Mese: Marzo 2011

Intervista a Ibrahim Dabbashi «Il raìs farà di Bengasi una nuova Srebrenica. Il mondo deve fermarlo», di U.D.G.

L’ex diplomatico passato con gli insorti: «All’Onu bisogna battersi per linea dura di Parigi e Londra. All’Italia chiediamo più coraggio, più determinazione. Chiediamo fatti e non parole. Perché sui fatti che sarà valutata dal popolo libico che si è rivoltato contro la dittatura di Muammar Gheddafi. Se il governo italiano non assumerà un atteggiamento più intransigente, ci saranno in futuro serie ripercussioni nelle relazioni tra i due Paesi, perché il popolo libico si libererà di Gheddafi. L’Italia deve cambiare atteggiamento». A sostenerlo è uno dei diplomatici di primo piano che è passato dalla parte degli insorti: l’ambasciatore Ibrahim Dabbashi, numero due della delegazione libica alle Nazioni Unite. «Gli aiuti umanitari sono importanti ma non bastano. All’Italia – afferma Dabbashi – chiediamo di essere dalla parte di Francia e Gran Bretagna nel sostenere l’istituzione di una “no fly zone” sulla Libia. Procrastinare questa decisione, o osteggiarla nei fatti, significa fare il gioco di Gheddafi. Esserne complici». «Non abbiamo bisogno di aiuti militari, non chiediamo l’intervento militare di alcun Paese – ribadisce l’ambasciatore Dabbashi il popolo libico …

"Riformano i magistrati, non la giustizia" di Gian Carlo Caselli

La sedicente riforma della Giustizia ideata dal governo, non è un’operazione indolore per la sicurezza dei cittadini. Le ripercussioni negative sul versante delle indagini saranno tante. Anche per le inchieste di mafia. Chi studia l’evoluzione delle mafie constata che per realizzare i loro affari esse hanno bisogno di commercialisti, immobiliaristi, operatori bancari, amministratori e uomini delle istituzioni (la cosiddetta “borghesia mafiosa”). Sempre più si infittiscono gli intrecci con pezzi del mondo politico e dei colletti bianchi. I transiti di denaro sporco nell’economia illegale si intensificano. Spesso le istituzioni criminali e quelle legali si contrastano, ma senza volontà di annientarsi, nel senso che sono piuttosto alla ricerca di equilibri. Diventa sempre più difficile – allora – stabilire la linea di confine fra lecito e illecito all’interno delle attività economiche, finanziarie e produttive. Per impedire che risuonino ancora oggi le parole di Giovanni Falcone circa il timore che “non si voglia far luce sui troppi, inquietanti misteri di matrice politico-mafiosa per evitare di rimanervi coinvolti”, è necessario allora che le indagini di mafia siano condotte da una …

"Atomo e arroganza ideologica", di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante

La situazione della centrale di Fukushima è in drammatica evoluzione, e i tentativi volti a minimizzare gli effetti del disastro in corso hanno ormai definitivamente lasciato il posto a timori fondati di un incidente atomico che legherà per sempre il nome della città giapponese a quello di Chernobyl e Three Mile Island. Infatti, anche se nelle prossime ore si riuscisse a bloccare il processo di fusione del nocciolo vincendo questa drammatica battaglia contro il tempo, la quantità di radionuclidi rilasciati comporterà comunque gravi effetti nel tempo sulla salute dei giapponesi. Quarantotto ore fa, proprio mentre si consumava questa tragedia umanitaria e industriale, in un’affollata conferenza stampa un governo annunciava la definitiva approvazione di un grande piano per il nucleare civile. No, non era il governo italiano: a discettare di energia atomica senza neanche un accenno alla possibilità che in Giappone stesse per fondere il nocciolo di una centrale nucleare, era il premier cinese Wen Jiabao. Il parallelismo con l’Italia è nelle cose: anche da noi, unico caso in Occidente, il governo ha reagito alla catastrofe …

