresce la presenza di cinesi e balcanici. La Lombardia, con il «maggiore indice di penetrazione nel sistema economico legale, assimilabile per livello e consistenza organica al mandamento reggino». Il Piemonte, una delle più redditizie «lavatrici» di denaro sporco. La Liguria, «il più importante accesso alle rotte di approvvigionamento della droga». L´Emilia Romagna, con le imprese edili che riciclano sempre più spesso nelle opere pubbliche». La relazione annuale della Direzione nazionale antimafia, diretta dal procuratore Piero Grasso, racconta un nord conquistato dalle cosche, un pezzo di Paese colonizzato dai clan, primi tra tutti i calabresi. Dopo aver «messo radici profonde» in Lombardia e Piemonte, dopo aver raggiunto la Liguria conquistando «appalti all´ombra del paravento legale offerto dal casinò di Sanremo», ora i calabresi guardano al Veneto, «con un crescente traffico transnazionale di droga e armi da guerra dall´Est Europa». Il …

"La Lega e i Rom ladroni", di Marco Zatterin

Solo il Carroccio e la destra estremissima vota contro la strategia per l’inclusione della gente gitana. Favorevole anche il pdl. Sarà un segno? Sono rimasti soli ad esprimere la loro linea dura contro i rom, il che probabilmente porterà loro dei voti, ma non necessariamente un progresso sociale per il continente. Anzi. Il Parlamento europeo ha approvato con una grande maggioranza una risoluzione in cui chiede agli stati membri dell’Ue di assumere una lunga serie di decisioni in modo da favorire l’integrazione delle genti di etnia Rom nell’Unione europea. Il testo, non vincolante sebbene politicamente rilevante, è stato adottato con 576 voti a favore,32 contrari e 60 astensioni. Tutta la Lega ha votato “no”. Il Pdl si è espresso in senso favorevole. In sintesi, gli deputati chiedono che la Commissione Ue presenti una tabella di marcia che includa una serie di standard comunitari obbligatori per l’accoglienza e il trattamento della gente Rom e preveda la possibilità d’imporre penalità ai governi nazionali che non li rispettano. Sul fronte occupazionale, Strasburgo chiede che venga assicurato un accesso …

"Scalfaro: la Costituzione è sotto attacco", di Giovanna Casadio

L´augurio di Oscar Luigi Scalfaro è di «coinvolgere il maggior numero di cittadini» nel C-day, nella mobilitazione per la Costituzione e la scuola che si terrà sabato in un centinaio di piazze italiane e straniere. Ma soprattutto, l´ex presidente della Repubblica e “padre costituente” invia al comitato “A difesa della Costituzione, se non ora quando?” un messaggio che è insieme di allarme e di pungolo: «È doveroso denunciare i tentativi di aggressione alla Costituzione che passano soprattutto attraverso i propositi di riduzione dell´autonomia e dell´indipendenza della magistratura e le proposte di modificare le norme che regolano il giudizio di costituzionalità delle leggi». Parole che arrivano puntuali ora che il governo si appresta a cambiare 14 articoli della Carta per rivoluzionare l´ordinamento giudiziario. La preoccupazione quindi, «è molto forte», ma come accadde con il referendum costituzionale del 2006 in cui i cittadini bocciarono la riforma del centrodestra, così – afferma Scalfaro a nome dell´Associazione “Salviamo la Costituzione, aggiornarla non demolirla” – gli italiani «sapranno ancora una volta rinnovare il proprio amore per la Costituzione repubblicana nata …

"Conflitto tra poteri dello Stato", di Carlo Federico Grosso

Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe varare la riforma costituzionale della giustizia. Una riforma «epocale», l’ha definita qualche giorno fa il presidente del Consiglio. Se il Parlamento, a chiusura del lungo iter parlamentare previsto, dovesse davvero approvarla, la giustizia italiana non sarebbe, in effetti, più la stessa. Cambierebbe pelle, caratura, peso, incisività, colore. Sarebbe una giustizia del tutto diversa rispetto a quella che conosciamo. I punti salienti della riforma dovrebbero essere, stando alle indiscrezioni, la separazione delle carriere, la spaccatura in due del Csm, l’istituzione di una «Alta corte di giustizia» destinata a gestire la disciplina dei magistrati, un diverso livello d’indipendenza a seconda che si tratti di giudici o di pubblici ministeri. L’elenco prosegue con la limitazione dell’obbligatorietà dell’azione penale (che diventerebbe esercitabile «secondo le priorità stabilite da una legge» votata ogni anno dal Parlamento), la polizia giudiziaria autonoma dal pubblico ministero, l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati che sbagliano. Ebbene, nel suo insieme questo complesso di innovazioni determinerebbe una profonda alterazione del rapporto oggi esistente fra i poteri dello Stato. L’idea liberale di …