Mese: Marzo 2011

"Catalogo degli orrori da Brunetta a Bossi", di Giuseppe Civati e Ernesto Maria Ruffini

Catalogo degli orrori da Brunetta a Bossi. Gli autori del libro sugli attacchi alla Costituzione presentano alcune delle più significative perle. Dai discorsi di Berlusconi e dei suoi fedelissimi. Si fa un gran parlare della necessità e dell’urgenza di riformare la Costituzione, per aggiornarla ai tempi nuovi. La verità è che dalla destra di governo provengono da anni, più che proposte di riforma compiute e ragionevoli, attacchi violentissimi alle ragioni profonde contenute nella Carta. Partiamo da Tremonti, secondo cui «se non cambi la Costituzione si blocca tutto» (13 giugno 2010), mentre per Sandro Bondi: «rifugiarsi ancora un volta dietro l’idolatria della Costituzione e la propaganda non serve all’Italia» (9 giugno 2010). Sull’art. 1, Renato Brunetta, con il suo proverbiale equilibrio, ha affermato che «stabilire che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla» ( 2 gennaio 2010). Sull’art. 3, quello che ci ricorda come tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge, l’affermazione di orwelliana memoria con cui Berlusconi ha orgogliosamente rivendicato che «la legge è uguale per tutti, ma per …

"Quel mare sulla terra nel mondo rovesciato", di Vittorio Zucconi

Vediamo l´acqua che brucia e la terra che si liquefa. Lo sanno da sempre i figli giapponesi di Amaterasu, la dea del sole, che la vendetta della Terra disordinata viene dallo stesso mare che li ha creati. Sono infatti le immagini dell´acqua che divora e che brucia le loro risaie ben ravviate, le loro cittadine precisine, i loro capannoni e serre allineate come soldatini del Tenno, quelle che raccontano meglio la catastrofe giapponese. Guardate come avanza l´onda lenta e lurida nella piana di Miyagi, la prefettura dove si trova Sendai, trascinando barche e tetti, detriti confusi e irriconoscibili, fiamme in movimento che bruciano sull´acqua, come inghiotte pigramente, senza sforzo, l´ordine impeccabile della campagna e dei quartieri industriali creato in generazioni di sacrifici e fatica. Si lascia alle spalle una distesa grigia e piatta dalle quale spuntano soltanto qualche alberello spoglio e quale scheletro di edifici più robusti ancora in piedi. Un´altra immagine torna subito agli occhi: la Hiroshima dell´agosto 1945. L´epicentro è stato nell´oceano e contro la spallata dello tsunami – una parola giapponese, come …

«In piazza per la democrazia, hanno rovesciato le regole», intervista a Gustavo Zagrebelsky

Professor Zagrebelsky, lei oggi sarà in piazza? «Sì, a Torino. Ci sono momenti di aggregazione sociale in difesa delle buone regole della vita democratica. Credo che oggi sia uno di questi». Perché manifestare? «Siamo di fronte a un rovesciamento della base democratica. La democrazia deve tornare a camminare sulle sue gambe: sostenuta dal basso. Non un potere populista che procede dall’alto». Perché la Costituzione vigente va difesa? «Basta leggerla. È il testo che dà ai cittadini il diritto di contare in politica ed esclude il potere per acclamazione ». Abbiamo un premier sotto processo per sfruttamento della prostituzione minorile. Avrebbe fondamento un eventuale conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento? Berlusconi andrebbe giudicato dal tribunale di Milano o da quello dei ministri? «Mi sono imposto di non dire nulla su questioni che possono essere portate al giudizio della Corte Costituzionale. Mi limito a poche osservazioni. Primo: l’oggetto dell’eventuale conflitto riguarderebbe primariamente il rapporto tra tribunale di Milano e tribunale dei Ministri e, solo secondariamente, il potere della Camera di autorizzare il processo davanti a quest’ultimo, una …