"L'abc del ddl sulle quote rosa nei cda delle società", di Nicoletta Cottone

Tre articoli per far entrare per legge le donne nei consigli d’amministrazione delle società quotate. Il Senato ha approvato in sede redigente, il ddl che prevede l’introduzione di un quinto di donne nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle società quotate e delle controllate pubbliche non quotate nel primo mandato compreso tra il 2012 e il 2015. Quote rosa che andranno a regime con una percentuale di presenze femminili nei board delle società pari a un terzo nel secondo mandato tra il 2015 e il 2018. Ora il provvedimento torna in terza lettura alla Camera che lo aveva approvato in prima lettura il 2 dicembre 2010. L’entrata in vigore delle norme è slittata a dodici mesi (e non più sei come prevedeva il testo Camera) dall’approvazione della legge. In caso di inadempienza ci sarà una diffida della Consob a reintegrare il cda o i collegi entro quattro mesi. Nuova diffida a reintegrare entro tre mesi in caso di ulteriori inadempienze. A questo punto per chi non si adegua è prevista la decadenza …

"Più fatica con meno diritti per le donne del commercio", di Laura Matteucci

C’era una volta il contratto a termine, e sembrava l’ultima frontiera della precarietà. Adesso, complice una crisi che ha molto penalizzato i commercianti piccoli e medi, molto meno la grande distribuzione (solo l’anno scorso hanno chiuso qualcosa come 100mila esercizi commerciali, e 20mila precari sono rimasti a casa), il settore del commercio è arrivato alla fiera delle tipologie contrattuali: da quello a progetto a quello per cui si gestisce un singolo negozio di una catena assumendosi il rischio d’impresa, con un fiorire di part-time sempre più fantasiosi, da 20, 16 e pure 8 ore, il part-time con cui si lavora solo nei week-end o nel periodo natalizio. Il commercio: 3 milioni circa di addetti tutto compreso (dalle agenzie interinali alle concessionarie di auto), 400mila nella grande distribuzione, donne nell’80% dei casi, a barcamenarsi tra poche centinaia di euro di stipendio, pause contingentate, domeniche obbligatorie, ore e ore passate in piedi, orari di lavoro frammentati, con anche 4-5 ore di attesa tra la fine di un turno e l’inizio del successivo, troppo poche per andare a …

Care imprese il bonus è a sorpresa

Il bonus per le aziende del settore tessile e dell’abbigliamento serve a sostenere un settore in difficoltà. L’agevolazione, introdotta circa un anno fa con il decreto legge “incentivi”, prevede la detassazione per gli investimenti effettuati nel 2010 in attività di ricerca per prototipi e campionari. Si tratta di un incentivo automatico – non sottoposto a gare o click day – per cui tutte le imprese che hanno trasmesso alle Entrate, fino allo scorso 31 dicembre, la richiesta con l’indicazione dei costi sostenuti hanno “teoricamente” il diritto di usufruirne. Teoricamente, perché l’aiuto è sottoposto ad alcuni limiti, tra cui un plafond di stanziamenti complessivi pari a 70 milioni. Dunque, se fossero pervenute istanze per 100 milioni (ipotesi non improbabile), le imprese dovrebbero accontentarsi di ricevere il 70% di rimborso fiscale. In altri termini, molti dovranno abbandonare l’idea di ottenere una piena copertura dell’investimento. Su quale percentuale di bonus si potrà contare, però, ancora nessuno lo sa. A pochi giorni dalla chiusura dei bilanci 2010, infatti, manca ancora il provvedimento che dovrà ufficializzare il riparto delle risorse. …

"Il 17 marzo leghista troppo carico di ambiguità sull'Italia unita", di Stefano Folli

Ci si attendeva lo sberleffo leghista in vista del 17 marzo. È arrivato puntuale nella cornice del Consiglio regionale della Lombardia, quando i rappresentanti del Carroccio si sono rifiutati di entrare nell’aula dove veniva eseguito l’inno di Mameli. Sono rimasti al bar guidati da Renzo Bossi, il famoso «Trota» della vulgata giornalistica. Ha fatto eccezione il presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, un leghista che ricopre un ruolo istituzionale e che non si è mosso dal suo posto, sia pure con rammarico. Ha spiegato che con il cuore era alla «buvette», accanto ai compagni di fede politica, e che a suo avviso l’esecuzione dell’inno nazionale rappresenta «un rito demagogico». Si tratta dello stesso Boni che si è battuto con successo nelle scorse settimane per istituire una sorta di festa regionale della Lombardia: un ostentato contrappunto rispetto alla festa nazionale. Qualcosa di simile si è ripetuto nelle sedi dei Consigli provinciali di Milano e Verona: sempre a opera della Lega e sempre utilizzando le note di Mameli come pretesto polemico. Si dirà che si tratta di …