"La festa di un popolo", di Ezio Mauro
Grazie allo spirito unitario, costituzionale e repubblicano della sua presidenza, Giorgio Napolitano è infine riuscito a trasformare in una festa nazionale e di popolo il centocinquantenario dell´unità d´Italia. Il tricolore alle finestre e ai balconi, le famiglie nelle piazze imbandierate e nei palazzi delle istituzioni aperti per l´occasione, l´inno di Mameli cantato per le strade: un popolo di cittadini ha unito patria, unità e costituzione in un nuovo sentimento nazionale che la politica non potrà ignorare. Solo la Lega ha voluto andare pubblicamente in minoranza rispetto a questo nuovo patriottismo repubblicano, che non è di parte ma è costitutivo di un´identità nazionale finalmente risolta e riconosciuta. Assenze vistose a Montecitorio, solo Bossi e i ministri presenti come per un vincolo istituzionale, due deputati e nient´altro. È un´occasione perduta per i leghisti, chiamati ad una prova culturale e politica di governo e di responsabilità davanti all´intero Paese. Ma è anche un gesto fortemente minoritario e ideologico, di chi si autoesclude da una festa di popolo puntando sulle divisioni e sulle differenze, fino al punto da non …