"La giustizia secondo il re dei caimani", di Franco Cordero

Anche i profani vedono dove punti il disegno governativo d´una riforma della giustizia, quando passano sullo schermo presidente del Gonsiglio e guardasigilli in carnevalesca conferenza stampa. Divus Berlusco tiene in mano: le sagome d´una bilancia dai piatti più o meno equilibrati; e nel tono grave degli annunci che fanno storia, spiega quanto guadagniamo in civiltà giuridica; pensate, se tali norme esistessero anno Domini 1992, i signori al governo continuerebbero i loro giochi, restando immobili le acque giudiziarie. Stupore nel pubblico: era una repubblica corrotta; dovunque l´indagante grattasse col dito, erompeva del malaffare. Chiaro dunque l´obiettivo, impunità piena: l´attuale corruzione è multipla rispetto ad allora e rimarrà sommersa appena i dialoghi sporchi non siano più intercettabili, prossimo obiettivo; invano la Corte dei conti ripete l´avvertimento. Le idee hanno marchio piduista. Licio Gelli vanta diritti d´autore: figuravano nel “Piano” d´una “rinascita democratica” databile 1976; qualche anno dopo vi pesca Bettino Craxi (previsione lungimirante della tempesta in cui naufragherà); le ricicla l´allora suo protetto, odierno regnante. Spira vecchiaia nello pseudonuovo italiano. Cominciamo dall´azione penale. È potere esclusivo del …

"Insegnante a chiamata. I viaggi della speranza dei supplenti senza cattedra", di Gioia Salvatori

Decine di insegnanti campani si radunano la mattina alla stazione Tiburtina di Roma in attesa di una chiamata per una supplenza. Arrivano ogni giorno senza sapere se potranno lavorare. Hanno dai venticinque ai quarant’anni. Bene come il loro mestiere conoscono la strada che le porta sul posto di lavoro e la fatica di andarci: sveglia alle tre, quattro ore di treno o bus all’andata, altrettante al ritorno. Hanno tanta tenacia e tanta speranza, vite stanche, famiglie che le attendono, rimorsi, paura di non farcela più e un sogno: poter fare, un giorno, il lavoro di insegnante nella loro regione, laCampania. Intanto per accumulare punteggio fanno le pendolari verso Roma, dove la necessità di supplenti c’è e una giornata di lavoro forse si raccatta «anche coi tagli di quest’anno che hanno fatto crollare le chiamate ». Loro non demordono, di notte saltano su un treno o un bus che le porta nella Capitale da Napoli, Caserta, Salerno e dintorni. «Se vai alla stazione di Caserta alle tre di notte ci trovi quasi solo insegnanti di ogni …

"Dalla scuola il futuro nazionale", di Alberto Asor Rosa

Continuo a frequentare le aule e i luoghi d’incontro e di riunione della scuola italiana (intendo qui soprattutto la scuola media, perché per l’Università mi accade più o meno la stessa cosa, ma nel caso suo il discorso sarebbe più difficile o più complesso), e mi sento di esibire a tal proposito le seguenti testimonianze. La scuola pubblica italiana è un luogo di lavoro, di esperienze e di vita, in cui, in mezzo a difficoltà sempre più gravi, il livello dell’insegnamento e dell’apprendimento è dignitoso, impegnato, civile, rispettoso delle regole e dei principi, ricco di risultati educativi. Se a qualcuno la cosa stesse a cuore, invece di tagli ci sarebbero investimenti, invece di critiche e, sovente, denigrazioni ci sarebbe quel giusto e ponderato apprezzamento che rende più semplice la vita ai buoni e la ostacola ai cattivi. Da questa istituzione dipende, ovviamente, gran parte del futuro nazionale: coloro che ne sono i principali attori, – insegnanti, studenti, personale – andrebbero considerati alla stregua dei protagonisti più importanti della nostra vita nazionale. Invece, a giudicare dalle …

Draghi: "L'infiltrazione mafiosa frena la crescita dell'Italia"

Il governatore di Bankitalia all’Università Statale di Milano. “La crisi rende le imprese più aggredibili dalla criminalità organizzata”. “Lombardia, è allarme cosche”. Le mafie frenano la crescita del paese. Non ha dubbi il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che ha parlato oggi in un incontro con don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Antimafia libera, all’Università Statale di Milano. “L’economia italiana soffre da tempo, lo sappiamo, di una inibizione a crescere”, ha ricordato Draghi, sottolineando come le cause siano molteplici, di natura diversa e intrecciate tra di loro. “E tra i fattori inibenti – ha detto – vi è anche l’infiltrazione mafiosa nella struttura produttiva, che è aumentata negli ultimi decenni, almeno nella sua diffusione territoriale”. E quindi: “Contrastare le mafie, la presa che esse conservano al Sud, l’infiltrazione che tentano al Nord, serve a rinsaldare la fibra sociale del paese ma anche a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia”. “La crisi rende le imprese più aggredibili”. “La crisi che abbiamo vissuto nei passati tre anni – ha evidenziato il governatore – …